così si rischia la demenza

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Uno studio britannico ha confermato un sospetto che circola ormai da tempo: i tv-dipendenti rischiano più facilmente un declino cognitivo rispetto a chi non ama il piccolo schermo

“La dipendenza delle persone dalla televisione è il fatto più distruttivo della civiltà attuale”, diceva il filosofo tedesco Robert Spaemann. In questa frase tagliente potrebbe esserci un fondo di verità, perlomeno dal punto di vista neurologico.

Uno studio britannico ha effettivamente dimostrato che guardare la tv per più di 5 ore al giorno aumenta il rischio di sviluppare demenza, ictus e malattia di Parkinson. «Da qualche anno ormai, si parla dell’influenza negativa che i dispositivi elettronici possono avere sulla nostra mente», commenta il dottor Alberto Lerario, specialista in Neurologia del Santagostino. «Questo studio lo conferma con numeri ben precisi, che sono stati raccolti su una platea molto ampia di individui».


Cosa dice lo studio

La ricerca britannica – pubblicata sul Journal of the American Medical Directors Association – ha coinvolto 407.792 persone di età compresa tra i 37 e i 73 anni, esenti da demenza, ictus o malattia di Parkinson al momento dell’arruolamento.

Durante il periodo di follow-up, durato 13 anni, 5.227 soggetti hanno sviluppato demenza, 6.822 hanno avuto un ictus e 2.308 hanno ricevuto una diagnosi di malattia di Parkinson.

In base ai risultati, chi aveva guardato la televisione da tre a cinque ore al giorno aveva mostrato un rischio di sviluppare demenza maggiore del 15% rispetto a chi era rimasto davanti allo schermo per un’ora o meno. Chi, invece, aveva passato davanti alla tv più di cinque ore al giorno aveva manifestato un rischio aumentato del 44% di sviluppare demenza, del 12% di avere un ictus e del 28% di sviluppare la malattia di Parkinson.

Quali sono le cause

Al di là del numero di ore quotidiane, guardare regolarmente troppa tv è deleterio per il cervello a causa di una pluralità di cause.

«Innanzitutto, la televisione implica un’osservazione passiva da parte dello spettatore e non richiede l’utilizzo di abilità cognitive, per cui alla lunga può favorire un decadimento cognitivo», evidenzia il dottor Lerario. «Ci sono studi scientifici che hanno addirittura osservato un assottigliamento della corteccia cerebrale dopo anni di forte fruizione della tv, come se il cervello perdesse massa nel corso del tempo, sin da bambini».

Il consiglio, dunque, non è soltanto quello di limitare il tempo trascorso davanti alla televisione, ma anche di scegliere programmi stimolanti e capaci di attivare il cervello, come documentari, giochi a quiz oppure serie a puntate che invogliano a ricordare eventi, numeri e nomi di personaggi.

Meglio la socializzazione della tv

Un’altra teoria degli studiosi è che guardare troppa tv sia l’esito di un isolamento sociale, altro fattore di rischio per la demenza.

«In sostanza, gli effetti negativi di un eccesso di televisione stanno anche nel tempo potenzialmente sottratto alla partecipazione ad altre attività culturali e ricreative, come mostre, concerti o passatempi condivisi gli amici», tiene a precisare il dottor Lerario.

Un ulteriore danno è legato alla sedentarietà a cui la tv si accompagna: livelli inferiori di attività fisica e minore dispendio energetico inducono un’infiammazione cronica sistemica di basso grado, una condizione in cui l’organismo vive uno stato di sofferenza che, se protratto nel tempo, può causare danni cellulari, anche a livello di cervello.

Guardare la tv altera il sonno

Infine, la televisione (così come gli altri dispositivi elettronici) disturba il sonno notturno.

«Gli schermi luminosi bloccano la produzione da parte del cervello di un ormone, la melatonina, che favorisce l’addormentamento», conclude il dottor Lerario.

«Diversi studi hanno dimostrato che la perdita di una quantità di sonno profondo, pari anche solo all’1% ogni anno, sarebbe collegata a un aumento ingente del rischio di demenza. La soluzione? Spegniamo la tv almeno un’ora prima di metterci a letto, dedicandoci piuttosto alla lettura o ad altre attività rilassanti».

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