Per costruire una relazione e proteggerla punta sull’amorability, ovvero la capacità di amare. Lo dice la scrittrice francese Raphaëlle Giordano, che nel libro Oggi è il giorno giusto per dare una svolta alla tua vita (Garzanti), pubblicato in Italia nel 2019, spinge a porsi le domande giuste sui propri sentimenti per arrivare a una maggiore consapevolezza e al desiderio di intraprendere un nuovo cammino. Noi di Starbene l’abbiamo intervistata.
I suoi romanzi sono definiti una lettura terapeutica. Cosa significa?
«In genere, il cambiamento fa paura. E quando si danno dei consigli direttivi, non parte la motivazione: si arriva a un punto di saturazione paralizzante. La molla del rinnovamento, invece, scatta se è legata al piacere. E la fiction è, per definizione, il luogo del divertimento. Ecco, la mia è letteratura motivazionale: offre questo binomio tra leggerezza e profondità, che riesce sia ad allargare gli spiriti sia ad avviare nuovi dialoghi interiori. Non risolve i problemi affettivi ma fa scattare scintille di riflessione».
Riflessioni sulla capacità d’amare, soprattutto…
«Mi chiedo sempre se “amare” è un verbo di stato o d’azione. Direi, entrambi. Essere innamorati ma abbandonare questi sentimenti a se stessi, non porta a niente. Per costruire (e conservare) una relazione bisogna mettere in campo l’amorability, cioè la capacità d’amare: non è innata, s’acquisisce nel tempo usando piccoli accorgimenti».
Quali sono i pilastri dell’amorability?
«Il primo: distaccarsi dai ricordi dolorosi e avere stima, fiducia in se stessi, altrimenti il partner sarà sempre il boomerang dei nostri problemi. Secondo: accogliere l’altro. Il mito della fusione assoluta è poco realistico, l’armonia si raggiunge nel momento in cui si accetta che il compagno/a è una persona diversa da noi, cosa che porta a una relazione più “ricca” di note emotive e meno aggressiva. Terzo: avere una vita a misura di se stessi. Più sentiamo di aver realizzato il nostro progetto esistenziale, più siamo soddisfatti e capaci di irradiare all’altro vibrazioni positive».
L’amore scatta subito o bisogna costruirlo?
«Credo che il sentimento vada nutrito giorno dopo giorno in modo da fare rimanere vivo l’incantesimo dell’incontro e far scattare l’attaccamento che, all’inizio, può anche non essere reciproco. Per riuscirci, è fondamentale irradiare emozioni e atteggiamenti positivi e, nel contempo, rimandare all’altro, come un gioco di specchi, le sue principali qualità, le sue bellezze. Certo, non si può costringere qualcuno ad amarci, non ci sono certezze ma così ci mettiamo nelle migliori condizioni possibili per fare scattare la magia».
Quindi, bisogna lasciare che le cose facciano il loro corso?
«L’amore non vuole che gli si forzi la mano, non va dimenticata la magia dell’incontro, della scoperta di lui/lei e i tanti “ma” che nascono all’inizio. Sono gli aspetti sottili, impercettibili del “prima” che, poi, creano il sentimento amoroso. È su questa condizione indefinita che conviene investire, è la parte migliore dell’amore. Perché dimenticarsene e andare di corsa favorisce un disincanto distruttivo. Bisogna dare all’amore il tempo necessario di venire fuori».
Ma se all’inizio si hanno dei dubbi conviene andare avanti?
«Non esistono storie senza paure, visto che innamorarsi è come stare in mezzo allo tsunami! Solo che il dubbio ci mette ansia perché tendiamo a sacralizzare la passione. Invece, dobbiamo renderci conto che non esiste l’ideale. La tendenza a raggiungere le vette del sublime si bilancia mantenendo una tenera lucidità nei confronti dei difetti nostri e dell’altro. Essere “imperfettamente sublimi”».
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