“Una processione che si fa testimonianza di fede, per ribadire il valore dell’eucarestia e la centralità che deve rivestire nelle nostre vite”. Spiega così il vescovo Arturo Aiello, in via di ripresa dal serio di problema di salute con cui ha dovuto fare i conti, il senso della celebrazione del Corpus Domini nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria, gremita come non mai. Di forte suggestione il colpo d’occhio con l’infiorata che campeggia davanti alla chiesa. Sono famiglie, giovani e meno giovani, associazioni e confraternite a seguire il corteo al seguito del vescovo che custodisce l’ostia consacrata e la porta in processione. Sottolinea come dall’eucarestia dipenda la nostra fede “Cosa sarebbe della nostra Chiesa senza l’eucarestia, simbolo del Cristo che si dona nella notte del tradimento? Cosa sarebbe stato dei nostri amori, delle nostre sofferenze a cui l’eucarestia dà speranza?. In questo corpo è racchiuso ogni progetto che dà un senso alla vita dell’uomo”. Ricorda come da bambino fosse scappato di casa pur di seguire il catechismo, costringendo i genitori ad accettare la sua scelta, pone l’accento sul valore dell’adorazione dell’eucarestia “poichè il corpo dell’amato ha bisogno di essere anche guardato” e rivolge alla città l’augurio di “non vergognarsi mai del Corpo di Cristo”