Dopo oltre 120 anni di storia, la cardioaspirina rappresenta tuttora un pilastro nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Nota anche come aspirinetta, non è altro che acido acetilsalicilico (lo stesso principio attivo usato come antinfiammatorio, antipiretico e analgesico), ma a basso dosaggio (generalmente fra 75 e 160 mg).
«Lo scopo di questa formulazione è ridurre la capacità delle piastrine di aggregarsi e formare trombi, che possono poi ostruire i vasi sanguigni e aumentare il rischio di infarto del miocardio e ictus cerebrale», spiega la dottoressa Valentina Mantovani, cardiologa presso il Centro Medico Visconti di Modrone a Milano.
Per riuscirci, la cardioaspirina blocca un enzima chiamato ciclossigenasi che, a sua volta, interrompe la sintesi del trombossano A2, una molecola che favorisce l’aggregazione piastrinica. A quel punto, senza questa molecola, le piastrine non riescono ad aggregarsi e formare coaguli.
Quando è utile la cardioaspirina
«In passato, la cardioaspirina veniva prescritta in prevenzione primaria, ovvero ai pazienti sani ma a elevato rischio cardiovascolare», ricorda la dottoressa Mantovani.
«Con il tempo, invece, si è capito che questo utilizzo è sconsigliato, perché il rischio associato all’insorgenza di effetti collaterali eccede il potenziale beneficio. Al contrario, questo farmaco è prezioso in prevenzione secondaria nelle persone che hanno già avuto una malattia cardiovascolare: nello specifico, parliamo di pazienti con pregresso infarto miocardico, con pregresso ictus o attacco ischemico transitorio oppure con un’arteriopatia periferica di qualche tipo, per esempio a carico delle gambe o delle carotidi».
Quali sono gli effetti collaterali della cardioaspirina
L’assunzione della cardioaspirina va monitorata dal medico nei pazienti con aumentato rischio di sanguinamento o con malattie dello stomaco, perché l’uso cronico di questo farmaco espone al rischio di sviluppare effetti collaterali, come emorragie spontanee, in particolare a livello gastrico.
«Per questo motivo, si consiglia di assumerla a stomaco pieno, dopo il pasto principale», raccomanda la dottoressa Mantovani. Attenzione anche alla possibile interazione con altri farmaci assunti dal paziente, come anticoagulanti, antinfiammatori non steroidei e alcune categorie di antidepressivi, di cui la cardioaspirina potrebbe diminuire l’azione o potenziare la possibilità di reazioni avverse. Per prevenire eventuali interazioni, è fondamentale comunicare al proprio medico l’elenco completo dei farmaci in uso.
Gli altri utilizzi della cardioaspirina
Alcuni studi ipotizzano che l’assunzione quotidiana di cardioaspirina possa anche prevenire i tumori del colon-retto negli anziani, ma solo se il trattamento viene iniziato prima del settantesimo compleanno. Fra i primi a ipotizzarlo c’è un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital e dell’Università di Harvard, che ha preso in esame la storia di quasi 95 mila soggetti monitorati per circa 35 anni.
Più recente è una ricerca dell’Università di Padova pubblicata su Cancer, la rivista dell’American Cancer Society, che sostiene come l’acido acetilsalicilico sembri correlato a una maggiore risposta delle cellule immunitarie e a una minore diffusione del tumore nei pazienti operati per carcinoma colon-rettale.
Dunque, assumere l’aspirinetta in età avanzata con il solo scopo di prevenire i tumori del colon-retto è una scelta da incoraggiare? «No, al momento non esistono studi scientifici robusti e conclusivi su questo aspetto, per cui non c’è alcuna indicazione a riguardo», tiene a precisare l’esperta, che conclude: «Al momento, conosciamo con certezza solamente gli effetti sul sistema cardiovascolare: in questo caso, se indicato, l’acido acetilsalicilico a basso dosaggio può essere un vero e proprio salvavita».
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