di Laura Della Pasqua
1. Passi in avanti per il vaccino spray
2. Lombardia epicentro dell’epidemia
3. Quinta dose, chi deve farla
1. Passi in avanti per il vaccino spray
Il vaccino spray nasale o in forma di pillola per bocca contro il Covid potrebbe arrivare in Europa già a metà dell’anno ma per l’approvazione bisognerà attendere ancora. Marco Cavaleri, responsabile della Strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, in una intervista all’Adnkronos, si è detto ottimista.
Da tempo sono in corso studi in tutto il mondo. Il CanSino, è già in uso in Cina ed è un vaccino inalatorio che utilizza un adenovirus disattivato. Altre tecnologie mucosali utilizzano invece un virus vivo ma attenuato, come il preparato di Codagenix, di tipo intranasale. Vaxart lavora invece a un vaccino orale, in forma di pillola.
Questi prodotti spray potrebbero proteggere anche dai contagi lievi e quindi bloccare del tutto la trasmissione del Covid perché stimolano la produzione di anticorpi IgA nelle mucose delle cavità del naso e della bocca, bloccando l’infezione sul nascere e inducendo quella che viene definita immunità sterilizzante. Per altre malattie, come la poliomielite, l’influenza e il colera, si sono già dimostrati efficaci. L’Ema si augura di poter vedere dei risultati clinici o di uso reale intorno alla metà del 2023. Ma per le autorizzazioni bisognerà attendere un confronto con le aziende produttrici e questo potrebbe richiedere altri mesi. La strada comunque è tracciata.
2. Lombardia epicentro dell’epidemia
La pandemia è stata favorita in alcune regioni dall’inquinamento, dalla mobilità e dalla fragilità assistenziale nel momento in cui il virus ha potuto propagarsi sia internamente agli ospedali sia nelle Rsa. La Pianura Padana è “l’epicentro epidemico” sia per numeri assoluti che mortalità e gravità. È questo lo scenario dell’Atlante Covid-19 sulla geografia del contagio in Italia presentato al Cnr.
Emergono tre Italie: a partire dal primo momento fino ad arrivare a giugno 2020 la propagazione virale si è intensificata significativamente nei territori inizialmente più colpiti e ha mantenuto – col passare dei mesi – la stessa proporzione tra Nord e Sud. Secondo i ricercatori, Emanuela Casti dell’Università di Bergamo, e Andrea Riggio dell’Università di Cassino, la Lombardia non ha mai perso il suo triste ruolo di epicentro epidemico italiano. Dallo studio è emerso che i fattori morfologici e climatici che influiscono sull’inquinamento e quelli abitativi che influiscono sulla densità e sulla mobilità degli abitanti rappresentano le cause che hanno favorito il contagio. Le regioni più dinamiche e internazionalizzate, come quelle del Nord Italia o le aree metropolitane, sono state le più colpite.
3. Quinta dose, chi deve farla
La quinta dose, o terzo richiamo, torna di attualità con la diffusione delle nuove varianti, Kraken e Gryphon, entrambe appartenenti alla famiglia di Omicron che ha dominato l’ultima grande ondata in Italia. Dei due ceppi si sa che sono più contagiosi ma meno aggressivi, ciò non toglie che le persone più fragili, gli anziani e gli immunodepressi siano a rischio. Di qui la sollecitazione da parte del Servizio sanitario nazionale a queste categorie, per effettuare la quinta dose. Prima di sottoporsi al booster è necessario che siano trascorsi almeno 120 giorni dall’ultimo richiamo o dall’avvenuto contagio (in questo caso occorre fare riferimento alla data del test risultato positivo). Nella stessa seduta è possibile effettuare anche l’anti-influenzale.