cosa mangiare per ogni disturbo

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Dieta mediterranea patrimonio dell’umanità: basterebbe questo riconoscimento dell’Unesco per dire che la nostra alimentazione tradizionale è la migliore. Lo sanno tutti, direte voi, e sappiamo che fa anche bene, fino a prevenire molti tumori. Quello che spesso non conosciamo a fondo è che molti dei singoli elementi che formano questo miracolo a tavola hanno delle proprietà terapeutiche per diversi disturbi.

«La dieta mediterranea funziona come “sistema”, cioè se la adottiamo nel suo insieme e seguendo i suoi equilibri, ma è indubbio che certi alimenti risultino vincenti in diverse situazioni, anche da soli», spiega la professoressa Anna D’Eugenio, medico nutrizionista a Roma che insegna questa materia ai futuri dietologi. «Sapevate per esempio che pane e olio sono un binomio antinausea strepitoso? O che la carne rossa, spesso raccomandata solo una tantum, “cura” il mal di testa da emorragia mestruale? Sono delle verità suffragate dalla scienza, così come sappiamo che certi cibi, pur validi, non vanno bene se soffriamo di certe patologie».

Insomma, a tavola bisogna giocare con tutte le preziose carte del mazzo made in Italy, scartando quelle che non sono ideali per le nostre esigenze e puntando su certi assi nella manica.

Professoressa D’Eugenio, davvero alcuni cibi ci possono curare?

Qualunque patologia si affronti, se non si modifica l’ambiente interno dell’organismo è veramente difficile generare salute. Lo strumento privilegiato per fare questo è proprio l’alimentazione. La dieta può liberarci da piccoli disturbi, come la pancia gonfia a vista affaticata, fino a risolvere situazioni importanti. Ogni malessere è, infatti, una manifestazione di qualche cosa che non sta funzionando bene, e la prima regola è agire a tavola. Parliamo di prevenzione, ma anche di quando stiamo assumendo una terapia farmacologica: anche in questo caso dobbiamo domandarci che cosa cambiare nella nostra dieta. 

Un primo esempio concreto?

Le gastriti. Se lo specialista ha prescritto un inibitore di pompa che limita la produzione di acidi gastrici, ma per esempio continuiamo a mangiare minestre di legumi, alimenteremo il problema digestivo, perché i liquidi della minestra e le fibre dei legumi rallenteranno lo svuotamento gastrico e quindi peggioreranno il fastidio. Un esempio indicativo del fatto che la nostra dieta mediterranea è ricca di alimenti di per sé ottimi, ma che devono essere calati nel contesto della singola persona. In questi casi, mi concentrerei sull’aiuto offerto dall’olio extravergine di oliva su molte pietanze: allevia diverse forme di disturbi digestivi, dalla gastrite alla dispepsia.

C’è dibattito sui latticini…

Molti non li tollerano. Le diffuse disbiosi intestinali, cioè le alterazioni della flora batterica dell’intestino, fanno sì che il latte venga metabolizzato male dall’organismo, provocando spesso fenomeni come gonfiore e meteorismo. E questo succede anche se il breath test, che serve a evidenziare l’intolleranza al lattosio, non risulta positivo. Così, la maggior parte delle persone, se toglie dalla dieta latte e derivati, si sente subito meglio. L’errore è eliminare per sempre questi cibi: semmai vanno sostituiti per un breve periodo, per poi reintrodurli gradualmente, altrimenti si impoverisce troppo la dieta. Ricordiamoci che nella fase di crescita e nella postmenopausa, il calcio è cruciale per il metabolismo delle ossa. Allora, meglio puntare su yogurt e parmigiano (stagionato oltre 30 mesi), che danno meno problemi del latte e dei latticini ma ne assicurano tutti i vantaggi. Una donna affetta da osteopenia, con riduzione della massa ossea tale da non scivolare ancora nell’osteoporosi conclamata, se consuma 30 g di parmigiano a giorni alterni fa un’ottima prevenzione.

Mangiare la pasta fa bene?

Soprattutto se è integrale. Perché ha un indice glicemico migliore e perché si avvicina molto di più alla forma originale del cereale. La parte di fibra del chicco ha, infatti, un potere nutrizionale superiore e un tempo di assorbimento degli zuccheri meno rapido, con una riserva energetica più lunga. Se consumo 80 g di pasta con farina doppio zero, dopo un’ora e mezza sono affamato, mentre con 70 g di pasta integrale condita allo stesso modo arrivo tranquillamente ad avere sazietà ed energia per due ore e mezzo. Aggiungendo delle verdure, come le zucchine, i tempi di assorbimento degli zuccheri saranno ancora più lunghi. Quindi la pasta dà energie, combatte la stanchezza e ha una marcia in più per chi soffre di dislipidemia. Anche chi ha la sindrome metabolica o la resistenza insulinica, ed è perciò collocabile nella fascia a rischio di diabete, può consumare della pasta, sempre integrale. Ovviamente evitando i “piattoni” e i bis.

