di Laura Della Pasqua
1. Una delle conseguenze dopo il Covid è la nebbia cognitiva. Che cos’è?
2. Come riprendere a fare sport dopo il Covid?
3. Quanto resiste Omicron fuori dall’organismo?
1. Una delle conseguenze dopo il Covid è la nebbia cognitiva. Che cos’è?
Stanchezza, cali di attenzione, difficoltà di concentrazione, vuoto improvviso di memoria, affaticamento mentale. È quella che viene definita “nebbia cognitiva” ed è una delle conseguenze del Covid, anche nella forma leggera dell’infezione. Uno degli studi più approfonditi su questo tema, è stato realizzato dal centro di ricerche Aldo Ravelli dell’Università degli Studi di Milano, dall’IRCCS Santi Paolo e Carlo e dall’istituto Auxologico Italiano IRCCS e pubblicato di recente sull’European Journal of Neurology. Il fenomeno della perdita di lucidità può protrarsi per 5 mesi dopo la guarigione nel 60% dei casi, fino a un anno nel 50% dei pazienti. Ha un impatto maggiore sui giovani anche se colpisce tutte le età e senza differenze tra uomini e donne. Il 30% ha evidenziato disturbi di memoria e il 20% di attenzione.
Anche i vaccinati non sono totalmente estranei a tale problematica. Il vantaggio è che il rischio è ridotto del 40%, come accade per gli altri sintomi del long Covid. Dallo studio è emerso che non esistono differenze sulla gravità della patologia e anche un asintomatico può sviluppare effetti long Covid, ma i sintomi variano a seconda delle varianti: mentre l’unico sintomo che resta confermato per tutte le varianti è proprio la “nebbia cognitiva”.
Che cosa fare? La professoressa Roberta Ferrucci, che ha coordinato i lavori dello studio, suggerisce di rivolgersi ad un centro specializzato per la riabilitazione. La difficoltà di concentrazione e la confusione tipici di questo fenomeno possono infatti creare problemi specie in chi lavora.
Sono ormai numerosi i laboratori in Italia che si occupano di long Covid. all’IRCCS Santi Paolo e Carlo, ci sono ambulatori specifici a cui ci si può rivolgere con il Sistema sanitario nazionale per una valutazione neurologica e poi accedere a un centro di neuropsicologia dove intraprendere la riabilitazione. Per attenuare i sintomi, vengono usati, al momento, multivitaminici.
2. Come riprendere a fare sport dopo il Covid?
Chi svolge regolare attività fisica ma anche chi fa sport in modo non intenso, guarito dal Covid può accusare ancora a lungo una forma di stanchezza. Questa spossatezza può manifestarsi pure nelle forme lievi di infezione tipiche della variante Omicron.
Come e quando si può tornare in palestra, correre nel parco e andare in bicicletta? «La ripresa deve essere estremamente graduale, il più progressiva possibile, ripartendo dai livelli minimi e prospettando un recupero definitivo nel giro di due, tre mesi», afferma Alberto Cremonesi, responsabile del dipartimento cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni. «Non dobbiamo dimenticare che tutte le infezioni virali, comprese il Covid, comportano, anche se guariti, una fase di affaticamento cronico, difficoltà a riprendere la funzione respiratoria, anche quando si fanno sforzi fisici minori. Per questo accanto ad una valutazione funzionale che deve escludere patologie cardiache residue dopo il Covid, chiediamo che tutti i programmi di allenamento siano progressivi, il più continui possibili e che escludano ogni ansia da prestazione almeno per i primi mesi».
3. Quanto resiste Omicron fuori dall’organismo?
È stato accertato che Omicron è più contagiosa delle varianti precedenti, ma poco sapevamo finora sulla capacità di resistere al di fuori dell’organismo. Uno studio di alcuni ricercatori della Kyoto Prefectural University of Medicine, pubblicato BioRxiv e all’attenzione della comunità scientifica, fornisce una risposta a questo interrogativo.
Omicron sopravvive sulla plastica ben 8 giorni pari a 193,5 ore e sulla pelle fino a 21 ore, molto più a lungo rispetto alle altre varianti. Nel caso della plastica addirittura il triplo. Alpha, Beta, Gamma e Delta resistevano sul polistireme rispettivamente 56 ore, 191,3 ore, 156,6 ore, 59,3 ore e 114,0 ore. Ciò che è più preoccupante è la resistenza sulla pelle. Omicron con le 21 ore batte il ceppo di Wuhan (8,6 ore), Gamma (11 ore), Delta (16,8), Alfa (19,6 ore) e Beta (19,1 ore).
Questo potrebbe spiegare la velocità di propagazione che è da assoluto primato. Lo studio ha mostrato, secondo quanto si legge nella pubblicazione, che “Omicron ha la più alta stabilità ambientale tra le varianti e questa caratteristica gli avrebbe permesso di sostituire la variante Delta e di diffondersi con molta rapidità”.
Omicron, inoltre, avrebbe dimostrato anche una maggiore capacità di resistenza ai disinfettanti. Gli studiosi ribadiscono la necessità quindi di osservare in maniera più scrupolosa le consuete norme igieniche. La pulizia delle mani con sapone e l’uso dei disinfettanti presenti in commercio inattiva il virus in 15 secondi.