«Non sento più parole, da parte delle deputate, delle donne in politica, sui grandi temi del nostro tempo. Non sento più parole nei talk show, nelle sedi politiche e istituzionali. E questo mi fa paura».
L’onorevole Alberta De Simone riflette sulla crisi della politica e della rappresentanza, sul silenzio rispetto alle questioni del nostro tempo, ad esempio l’utero in affitto, per le quali, invece, si sarebbero consumate aspre battaglie, fino a qualche decennio fa.
E’ solo uno delle tante sollecitazioni emerse a Sant’Angelo dei Lombardi, dove, giovedì sera, al centro culturale “Francesco Saverio Matteo” presso il centro sociale Don Bruno Mariani, è stato presentato il suo libro, “Un insolito inverno”, edito da Liguori, nell’evento organizzato da Rete Irpina di Cultura popolare aps “David Sassoli”.
Forti sono state le sue sollecitazioni alle giovani donne presenti in sala, a vivere la stagione della partecipazione, come è stata vissuta negli anni ’50, e come viene raccontata nelle pagine del libro. Altrettanto deciso il suo appello nel rilanciare il ruolo della scuola, offesa e violentata nel periodo della pandemia, invece luogo in cui praticare l’uguaglianza e la crescita.
Il Covid, una delle dimensioni in cui si sviluppa la narrazione di Alberta De Simone, è stato oggetto di riflessione del sindaco Marco Marandino, che si augura ora nuove prospettive rispetto alla fragilità del nostro tempo.
L’esperienza dell’ex deputata, donna, esponente politica, docente, amministratrice dei territori, l’ha ripresa Rosanna Repole nel suo intervento, ricordando i traguardi raggiunti a livello nazionale come in provincia di Avellino. Ha ripercorso le pagine del libro, pregno di ricordi da parte dell’autrice ma con uno sguardo sempre proiettato avanti, identificandosi l’ex sindaca di Sant’Angelo dei Lombardi in diversi momenti di un percorso condiviso, pur da angolazioni diverse, ma sempre convergenti.
Da quei due anni di pandemia, in quei mesi di isolamento, De Simone ha messo su carta ricordi, pensieri, ha ricostruito percorsi e innescato dubbi, come donna, madre, donna in politica: una “diarioterapia”, ha detto la professoressa Mariangela Vuolo, ricordando il lungo impegno nel tempo di De Simone in politica e al fianco delle donne. Un successo per tutti, il patto trasversale tra parlamentari raggiunto nel ’96 per la legge sulla violenza sessuale, non più contro l’onore ma contro la persona.
Con questo libro si compiono tanti viaggi. Ed è la chiave di lettura che ha consegnato la scrittrice Emanuela Sica. Sono i viaggi che De Simone fa nel mondo del coraggio e della giustizia, della suggestione, della malattia, della fede, e il viaggio del sogno, quando l’autrice trova una magica sintonia con lo spirito della madre.
E’ stata una serata di interazioni, tra lettura, parlato e musica: la professoressa Rosaria Famiglietti ha scelto questa strada, per interfacciarsi con l’onorevole De Simone sull’attualità, su quel che resta delle battaglie condotte anni fa, accompagnando le sue riflessioni con Katia Cogliano e Greta Maria Grella, pianoforte e voce. E cercando una nuova chiave di lettura, quella da consegnare alle nuove generazioni.
La storia che la scrittrice De Simone pone al centro dell’attenzione è quella di Franca Viola, la prima donna italiana che in Sicilia rifiuta il matrimonio riparatore, dopo le ripetute violenze dell’uomo che voleva possederla nel corpo e nell’anima. E’ il monito lanciato a quanti vorranno e sapranno coglierlo.
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