Uno dei disturbi più diffusi in questo periodo è l’insonnia.

Puntiamo sulla cena, che ci prepara al riposo. Di nuovo raccomando un bel piatto di pasta (o di un altro cereale integrale) alla quale, se è l’ansia la componente più spiccata delle notti in bianco, aggiungerei zucchine e fagiolini. Se invece è l’agenda del giorno dopo a tenerci svegli puntiamo sul radicchio, sul cavolfiore e i peperoni, tutte verdure energizzanti.

E per la pressione alta?

Punterei sul riso. Essendo privo di glutine, facilita la funzione renale e aiuta la circolazione. Inoltre contiene potassio in ottima quantità, quindi è anche un sedativo: sappiamo quanto lo stress faccia alzare la pressione. Aggiungerei delle verdure diuretiche come l’insalata, la cicoria, i carciofi. Ottime cene sono anche quelle a base di pasta e fagioli o con delle alici, un contorno di pomodori e una fetta di pane integrale o di segale.

La carne rossa invece va sempre consumata poco?

Sì ma la quantità dipende dall’età della persona e dalle necessità specifiche. Per esempio, è utilissima a fine ciclo per recuperare il ferro perduto. La carne rossa però non va mangiata di sera, perché sovraccarica la funzione epatica e renale. Il risultato? Viso e mani gonfie al risveglio. È quindi sbagliato pensare che se mangio carne a cena mi appesantisco e ingrasso di meno: la digestione della carne rossa è lunga e laboriosa. Il pesce è una buona alternativa, mentre come verdure vanno bene le carote e le zucchine, da abbinare a una fetta di pane integrale tostato. E per dessert, la frutta di stagione.

E contro il mal di testa?

No ai formaggi, che possono favorirlo o farlo peggiorare. Attenzione anche alle farine bianche e ai pomodori, alle melanzane e ai peperoni. Se la cefalea è di origine epatica (fegato affaticato) o digestiva (ho bevuto o mangiato troppo) e si localizza sulla parte destra della fronte e sull’occhio, punterai su una macedonia o sulla mela cotta. Gli zuccheri semplici della frutta aiutano le cellule epatiche a svolgere meglio il loro lavoro di disintossicazione. A cena un piatto di riso o delle patate bollite.

Per le malattie da raffreddamento e simili cosa possiamo fare?

Per i raffreddori rimane invincibile il rimedio della nonna: la minestra con il brodo di pollo. Ottima anche la minestrina aglio e olio, oppure riso e lenticchie, tutte soluzioni in grado di contrastare la replicazione dei virus. Per le riniti allergiche proviamo a togliere subito latte e derivati.

Infine cosa ne pensa dei frutti rossi, che vanno tanto di moda?

Sono degli ottimi antiossidanti per la vista, ma anche coadiuvanti nel trattamento delle cistiti. Ci sono pure pompelmo e melograno che hanno un’azione di prevenzione nelle infezioni. Se le cistiti sono recidivanti, occhio agli zuccheri: vanno limitati.

Acqua e limone al mattino

«Acqua con limone bevuta appena svegli ha una serie di proprietà benefiche», spiega l’esperta. «Intanto è un alcalinizzante, cioè riequilibra il pH dell’organismo dall’acido verso il basico (il corpo risente di troppe sostanze acide prodotte nel metabolismo notturno), e poi stimola l’intestino, accelerandone lo svuotamento. Il limone ha un’azione di spinta a livello metabolico e, per la maggior parte delle persone, rappresenta un ottimo inizio della giornata. Vietato solo se si soffre di iperacidità gastrica».

L’olio evo è il top

L’olio extravergine d’oliva è l’alimento principe della dieta mediterranea. «Eppure in molti regimi dimagranti viene eliminato o ridotto a porzioni minime, perché grasso», spiega Anna D’Eugenio. «Invece andrebbe utilizzato in modo più libero e quale asso pigliatutto della salute, come si usava una volta, quando si condiva senza misurare e non si usavano massimo tre cucchiaini a pasto. L’olio extravergine migliora l’ambiente gastrico: pane e olio riducono qualsiasi tipo di nausea, da quella gravidica a quella post chemioterapia. Inoltre, protegge il cuore e mantiene il sangue fluido, ha delle proprietà antitumorali ed è antinfiammatorio».

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