“Digitalizzazione vuol dire trasparenza, veniamo da 5 anni di opacità” – Corriere dell’Irpinia

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AVELLINO – “Digitalizzazione vuol dire trasparenza, ma al Comune di Avellino, nonostante quello che dice la coalizione della Nargi, abbiamo avuto cinque anni di buio. Di opacità. Lo dimostrano le decine e decine di delibere e determine non pubblicate”: lo ha detto questo pomeriggio Vincenzo Ciampi, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, nel corso dell’evento organizzato presso il comitato elettorale di Antonio Gengaro in piazza Libertà.

Un incontro pubblico al quale ha partecipato anche la parlamentare Cinque Stelle Carmela Auriemma: “Vengo ad Avellino con piacere per sostenere la lista del M5S alle Amministrative. Perché ho fatto anche io la consigliera comunale – ha detto la parlamentare – e so cosa vuol dire in termini di impegno e sacrificio. So che ve la giocate e che c’è la possibilità di arrivare al ballottaggio. Ve lo auguro e lo auguro ai cittadini di Avellino perché così potrete progettare insieme una nuova città digitale”. 

Con lei, al tavolo dei relatori, due dei candidati consiglieri della lista che il M5S ha presentato a sostegno di Gengaro: Sergio Pagliarulo e Sara Spiniello. “Cinque anni fa – ha detto Pagliarulo – il Comune di Avellino presentò diversi progetti da finanziare con i fondi previsti per la cosiddetta Transizione Digitale. Uno per la reimpostazione del sito istituzionale dell’Ente, due per l’integrazione e l’implementazione dei servizi digitali ai residenti (tipo la piattaforma PagoPa, l’identità digitale…); uno per la creazione di un collegamento al cloud nazionale per le certificazioni digitali; e infine anche un progetto per l’interoperabilità dei database. Ma alcuni di questi progetti sono sfumati. Pochi giorni fa è stato presentato uno studio sulla ‘maturità digitale’ delle amministrazioni comunali dei capoluoghi, e Avellino si trova nel gruppo dei peggiori. Ma dico di più: anche se ci trovassimo nel gruppo dei Comuni più all’avanguardia, saremmo comunque in ritardo, perché qui da noi non si parla per nulla di intelligenza artificiale”.

“Di processo di digitalizzazione – ha detto Auriemma – se ne parla in Italia dal 2005, ma è un processo che non si è mai pienamente realizzato. Ancora oggi quando presentiamo un’istanza al Comune ci vengono chiesti documenti che sono già in possesso del Comune stesso! Oppure pensate a quando andrete a votare tra una decina di giorni e vi dovrete portare appresso quella scheda elettorale cartacea, che finisce sempre per perdersi in chissà quali cassetti dimenticati. Eppure si potrebbe tutto trasportare su digitale, magari sulla carta d’identità elettronica. E poi è ancora molto alto il tasso di analfabetismo digitale. Ci sono ancora molte, troppe, persone che non sanno usare lo Spid. C’è ancora molto da fare, e nello stesso tempo dovremmo anche fare i conti con le novità che potrà introdurre l’uso dell’intelligenza artificiale: su questo punto i nostri Comuni non sono ancora pronti”.

“Digitalizzare la città significa assecondare la nuova tendenza del lavoro nomade, in co-working, abbattere la mobilità, usare meno auto, migliorare la qualità dell’aria. Significa anche aiutare la democrazia diretta, per esempio dando il via alla possibilità di raccogliere digitalmente le firme per i referendum (un’attività che oggi arriva a costare anche cifre alte, sui 50/60mila euro, rendendoli quindi accessibilità solo ad alcune associazioni e non a tutte). Certo, c’è il rischio che queste nuove tecnologie facciano perdere posti di lavoro, ma ne creeranno di nuovi, e nel frattempo si potrebbe attivare il Reddito universale di cui si parla anche in Europa”.

“Noi – ha ricordato Auriemma – siamo stati vittima di un grande pregiudizio su questa storia del Reddito di cittadinanza. Alla fine, dopo tutte le polemiche, è stato accertato che le truffe erano solo lo 0,7 per cento del totale. Ricordo un episodio: c’era un salumiere che protestava contro il Reddito e gli feci notare che proprio dietro di lui, nel suo negozio, c’era un cartello con su scritto ‘qui si accetta il pagamento con la carta del Reddito di cittadinanza’. Gli feci capire che alla fine quei soldi del Reddito ritornavano anche a lui e all’intero settore del commercio. Poi, è vero, ci sono stati problemi di funzionamento per quanto riguarda la seconda gamba del Reddito, e cioé con le politiche attive di reinserimento nel mondo del lavoro. Ma qui, i Centri per l’impiego e di formazione erano, e sono, in mano alle Regioni”. 

Tra gli interventi dalla platea anche quello del consigliere uscente dei Cinque Stelle Ferdinando Picariello, ricandidato e capolista: “Ad Avellino scontiamo un forte digital divide. Ricordo un episodio che ci successe subito dopo l’elezione di Ciampi a sindaco, nel 2018: andai a fare un cambio di residenza ma non immaginavo di doverlo comunicare anche all’Ufficio Tributi, e infatti poi mi arrivò una bella comunicazione a casa. Andai quindi a verificare negli uffici il motivo per il quale il mio cambio di residenza non era passato automaticamente dall’Ufficio Anagrafe a quello Tributi: mi dissero che era accaduto perché i due uffici lavoravano con due programmi diversi. Due software che non comunicavano tra di loro. Provammo a proporre con l’allora sindaco Ciampi una riunificazione delle banche dati di tutti gli Uffici municipali, ma scoppiò la rivoluzione con il personale perché dicevano che sapevano usare solo un programma, non volevano impararne un altro”.

Alla fine hanno preso la parola anche alcuni degli altri candidati consiglieri della lista M5S, tra questi il giovane Matteo Pinchera che ha tenuto a sottolineare quello che sembra ormai un pericolo reale per la coalizione di centrosinistra: “No al voto disgiunto. Se votate per me o per un altro candidato dei Cinque Stelle, dovete votare anche per Gengaro sindaco”.



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