Diecimila guerriere in rosa invadono la città e gridano il loro amore per la vita. Iannace: difendiamo la sanità pubblica

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E’ un fiume in rosa, simbolo di speranza, ad invadere la città. Un fiume che racconta attraverso canti, striscioni, magliette l’amore per la vita, anche per chi non c’è più. Sono oltre diecimila a partecipare al corteo delle guerriere in rosa, voluto come ogni anno da Carlo Iannace, primario della breast unit del Moscati con il sostegno delle Amdos, Amos, e Donne in rosa. Iannace ricorda le donne “che hanno lottato con coraggio ma che non possono sfilare con noi, come Silvana Ianuario, per anni alla guida dell’Amdos, a cui è dedicata questa giornata. Portiamo avanti questa camminata anche nel ricordo della sua forza. Silvana voleva una sanità presente sui territori, dobbiamo difendere il servizio sanitario pubblico che è la nostra ricchezza”. Rilancia la sfida della prevenzione: “unica strada per vincere il cancro. Camminiamo da circa dieci e sappiamo che questa è la strada giusta. La grande partecipazione della gente ci incoraggia ad andare avanti”. A caratterizzare il corteo anche la presenza della Croce di San Pio e della fiaccola per la vita di Pietrelcina benedetta a Montevergine dall’abate Riccardo Guariglia.

E’ il sindaco di Pietrelcina Salvatore Mazzone a sottolineare il  valore dell’abbraccio tra Pietrelcina e Mercogliano “Siamo onorati di prendere parte a questa camminata rosa. E’ bellissimo perchè sono state create per volontà di Iannace due manifestazioni che hanno lo stesso obiettivo, sensibilizzare al valore della prevenzione. Vogliamo che da qui partano messaggi importanti, a partire dalla lezione di San Pio, il sapersi donare agli altri”. Mentre il sindaco Vittorio D’Alessio pone l’accento sulla grande partecipazione del pubblico e sull’importanza del Comune di Mercogliano di offrire il proprio contributo alla manifestazione “Siamo orgogliosi che il corteo rosa parta da Mercogliano”. Presenti anche il direttore del Moscati Renato Pizzuti e l’oncologo Cesare Gridelli.  E’ Gridelli a sottolineare come “E’ importantissimo accendere i riflettori sulla prevenzione, abbiamo fatto numerosi passi in avanti nelle terapie ma solo con la prevenzione potremo dare un contributo importante alla lotta al cancro”. Mentre Pizzuti ribadisce come “Il Moscati c’è sempre stato e sempre ci sarà, crediamo fortemente nella sfida legata al trattamento dei tumori. Questa grande partecipazione popolare è un segnale di forte attenzione, responsabilizza i singoli e le istituzioni sul tema della prevenzione”. Particolarmente significativa la sosta al centro autismo, dove sventolano le manine blu tra i partecipanti al corteo. Iannace ribadisce “la grande attenzione rivolta ai ragazzi autistici. Vogliamo che questo centro apra al più presto”. A fare sentire la loro voce anche Rita Nicastro e Giovanni Esposito del Tribunale per i diritti del malato e del Mid che rilanciano sulla necessità che il centro per l’autismo non sia gestito da privati ma dall’Asl. Presenti anche i ragazzi di Ets Pianeta Autismo. Tanti anche i sindaci del territorio che hanno voluto partecipare insieme a tante associazioni, da Europadonna ai podisti di Montella fino agli sbandieratori di Altavilla. Quindi la sfilata al Corso Vittorio Emanuele, ad unirsi alla marcia anche il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola che sottolinea il lavoro straordinario svolto da Iannace e il valore di un’iniziativa come questa per sensibilizzare sul tema della prevenzione “Una sfida che si vince con la conoscenza e i servizi, offrendo l’opportunità alle donne di monitorare la propria vita si raggiungono risultati importanti. La Regione è qui, bella questa partecipazione di persone che è segno di grande sensibilità sul tema”. A rappresentare il Comune di Avellino l’assessore alle politiche sociali di Avellino Marianna Mazza: “Una camminata che rappresenta la speranza, la testimonianza che si può vincere questa battaglia e il coraggio di chi porta avanti questo percorso e di chi non c’è più”.

Emozionante l’arrivo delle guerriere in cattedrale. Il vescovo Arturo Aiello saluta il popolo rosa, “un popolo rivoluzionario”, le esorta a non arrendersi e ricorda come “una festa può nascere anche da una ferita, da una debolezza. Lo dimostrate voi oggi. Una lezione così diversa da quella che ci consegna una società che ci chiede di essere sempre perfetti. Ma la vita non avrebbe senso senza ferite, tuttavia, non siamo soli quando dobbiamo fare i conti con la sofferenza o con la malattia. Chi non c’è più non ha perso questa battaglia, ciò che è importante è vivere e morire per un ideale, per qualcuno. Ecco perchè vi auguro buon cammino. Sono proprio i limiti che esaltano la nostra forza”. Quindi l’arrivo dei podisti con la fiaccola per la vita e la consegna di una targa da parte del dottore Carlo Iannace a Giuseppe Silvestri e ai figli nel nome di Silvana. A chiudere la camminata rosa sono le bolle di sapone, richiamo al sudore di chi lotta ogni giorno, lanciate in aria insieme ai palloncini, perchè raggiungano chi non c’è più con tanto di rinfresco a base di anguria per tutti.


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