cos’è, quando serve, come si esegue

0
4






Nel vasto panorama della medicina moderna, la biopsia epatica rappresenta uno degli strumenti diagnostici in grado di fornire informazioni preziose sulla salute del fegato. Questo organo, spesso sottovalutato, svolge un ruolo importantissimo nell’equilibrio dell’intero organismo: opera come spazzino (“ripulisce” dalle sostanze di scarto), magazziniere (accumula glucosio, ferro, rame e diverse vitamine, come la B12), artigiano (si occupa della sintesi di molte proteine del plasma), controllore del traffico (è la sede del metabolismo ormonale, per cui ne regola i livelli e l’attivazione), benzinaio (soddisfa le richieste energetiche del corpo) e vigilante (produce anticorpi in sinergia con la milza, il midollo osseo e i linfonodi).

Tuttavia, le malattie epatiche sono in costante aumento, alimentate da fattori come obesità, abuso di alcol e infezioni virali. Quando è necessario ricorrere alla biopsia epatica per comprendere cosa affligge questo organo tuttofare?

A quali esami si aggiunge la biopsia epatica

Oltre un ventennio fa, la biopsia epatica era ampiamente prescritta, sia per chiarire l’eziologia delle malattie epatiche croniche (come l’epatite e la cirrosi), sia per caratterizzarle.

«Oggigiorno, invece, ci si arriva solo in casi specifici, perché altre indagini sono già in grado di fare diagnosi», spiega il professor Giorgio Zoli, specialista in Gastroenterologia al Primus Forlì Medical Center. Per esempio, sono tanti gli esami ematici che permettono di valutare la funzionalità epatica, ricercare le cause di un’eventuale malattia del fegato e capire se ci sono già dei danni sistemici: transaminasi (AST e ALT), fosfatasi alcalina (ALP), bilirubina, albumina, tempo di protrombina (PT) e gamma-glutamiltransferasi (GGT) sono solamente alcuni dei fattori che possiamo “dosare” nel nostro sangue.

E poi ci sono gli esami strumentali, come l’ecografia dell’addome, la Tac addome e la colangiografia, a cui da qualche anno si è aggiunta anche l’elastografia epatica (o FibroScan), un esame non invasivo che viene utilizzato per valutare la rigidità del fegato.

«Quando le cellule epatiche muoiono, vengono sostituite da un tessuto duro, fibroso, che altera struttura e funzioni di questo organo così importante», illustra Zoli. «L’esito finale si chiama cirrosi, che può essere silente per decenni. L’elastografia epatica sfrutta un apparecchio in grado di calcolare la velocità con cui le vibrazioni di particolari onde a ultrasuoni raggiungono il fegato per poi tradurle in un numero: più il fegato è fibrotico, e quindi meno elastico, più il numero registrato aumenta».


Quando si ricorre alla biopsia epatica

Oggi la biopsia epatica mantiene la sua validità quando ci sono segni di un possibile tumore al fegato, come dei noduli visibili tramite gli esami di imaging.

«La biopsia può essere necessaria per confermare la presenza di cellule tumorali, determinare il tipo di cancro e stabilire se il tumore è primitivo o secondario», descrive l’esperto. «Una volta ottenuti i risultati, sulla base anche dell’estensione della malattia, i medici decidono se intervenire chirurgicamente oppure se sottoporre il paziente ad altri trattamenti».

In cosa consiste la biopsia epatica

La biopsia epatica è una procedura medica che consiste nel prelevare un piccolo campione di tessuto dal fegato, che l’anatomopatologo analizza poi al microscopio.

«In passato veniva eseguita “alla cieca”, cioè senza l’ausilio di tecnologie di imaging, attraverso un approccio per via intercostale», ricorda il professor Zoli. «Questo metodo comportava dei rischi e una maggiore possibilità di complicazioni, perché il medico non aveva una visualizzazione diretta della posizione del fegato o delle strutture circostanti».

Oggi, invece, l’esame viene eseguito con l’ausilio di tecniche come l’ecografia o la tomografia computerizzata (TC), consentendo all’operatore di guidare l’ago in modo più preciso verso l’area del fegato da biopsiare, riducendo il rischio di complicazioni e aumentando la probabilità di ottenere un campione adeguato per l’analisi.

Come si esegue la biopsia epatica

Il paziente si stende sul lettino in posizione supina, con il braccio destro sollevato sopra la testa per esporre l’addome. «Dopo aver disinfettato l’area e somministrato un anestetico locale, il medico inserisce un ago attraverso la pelle e nel fegato per prelevare un campione di tessuto, monitorando la procedura tramite ecografia o tomografia computerizzata per garantire precisione», specifica l’esperto.

Non si tratta di un esame doloroso: le aree sensibili sono la cute e la capsula di Glisson (la membrana che riveste il fegato), ma un operatore esperto è in grado di minimizzare il disagio.

«Successivamente, è comune applicare del ghiaccio sulla zona per ridurre il gonfiore e il dolore», tratteggia il professor Zoli. «Dopo essere rimasto in osservazione per 2-3 ore, in modo da monitorare eventuali complicazioni, come emorragie o reazioni avverse, il paziente può tornare a casa e riprendere la vita di sempre. L’unica accortezza, per qualche giorno, è evitare di praticare attività fisica intensa e sollevare pesi, in modo da non “stressare” la zona in cui è stata eseguita la biopsia».

Biopsia epatica: a chi rivolgersi

Per effettuare una biopsia epatica, è importante rivolgersi a un centro specializzato e di comprovata esperienza, perché queste strutture dispongono di personale esperto e attrezzature adeguate per garantire che la procedura venga eseguita in modo sicuro e preciso, riducendo il rischio di complicazioni e migliorando l’accuratezza della diagnosi.

«Non occorre una preparazione particolare, anche se è preferibile presentarsi a digiuno», tiene a precisare il professor Zoli, che conclude: «C’è un’unica raccomandazione, molto importante. Se il paziente assume dei farmaci che influenzano la coagulazione del sangue, come anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, è fondamentale che sospenda la terapia nei 3-4 giorni precedenti alla biopsia epatica per scongiurare il rischio di emorragie».

Fai la tua domanda ai nostri esperti




















Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here