Laura Nargi sarebbe pronta ad accettare le condizioni dei festiani, questione di ore. Non avrebbe posto nessun veto alle richieste dei gruppi di Davvero e W La Libertà che hanno stilato nei giorni scorsi una sorta di programma bis, postelettorale, che integra le linee programmatiche già votate in Aula all’inizio della consiliatura.
E su queste proposte che si suggella un rinnovato patto di maggioranza. Ma non solo.
La sindaca dovrebbe nominare in giunta sette assessori indicati dall’ex sindaco: Tonino Genovese (ai Lavori pubblici e Urbanistica), Peppino Negrone (all’Ambiente), Jessica Tommasetta (Politiche sociali), Gianluca Gaeta (Politiche giovanili e Sport), Monica Spiezia (Istruzione), Mario Spiniello (al Patrimonio). Vice sindaca resterebbe Marianna Mazza. Questi i nomi, la distribuzione delle deleghe sarebbe in via di definizione.
In quota Nargi, ci sarebbe Alberto Bilotta (deleghe ad Attività produttive e Commercio). Come tecnico rimane Alessandro Scaletti al Bilancio.
Infine, secondo quanto chiedono i festiani, la stessa sindaca dovrà nelle parole e con i fatti ribadire di essere una loro, scelta ed eletta dall’ex sindaco.
Che cos’altro vuole Festa? In realtà spera ancora che entro la fine di febbraio il sindaco si dimetta. Festa vuole tornare protagonista, E’ sicuro che l’inchiesta Dolce vita non avrà ulteriori conseguenze sul piano politico.
Vuole essere sindaco. Ma non può perché la sindaca sembra intenzionata cedere quasi su tutto pur di conservare la fascia tricolore, ovvero per tenere fede al mandato. L’arrendevolezza di Nargi, la sua pazienza, la sua resilienza hanno fermato per il momento l’offensiva politica di Festa. Inutile accanirsi seppure sta perdendo l’occasione per andare al voto in primavera: potrà farlo se l’amministrazione “cade” prima del 4 febbraio.
Però Nargi fa buon viso a cattivo gioco, nonostante sa bene che la convivenza con Festa sarà complicata perché la spaccatura in maggioranza è insanabile. Festa non si fida di Nargi, e viceversa. E comunque, il sindaco non ha una sua maggioranza, anche se dirà di essere festiana.
Se Nargi è un muro di gomma, l’ex sindaco non potrà che fare il regista. Anche perché i suoi non vogliono rinunciare alle deleghe, bensì vogliono amministrare, gestire l’apparato, sedere in giunta o in consiglio, capitalizzare il consenso. Non vogliono tornare subito in campagna elettorale, chiedere ancora il voto dopo aver combinato poco. Festa dovrà far altro, magari candidarsi alla Regione.