“Tutto è bbuono chello ca fernesce accossì accossì”. Gusto per l’iperbole, amore per il paradosso, passione per il rovesciamento dei luoghi comuni. E proverbi che si attorcigliano in uno specchio deformato, come “Beati i senzatetto che vedranno il cielo”. E’ la cifra di un autore particolare, drammaturgo, scrittore, filosofo, Manlio Santanelli che da anni diverte e sconcerta il pubblico italiano ed europeo con le sue storie ai limiti dell’assurdo, tanto che per lui si sono citati in più occasioni Ionesco e Pinter, o Beckett; autori a cui somiglia per la grande capacità dialogica e per le incongruenze dei personaggi ma da cui si discosta per il legame con la tradizione più autentica del teatro italiano.
Tra le tante opere, da “Uscita di emergenza” con la quale diede l’avvio ad un nuovo corso di drammaturgia di area napoletana, a “Regina Madre”, alle riscritture di Pulcinella o allo straordinario “Il baciamano”, Santanelli oggi giunge a Gian Battista Basile, un approdo inevitabile considerate le assonanze con l’immaginifico autore “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille” la raccolta di 50 fiabe chiamata anche “Pentamerone” che è alla base della favola europea, radice della lingua napoletana e su cui hanno espresso importanti ricerche, intellettuali e studiosi da Benedetto Croce a Michele Rak a Roberto De Simone.
Venerdì 5 aprile alle 18.00 alla Libreria Imagine’s Book di Salerno si presenta il libro “Dieci favole antiche alla maniera di Gian Battista Basile” di Santanelli, ispirate all’ autore del “Racconto dei racconti”. Con Santanelli intervengono l’antropologo Vincenzo Esposito docente all’Università di Salerno, il sindaco di Bracigliano, Giovanni Iuliano, paese che ha dato vita al Parco letterario dedicato a Basile, coordina la giornalista Luciana Libero. Un approdo inevitabile quello di Basile per Santanelli che ha costruito sui barocchismi della parola le sue trame narrative e teatrali che lo hanno portato ad essere rappresentato in numerosi teatri europei oltre che in Italia. Edito da Kairos Edizioni, con una prefazione del professore Matteo Palumbo e l’introduzione di Yvonne Carbonaro, il libro racconta dieci storie inconsuete e bizzarre, con l’uso di una lingua barocca fortemente espressiva che si avvale delle illustrazioni degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Manlio Santanelli nasce a Napoli, città in cui vive e lavora. Dopo molti anni alla RAI nel settore-prosa, decide di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura teatrale. Fra i tanti testi teatrali ricordiamo Uscita di Emergenza (Premio IDI e Premio Nazionale Associazione Critici Italiani), Regina Madre, rappresentata in Italia come in molti paesi esteri nelle rispettive lingue, Pulcinella (Premio Taormina Arte), Disturbi di memoria, Il Baciamano, Napoli zompa e vola, Pigmalione, Napoli non si misura con la mente… Al Festival di Avignone presenta ben due commedie, Il Baciamano (Le Baise-main) e Disturbi di memoria (Troubles de Memoire). La Casa Editrice Guida gli ha pubblicato Bellavista Carolina, Uscita di Emergenza, Un eccesso di zelo, la raccolta di racconti con il titolo Racconti Mancini. La casa editrice Caracò ha pubblicato il suo romanzo breve La venere dei terremoti. Con Giammarino Editori esce la seconda raccolta di racconti dal titolo Religiose, militari e piedi difficili, e il racconto lungo intitolato Per oggi non si cade. Nel 2016 esce per la casa editrice di Caserta L’aperiA una terza raccolta di racconti dal titolo Bianco, pane e frutta, e nello stesso anno La serva del principe con la casa editrice Kairós Edizioni. I suoi testi sono rappresentati in Italia ed è tra gli autori italiani più rappresentati in Europa.
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