di Laura Della Pasqua
1. Chi deve fare la quarta dose?
2. Vaccinazione, filler e punturine: pericolo di reazioni avverse?
3. I probiotici aiutano a prevenire e combattere il virus?
1. Chi deve fare la quarta dose?
Dal 1° marzo sono partite le quarte dosi per il vaccino, ma non per tutti. Quali sono i soggetti interessati? «La quarta dose è una realtà già in diversi Paesi. È prevista di fatto soltanto per pazienti con determinate patologie, in caso di immunodepressione e comunque soltanto in soggetti di età superiore ai 18 anni, sebbene con tempistiche – tra terza e quarta – diverse a seconda dei diversi Paesi» afferma l’immunologo Mauro Minelli. La quarta dose con vaccino Pfizer e Moderna sarà somministrata dopo quattro mesi dalla terza. «I dati attualmente disponibili sulla reale efficacia della quarta dose sono insufficienti per poter affermare con certezza se la dose sia effettivamente utile – dopo pochi mesi dalla terza – a incrementare la protezione nei confronti del virus, che a oggi pare meno cattivo rispetto al suo esordio di due anni fa», dice Minelli. «Per i soggetti non fragili, sarebbe opportuno, a mio avviso, attendere qualche mese per osservare la reale evoluzione della pandemia che sta regredendo in termini di severità clinica per la concomitante presenza di Omicron e la crescita della campagna vaccinale».
2. Vaccinazione, filler e punturine: pericolo di reazioni avverse?
Con l’abolizione dell’obbligo della mascherina all’aperto, il viso è tornato in primo piano. Già nello scorso periodo natalizio sono aumentati gli interventi di medicina estetica, per trovarsi pronti per la primavera, nella prospettiva di un allentamento delle restrizioni. Nel 2021 i trattamenti estetici al viso hanno avuto una crescita del 50% rispetto all’anno precedente. Ma la domanda che tutti si pongono oggi è se esiste un’interazione iniezioni di filler e il vaccino anti-Covid e se c’è il rischio di reazioni avverse.
Sul tema si è espressa nel 2020, l’americana Fda (Food and Drug Administration) che ha emesso un alert attraverso un articolo Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee December 17, 2020 Meeting Briefing Document in cui si segnalano 3 casi di reattività al vaccino Moderna in pazienti che erano stati sottoposti a trattamento iniettivo con filler a base di acido ialuronico. La sperimentazione si è svolta su 300 mila dosi di vaccino somministrate e nei tre pazienti, a distanza del mini intervento, si sono riscontrati effetti quali edema, arrossamento, lieve dolenzia. Le reazioni erano circoscritte nella zona in cui era stata effettuata l’infiltrazione con acido ialuronico (zigomi e labbra).
Le maggiori società scientifiche di medicina estetica italiana hanno elaborato alcune linee guida che il medico dovrebbe seguire prima di un trattamento a base di acido ialuronico. «Tranquilli, le punturine si possono fare anche con il vaccino, basta osservare alcune accortezze», spiega il medico estetico Anadela Serra Visconti, membro della Società italiana di Medicina estetica e autore di numerosi libri sulla salute e il benessere. «Se la persona ha fatto un trattamento di medicina estetica che può essere filler a base di acido ialuronico, biostimolazione, radiofrequenza o altri per il viso, è prudente aspettare 15 giorni prima di fare il vaccino anti Covid, se nessuno di questi trattamenti ha dato problemi».
E chi ha fatto il vaccino quanto deve aspettare prima delle punturine? La dottoressa Visconti spiega che “sono stati rilevati casi di persone che dopo aver fatto un trattamento con acido ialuronico, anche a distanza di 15 giorni dal vaccino Covid, hanno manifestato una sensazione di gonfiore, un edema o un rigonfiamento nelle parti trattate. Chi dopo aver fatto due dosi di vaccino ha avuto problemi con delle manifestazioni di cui dicevo sopra, è opportuno che attenda un mese dal trattamento estetico prima di fare la terza dose vaccinale. Per chi non ha avuto in precedenza nessun sintomo, 15 giorni di intervallo sono sufficienti”. Visconti poi sottolinea che “i soggetti allergici, prima di sottoporsi sia al vaccino anti-Covid che ai trattamenti estetici, dovrebbero consultare il proprio medico”.
3. I probiotici aiutano a prevenire e combattere il virus?
Un nuovo contributo alla lotta contro il Covid-19 potrebbe arrivare dai probiotici. È quanto emerge dallo studio realizzato da AB-BIOTICS, azienda biotecnologica spagnola parte della multinazionale giapponese Kaneka, e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Gut Microbes.
I probiotici sono microrganismi, soprattutto batteri, viventi e attivi, contenuti in determinati alimenti o integratori e in numero sufficiente per esercitare un effetto positivo sulla salute dell’organismo, rafforzando il sistema immunitario. Alcuni studi hanno suggerito che i probiotici orali possono avere un ruolo nelle infezioni respiratorie come il raffreddore e l’influenza. Pur non essendoci al momento un trattamento a base di probiotici approvato o raccomandato a livello ufficiale per trattare o prevenire il Covid-19, lo studio di AB-BIOTICS è il primo a fornire indicazioni positive sull’utilizzo della formula AB21, costituita da 4 specifici ceppi probiotici. Secondo la ricerca, questa formula produce significativi effetti positivi nei pazienti ambulatoriali affetti da Covid-19 in forma lieve, con benefici sul tasso di guarigione, durata dei sintomi e carica virale. Dopo la somministrazione della formula probiotica, il 53,1% dei pazienti ha raggiunto la remissione completa dal Covid entro 30 giorni, contro il 28,1% del gruppo placebo. È stato registrato anche un aumento degli anticorpi contro il virus. Se altri studi confermassero questi risultati, si potrebbero aprire nuovi scenari.
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