Un dolore acuto ai denti che scatta non appena si addenta qualcosa di molto freddo: stando a una ricerca dell’istituto GfK, commissionata da Gsk Consumer Healthcare, capita al 34% degli italiani, vittime dell’ipersensibilità dentale. Le colpe? «Un’usura dello smalto che perde idrossiapatite, il minerale che dà durezza e consistenza», spiega il dottor Massimo Mingardi, odontoiatra e docente al corso di laurea in Igiene dentale dell’Università Milano-Bicocca. «La sua funzione barriera va in tilt e mette allo scoperto la dentina: questo tessuto è percorso da microscopici canalicoli, i tubuli dentali, all’interno dei quali scorrono fibre nervose che, non più protette, reagiscono agli stimoli termici con il dolore».
Denti sensibili: passare al contrattacco non è difficile, con la giusta prevenzione e, quando non basta, con cure su misura.
Mano leggera e dentifrici ok
Il primo segreto per non soffrire di denti sensibili: evitare spazzolini con setole extrastrong e lavarsi i denti con il corretto movimento (dal rosso della gengiva al bianco della corona), senza troppa energia. «Chi ha la mano troppo pesante rischia di provocare abrasioni dello smalto, o di creare uno scalino alla base dei denti che scopre la dentina», spiega Mingardi. «Se non si riesce ad adottare la giusta forza, meglio scegliere uno spazzolino elettrico: ha movimenti calibrati, ideali per pulire senza traumi».
Da evitare anche i dentifrici strong, verificandone il coefficiente di abrasività: «È indicato sulla confezione con la sigla RDA seguita da un numero. Quello ideale non deve superare il 50», suggerisce l’esperto. Ok, inoltre, a prodotti che contengono fluoro o di idrossiapatite: forniscono minerali utili a mantenere al top lo smalto. Attenzione invece a quelli sbiancanti: a volte sono eccessivamente abrasivi. Meglio non usarli per periodi prolungati. No, invece, a trattamenti sbiancanti fai da te con bicarbonato di sodio, o un mix di sale da cucina e succo di lime: sono abrasivi».
Denti sensibli, le regole a tavola
Per evitare la sensibilità dentale, occhio a quel che si mangia: le spremute d’agrumi, soprattutto di limone e arancia, complice il grado di acidità, alterano il pH della bocca causando l’erosione o il consumo dello smalto. «Per evitare guai e tamponarne l’azione, subito dopo basta bere un bicchiere d’acqua o di latte», suggerisce il dottor Mingardi.
«Attenzione anche a dolci, succhi di frutta e carboidrati: contengono glucosio, saccarosio e fruttosio, zuccheri che permettono ad alcuni batteri presenti in bocca di produrre acidi che intensificano il processo di demineralizzazione. Dopo averli consumati è bene lavarsi i denti, aspettando però almeno una mezz’ora: subito dopo il loro consumo, infatti, il grado di acidità in bocca si innalza, i denti sono più vulnerabili e lo spazzolamento rischia di essere traumatico. Ok, invece, a verdure fibrose da sgranocchiare come snack e a bicchieri d’acqua da sorseggiare fuori pasto: incrementano la produzione della saliva, che consente il “restauro” dello smalto perché contiene ioni di calcio e fosfato che vengono reintegrati nella struttura del dente».
Sensibilità dentale, i rimedi dal dentista
Le regole di prevenzione rimangono un must anche se si soffre già di sensibilità, ma in questo caso è bene mettere in nota una visita dentistica: lo specialista può valutare se il disturbo è causato da una patologia (una carie, una gengivite, o una malattia paradontale che provoca un arretramento delle gengive, per esempio) da affrontare con cure mirate, o se dipende “solo” dai tubuli dentali.
«In questo caso, il primo provvedimento è usare uno spazzolino con setole extrasoft, abbinato a un dentifricio specifico che contenga sostanze desensibilizzanti come il nitrato di potassio o il fluoruro stannoso: anestetizzano o bloccano i fori dei tubuli, minimizzando i fastidi», suggerisce l’esperto. «Ok anche a chewing gum o collutori che contengono probiotici, a volte associati a cristalli di idrossiapatite, che aiutano a ripristinare una corretta flora batterica orale, prima difesa nei confronti delle aggressioni allo smalto».
Se questo non basta, ci sono trattamenti desensibilizzanti da effettuare nello studio odontoiatrico: «Il dentista applica una luce laser sui denti, eventualmente associata a un bio smalto (un gel a base di sostanze rimineralizzanti) e sigilla i tubuli scoperti», spiega Mingardi. Il trattamento dura 20-60 minuti, costa da 100 ai 400 € a seconda del numero dei denti da trattare e il dolore di solito comincia a scomparire dopo poche settimane. «Se la sensibilità è molto intensa ed estesa a tutti i denti il medico può suggerire un trattamento domiciliare», spiega il dottor Mingardi: «Sono mascherine su misura da indossare sulle arcate, tutte le notti e per almeno 1 mese, dopo averle riempite con un bio smalto o con della caseina». I costi a partire da 500 €.
Quando la colpa è del bruxismo
Denti sensibili: a volte dipende dal bruxismo, l’abitudine di digrignare i denti durante la notte. Se involontariamente si serrano le mascelle durante il sonno, le arcate frizionano l’una sull’altra e a farne le spese è l’integrità dello smalto. In questo caso, la soluzione per evitare guai è utilizzare un bite, una mascherina morbida da far aderire su un’arcata che, a mo’ di cuscinetto, protegge i denti dallo sfregamento. Può essere modellata dal dentista, oppure acquistata in farmacia, dove ci sono mascherine antidigrignamento adattabili a ogni tipo di bocca.
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