Covid: quarta dose e vaccini aggiornati, rischio impotenza dopo l’infezione, i problemi agli occhi

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di Laura Della Pasqua

1. Chi ha fatto la quarta dose, dovrà sottoporsi al vaccino aggiornato sulle varianti?

2. Long Covid: c’è rischio di impotenza?

3. Esiste un Long Covid negli occhi?

boccetta con vaccino su sfondo azzurro

1. Chi ha fatto la quarta dose, dovrà sottoporsi al vaccino aggiornato sulle varianti?

È partita la campagna vaccinale per la quarta dose agli over 80 e a persone con fragilità anche se ad ora sembrerebbe che solo il 10% del target abbia aderito. Complice probabilmente l’allentamento delle restrizioni, il calo del numero dei contagi che induce a ipotizzare la regressione della pandemia. Eppure numerosi studiosi stimano che, al termine della stagione calda che usualmente abbassa la pericolosità della trasmissione, nel prossimo autunno potrebbe esserci un’impennata. Sarebbe favorita dall’alta contagiosità di Omicron e dallo sviluppo rapido di nuove varianti, resistenti all’immunità data dai vaccini e da precedenti contagi.

Per settembre si attende un nuovo vaccino capace di proteggere da tutte le varianti. Ci si chiede se chi ha fatto la quarta dose dovrà sottoporsi a distanza di pochi mesi al vaccino aggiornato. Abbiamo girato la domanda al virologo Maria Chironna, professoressa dell’Università di Bari e responsabile del laboratorio di analisi Covid del Policlinico.

«Attualmente la quarta dose è raccomandata a soggetti appartenenti alle fasce d’età più avanzate o anche ai più giovani particolarmente vulnerabili o immunodepressi che rischiano la malattia grave. Oltre i 60 anni, comunque, è bene prenderla in considerazione, anche per l’elevato profilo di sicurezza degli attuali vaccini. Quando saranno approvati vaccini “aggiornati” o nuovi vaccini, auspicabilmente prima dell’autunno, è probabile che sarà necessaria un’altra dose con i vaccini aggiornati e si stabilirà anche a quale distanza dalla ultima dose effettuare la vaccinazione”.

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2. Long Covid: c’è rischio di impotenza?

Il Covid fa male anche al sesso. Secondo un recente studio dell’università Miami firmato da Ranjith Ramasamy, direttore della divisione di urologia riproduttiva, l’infezione aumenterebbe negli uomini il rischio di impotenza perfino del 20% se non addirittura di 6 volte rispetto a chi non è stato contagiato. «Quando i pazienti con il Covid iniziarono a riportare difficoltà erettili non gli abbiamo dato peso inizialmente, ma ora abbiamo visto che anche sei mesi dopo il contagio e a fronte della guarigione, in vari casi continuavano a esserci difficoltà in quel campo», ha spiegato Ramasamy.

Alle stesse conclusioni è giunto un altro studio, questa volta tutto italiano, condotto nei primi tempi della pandemia da Emmanuele Jannini, professore di endocrinologia e sessuologia medica all’università di Roma Tor Vergata. All’origine delle disfunzioni erettili ci sono una serie di cause. Esami radiologici ed ecografici hanno mostrato che il Covid può colpire i tessuti del tratto genitale maschile causando cicatrizzazioni che durano a lungo. Un altro problema è rappresentato dai danni cardiovascolari che possono manifestarsi sin dall’inizio della malattia nelle vene sanguigne che fanno affluire il sangue al pene. Potrebbero incidere anche i problemi di ansia sorti durante la pandemia.

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3. Esiste un Long Covid negli occhi?

Il Covid colpisce soprattutto i polmoni ma ha effetti collaterali in altri organi che risentono del’infezione anche quando il paziente si è negativizzato. Poco si parla dell’impatto sugli occhi. Abbiamo girato il quesito al chirurgo oftalmico Lucio Buratto, oculista di fama internazionale, precursore nella chirurgia della cataratta.

Il Covid colpisce vari organi e anche l’occhio. Induce problemi oculari meno noti di quelli sistemici di importanza vitale. Sono piuttosto rari e non comportano conseguenze gravi. Parliamo di congiuntiviti, problemi alla retina e forme microemorragiche. Le normali terapie agiscono poco. Con la riduzione della patologia si riducono anche i fenomeni oculari.

Qual è la cura indicata?

Manca una cura vera e propria, esistono terapie che attenuano i disturbi ma non lo risolvono. Esiste un Long Covid nell’occhio. Sono effetti che persistono anche a lungo. L’occhio non è una struttura che guarisce rapidamente, anche le congiuntiviti rimangono a lungo, addirittura mesi. Comunque non è una patologia che vediamo spesso, sono forme piuttosto rare.












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