E’ dedicato a “Selvaggi criminali. Storia della deportazione penale nell’Italia liberale (1861-1900)” di Olindo De Napoli, professore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” l’incontro inserito nell’ambito de “Gli appuntamenti della storia” presso la libreria “Mondadori” al Corso Vittorio Emanuele II di Avellino.
Venerdì 29 novembre alle ore 18.00 la presentazione del volume. A confrontarsi con l’autore Mariano Nigro ed Ermanno Battista del Comitato di Avellino dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Olindo De Napoli è docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Le sue ricerche si concentrano sul razzismo fascista, sulla storia amministrativa del colonialismo italiano, sulle ideologie giuridiche del colonialismo e sulla deportazione coloniale in Italia in età liberale.
Anche in Italia, all’indomani dell’Unità, si immaginò che la deportazione potesse essere lo strumento ideale per sconfiggere i briganti, tanto da essere al centro dell’attenzione del partito colonialista italiano e di molte iniziative di esploratori e avventurieri italiani che cercavano terre da conquistare in quadranti che vanno dal Marocco al Mar Rosso, dal Borneo alla Polinesia. Molti vedevano nella deportazione l’occasione per dare il via all’espansione coloniale e nei loro scritti attingevano a un immaginario utopico che si nutriva dell’idea che i criminali, deportati in lande selvagge, potessero rigenerarsi lavorando la terra e dominando i selvaggi.
Fondato su una ricerca d’archivio originale e solidissima, il libro di De Napoli riporta alla luce un tema dimenticato della nostra storia, di grande attualità oggi con il ritorno delle ‘classi pericolose’ e del tema del controllo sociale al centro del dibattito pubblico.
Fondato su una ricerca d’archivio originale e solidissima, il libro di De Napoli riporta alla luce un tema dimenticato della nostra storia, di grande attualità oggi con il ritorno delle ‘classi pericolose’ e del tema del controllo sociale al centro del dibattito pubblico.