di Laura Della Pasqua
1. Perché alcuni vaccinati si ammalano gravemente?
2. Cosa fare se ci si contagia in vacanza?
3. Si può scoprire da quale variante si è stati colpiti?
1. Perché alcuni vaccinati si ammalano gravemente?
Alcuni anticorpi “impazziti” (auto-anticorpi), sarebbero responsabili di forme di infezione gravi del Covid anche in soggetti vaccinati, al punto da richiedere l’ospedalizzazione in terapia intensiva. Uno dei misteri della pandemia ha avuto una risposta dalla ricerca di un team internazionale a cui hanno partecipato l’Asst Ospedali Civili di Brescia, l’Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, l’Irccs Ospedale Bambino Gesù di Roma e l’Università di Roma Tor Vergata. Lo studio è stato pubblicato su Science Immunology. Il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata, tra gli autori dello studio, spiega che la ricerca approfondisce “i nostri precedenti studi, che avevano evidenziato la presenza di auto-anticorpi in grado di neutralizzare alte concentrazioni di interferone in almeno il 10% delle persone non vaccinate con polmonite critica da Covid-19″. Ma ora questi anticorpi “impazziti” sono stati trovati anche in alcuni soggetti vaccinati. Lo studio si basa sull’osservazione di un campione di 48 pazienti (tra 20 e 86 anni di età) che avevano ricevuto due dosi di vaccino a mRna contro il virus e, nonostante ciò, nell’arco di tempo che va da due settimane a quattro mesi dopo, avevano contratto l’infezione, sfociata in una grave polmonite. È emerso che grazie alla vaccinazione, 42 pazienti su 48 avevano regolarmente sviluppato anticorpi contro il Covid. Dieci di loro, però, pur avendo prodotto anticorpi in grado di neutralizzare il virus (come dimostrato da esperimenti in provetta), avevano anche auto-anticorpi contro l’interferone; quanto basta per indebolire le loro difese.
Gli interferoni sono una famiglia di proteine prodotte sia dalle cellule del sistema immunitario sia da cellule tessutali in risposta alla presenza di agenti esterni, come virus e batteri ma anche cellule tumorali. Quando una cellula è colpita da un virus produce l’interferone e lo cede alle cellule vicine, al sangue e alla linfa. È emerso che alte dosi di interferone prodotte dal vaccino erano neutralizzate da anticorpi impazziti che hanno mandato in tilt le difese dell’organismo, rendendolo più vulnerabile al Covid. Novelli sottolinea che “la presenza di auto-anticorpi anti-Ifn è quindi alla base di un difetto di risposta nell’immunità intrinseca che ha di fatto superato la normale immunità adattativa indotta dalla vaccinazione”.
2. Cosa fare se ci si contagia in vacanza?
I contagi stanno accelerando proprio in coincidenza con le partenze per le vacanze estive. Può accadere di scoprire di essere positivi mentre si è in viaggio, e allora che fare? In generale, per spostarsi con aerei, treni, navi o bus non è più necessario esibire il Green Pass, né fare i tamponi. Ai positivi è solo raccomandato di evitare i luoghi affollati e di usare la mascherina. Ecco una rapida carrellata di alcune regole oltre confine.
In Spagna sono cadute tutte le restrizioni e anche chi è positivo può circolare liberamente senza dover sottostare a una quarantena.
Non ci sono restrizioni di nessun tipo per i contagiati nel Regno Unito che è stato uno dei Paesi a far cadere per primo le limitazioni. Chi durante una vacanza in Inghilterra dovesse contagiarsi non ha l’obbligo della quarantena e può condurre una vita normale. Esiste solo una raccomandazione da parte delle autorità sanitarie a evitare contatti ravvicinati con persone fragili per 5 giorni e portare la mascherina. Si può rimanere in albergo per il tempo previsto e prendere l’aereo di rientro il giorno fossato dal proprio programma di viaggio.
In Francia chi si contagia durante la permanenza, è obbligato a 7 giorni di quarantena che diventano 5 se si è asintomatici. Il costo del soggiorno prolungato, in albergo o in casa, è a carico del turista. Non ci si può rimettere in viaggio fino a quando il test non è negativo. Per questo è meglio dotarsi di una assicurazione in grado di coprire le spese.
In Grecia, per chi è positivo, è obbligatorio l’isolamento per almeno 5 giorni e il turista deve provvedere a trovare una sistemazione dove trascorrere la quarantena. È vietato il viaggio di rientro in Italia anche per amici e familiari che sono entrati in contatto con il contagiato.
Per entrare negli Stati Uniti, oltre all’Esta, il visto d’ingresso, serve il certificato di vaccinazione. Non c’è più l’obbligo del test negativo 48 ore prima della partenza. È fondamentale l’assicurazione. Se ci si ammala bisogna osservare 5 giorni di quarantena con sistema a proprie spese e l’assistenza sanitaria è a pagamento. Non ci si può mettere in viaggio per il rientro o usare voli interni, finché non si è guariti.
3. Si può scoprire da quale variante si è stati colpiti?
Non ci sono più misteri sulle varianti. È in arrivo un tampone di nuova generazione. Si chiama CovarScan ed è in grado di riconoscere la variante del Covid che ha contagiato il paziente. Gli esperti della UT Southwestern, come riportato dalla nota rivista scientifica Clinical Chemistry, hanno messo a punto un nuovo test rapido che, in poche ore, può svelare la mutazione del coronavirus che ha infettato il soggetto, semplificando le decisioni cliniche e il monitoraggio della diffusione delle nuove varianti. “Utilizzando questo test, possiamo determinare molto rapidamente quali varianti sono presenti nella comunità e se una nuova variante sta emergendo”, spiega Jeffrey SoRelle che ha validato il test su oltre 4.000 campioni di individui. Attualmente per individuare la mutazione del virus si può ricorrere al sequenziamento dell’intero genoma, ma è un’operazione lunga e costosa che richiede alcuni giorni. Il CoVarScan se diffuso su larga scala, rappresenterebbe una svolta nella lotta al contagio.