Dunque, il nemico numero uno del benessere degli Italiani e del buon governo è il reddito di cittadinanza con i suoi ingordi, sfaticati percettori, che campano a ostriche e champagne e lauti pranzi, spaparanzati in salotto, a spese dei contribuenti che lavorano onestamente. E, con il famigerato reddito, quel Giuseppe Conte che, da Presidente del Consiglio, lo ha concesso e lo difende a spada tratta. Conte, forse, corre il pericolo che a qualcuno – “gli amici degli amici”? – venga in mente di toglierlo di mezzo anche senza fargli propriamente male. Ma non mi pare ancora il momento: si deve far salire l’isteria popolar- plebea antireddito di cittadinanza. Per la verità, una lezione la meriterebbe anche Antonio Bassolino, che, come Presidente della Regione, fu il primo a darlo ai campani agli inizi del 2000 e ora lo difende pure sui giornali (io me lo ricordo bene perché, come assessore al bilancio, lo approvai e trovai i soldi per finanziarlo). La campagna antireddito di cittadinanza ha come portabandiera il governo reazionario, nemico dei poveri e dei deboli, capeggiato da Giorgia Meloni, di cui si fatto megafono, con le più rivoltanti menzogne, il sistema mass-mediatico con i suoi superetribuiti manutengoli. Li spalleggia la trista coppia di “Pinocchio”, il gatto e la volpe, cioè Calenda e Renzi. Eppure secondo l’Inps, a percepire il reddito di cittadinanza di 500 euro al mese, misura che esiste nei paesi più civili d’Europa, sono 2 milioni e 360 mila persone, a fronte degli cinque milioni e 600 mila italiani (42% al Sud), che – dati Caritas – vivono in condizione di povertà assoluta. Per capirci, per loro“mettere a tavola” è un’impresa e pagare le bollette una tragedia. Per fortuna, guarda un po’, c’è l’Italia che si è classificata al nono posto tra i paesi del mondo con il maggior di numero di ricchi: 298 mila che superano il milione e mezzo di euro all’anno e in centinaia che posseggono i trilioni (miliardi di miliardi) e un milione e mezzo che sta sopra un milione di euro l’anno. E questi chi li tocca facendo seri accertamenti fiscali! Sono l’orgoglio dell’Italia, paese degli evasori. E, innanzitutto, Paese della mafia e del fascismo, inventati dagli italiani ed esportati in tutti il mondo. Sono soddisfazioni! A proposito: l’evasione annua, calcolata per difetto, supera i 103 miliardi. La lotta all’eva – sione non sarebbe una priorità per un governo che ha tanto bisogno di far cassa? E, se della lotta alle mafie manco a parlarne, che ne facciamo dei 200 miliardi di euro che fatturano ogni anno e riciclano in banche compiacenti?. Come mai la presidente Meloni, che è un fiume in piena di discorsi e dichiarazioni, non ne parla mai? E la tragedia di Ischia, l’ultima della serie, con otto giovani morti sotto il fango, di cui un bimbo di 21giorni, non dovrebbe sollecitare il governo a mettere in atto un’azione rigorosa per fermare la mano alla più selvaggia, indiscriminata, criminale speculazione edilizia?. E per il disastro climatico e del suolo (il 28% del territorio italiano si è desertificato) che si fa? E non è una priorità una legge draconiana sui morti sul lavoro e per il femmicidio? Si può a si deve, a mio avviso, riformare anche la normativa sul reddito di cittadinanza, facendo controlli seri per l’erogazione e prevedendo incentivi per le imprese che assumono chi lo percepisce. Ma, per farlo, ci vorrebbe un governo che non avesse adottato la disumanità come criterio di comportamento.
di Luigi Anzalone
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