Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Antonio Sibilia, il “Commendatore”, come lo chiamavano tutti in segno di rispetto. Ha portato ad Avellino il grande calcio, la seria A in una piccola città. I Lupi hanno dato identità, orgoglio e passione all’Irpinia. Siamo nel 1970: Sibilia diventa presidente e in soli tre anni porta la squadra in serie B, poi nel 1978 in serie A.
Gli avellinesi da quel sogno non si sono ancora svegliati, Sibilia è rimasto nel cuore di tutti.
“Ha fatto dello sport la sua ragione di vita, della lealtà e dell’attenzione per gli altri i suoi ideali. Siamo orgogliosi di quello che è stato mio padre. Speriamo di continuare le sue gesta, di essere all’altezza del suo esempio, di fare qualcosa di positivo”, racconta Cosimo Sibilia, parlamentare di lungo corso, esponente di spicco del centrodestra, ex Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, vice presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Sibilia parla su SportChannel 2014 intervistato da Titty Festa: “Ricordo quando vincemmo il campionato di serie C. Nessuno scommetteva sull’allenatore Antonio Giammarinaro. Tra lui è mio padre c’era un rapporto di odio e amore. Odio in senso sportivo, s’intende. Mio padre – spiega Sibilia – era in tutti i sensi un protagonista che si assumeva i rischi ma ci teneva anche a prendersi, quando era giusto, i meriti”.
Altri tempi: nello sport c’era correttezza, rispetto. “Purtroppo – osserva Sibilia- nel calcio di oggi, troppo spesso, non vale la parola data. L’ho detto nell’assemblea della Figc: c’era un accordo in merito al proseguimento della mia attività sportiva (prevedeva la presidenza a Sibilia ndr) che è stato disatteso. Purtroppo mi dispiace constatare che c’è un ambiente cinico, spietato, funestato, da traditori. Per tale ragione mi sono dimesso. Credo di aver dato dimostrazione, almeno dai riscontri che ho avuto, di essere una persona seria”.
Una battuta infine Sibilia la riserva alla situazione dell’Avellino Calcio: “Biancolino sta lavorando bene, è stato un calciatore di carattere, sarebbe piaciuto a mio padre”.