Covid, la Campania preoccupa, ma il lanciafiamme non basta più – IL CIRIACO

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Prendiamo solo il dato diffuso ieri: in Lombardia 696 nuovi contagi e 13934 tamponi effettuati. In Campania 662 positivi con 7405 tamponi effettuati. Bisogna dirlo senza nascondersi: qui c’è qualcosa che non va e la Campania comincia a preoccupare. I toni trionfalistici con i quali un po’ tutti avevamo definito la gestione dell’emergenza di marzo, sembrano sfumare a fronte di una recrudescenza del virus che comincia a far emergere le crepe nel sistema. Quando il numero dei tamponi diminuisce e quello dei contagiati aumenta vuol dire che il sistema di tracciamento è in affanno e mostra il ritardo con il quale si è preso coscienza del problema. Certo, la voglia di “libertà” dopo il lockdown e l’arrivo dell’estate da vivere senza più restrizioni, ha mandato a gambe all’aria i sacrifici fatti nei mesi trascorsi chiusi in casa. Ma certo non è possibile imputare solo alla irresponsabilità dei cittadini (che pure esiste in maniera rilevante) il progressivo aumento della curva dei contagi. E’ anche impreparazione, sottovalutazione, leggerezza (una campagna elettorale condotta come se tutto fosse normale) salvo poi accorgersi che la situazione stava prendendo una brutta piega e facendo crescere il sospetto che i numeri, quelli veri, siano stati nascosti durante quel periodo. Eppure le immagini delle chilometriche file a Napoli per i tamponi restituiscono una difficoltà oggettiva che rischia di diventare un ingestibile caos se i numeri dovessero andare ancora più su. Non solo. Nel frattempo cresce nella popolazione il timore di essere costretta a subire decisioni drastiche come quelle di alcuni mesi fa con l’aggravante che la prima fase dell’emergenza pare non aver insegnato nulla. Cosi, mentre ritorna a livello nazionale la stagione dei Dpcm, in Campania il Governatore fa la voce grossa ma con un appeal diverso rispetto a sette mesi fa. La “politica del lanciafiamme” oramai non convince più nessuno, dovrebbero aumentare invece, e di molto, i tamponi e forse anche qualche chiusura mirata adesso potrebbe servire a spezzare la catena dei contagi e allontanare il rischio di decisioni più gravi. Bisogna intervenire adesso e dare un segnale forte, nessuno vuole credere che in primavera sia stata solo una questione di fortuna.

 



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