Donne e orgasmo: è vero che la cannabis aiuta?

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La cannabis potrebbe aiutare le donne a raggiungere l’orgasmo più facilmente. O meglio, ottenere orgasmi multipli. A dirlo è uno studio, condotto in due università statunitensi, che non solo ha sollevato stupore e clamore, ma aprirebbe anche la strada a nuovi impieghi terapeutici della stessa marijuana.

Va detto che non tutti gli esperti sono unanimi nelle conclusioni della ricerca, e, anzi, frenano gli entusiasmi (continua a leggere per scoprire perché). Di certo, il dibattito porta maggiore attenzione su un tema, come quello del piacere femminile, che da sempre è al centro degli interessi di medici e psicologi.

Lo studio americano su orgasmo e cannabis nelle donne

I ricercatori della East Carolina University e dalla North Carolina State University hanno preso in esame un campione di donne e uomini, esaminando gli effetti dell’assunzione di cannabis in relazione ai rapporti sessuali. La ricerca, pubblicata sul Journal of Cannabis Research, partiva da un dato: normalmente «meno del 50% delle donne sperimenta l’orgasmo durante il rapporto e solo il 6% ha riferito di provare orgasmo durante il sesso», mentre per gli uomini il raggiungimento del piacere avviene nel 90% dei casi dei rapporti sessuali. Il team americano ha quindi verificato cosa cambia in caso di assunzione di cannabis, arrivando a concludere che il 70% dei soggetti aveva amentato la propria soddisfazione sessuale proprio grazie alla sostanza. Perché?

Come agisce la marijuana sotto le lenzuola

«Sempre di più si studiano le droghe in relazione alla sessualità soprattutto per il fenomeno crescente di utilizzare droghe, farmaci e alcol per migliorare le performances sessuali», premette Ilaria Consolo, psicoterapeuta e vice presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma. «Lo studio pubblicato sul Journal of Cannabis Research conferma quanto si è sempre saputo sull’effetto della cannabis sulla sessualità e cioè che aumenterebbe il piacere sessuale favorendo il rilassamento e il contatto fisico con il/la partner, stimolando pensieri erotici, diminuendo l’aggressività e alterando la percezione del tempo e dello spazio», dice l’esperta.

Eppure lo studio americano si è spinto oltre, offrendo nuovi spunti di interesse anche nel mondo della psicoterapia di coppia: «Favorendo il rilassamento, sia fisico che mentale – spiega ancora Consolo – può migliorare il funzionamento e il piacere sessuale. Così come si sapeva che la droga in questione altera/migliora le sensazioni, ma il suddetto studio sottolinea soprattutto un miglioramento in merito al gusto e al tatto molto importanti nel ciclo di risposta sessuale».

Attenzione alle quantità

Gli effetti positivi della cannabis sono riconducibili alle reazioni provocate dalla sostanza psicoattiva che contiene, ossia il THC. Come spiegato dai ricercatori, infatti, proprio il delta-9-tetraidrocannabinolo, noto con la sigla THC e che è uno di circa 113 cannabinoidi della pianta di canapa, ha proprietà inebrianti ed è in grado di attivare alcune aree del cervello, mimando di fatto l’azione di un particolare un neurotrasmettitore: l’anandamide. Quest’ultimo è uno dei responsabili dell’invio di messaggi chimici che attivano alcune aree cerebrali deputate alla memoria, alla concentrazione, alla percezione degli stimoli sensoriali e temporali, e del piacere. L’esperta, però, mette in guardia da una possibile controindicazione, che riguarda la quantità di cannabis che è consigliabile assumere. «I risultati confermano quanto noto rispetto alle dosi che si assumono: più basse influiscono sul desiderio aumentandolo, ma se elevate possono ridurlo o non influenzarlo affatto», spiega la sessuologa.

Cannabis: effetti diversi su uomini e donne?

Se le conclusioni dello studio sono positive per le donne, per gli uomini occorrono alcune precisazioni: «Rispetto a studi precedenti i ricercatori riportano che la cannabis non inibirebbe la capacità di raggiungere e mantenere l’erezione, ma viene sottolineato che trattandosi di un sondaggio autoriferito, gli uomini che hanno partecipato allo studio avrebbero potuto evitare di segnalare problemi erettili per un pregiudizio sociale – chiarisce Consolo – Lo studio pone poi l’attenzione sulla possibilità delle donne di provare orgasmi più intensi e anche multipli e una percezione sensoriale più acuta».

Verso la fine di un tabù?

«Nella ricerca, quindi, non si fa riferimento solo alle donne, ma fa sempre più notizia parlare del piacere femminile: si pensi a tutti i miti, le disquisizioni e le false credenze circa il doppio orgasmo, il punto G e lo squirting (l’emissione di liquido in seguito all’orgasmo, NdR). Dati i molteplici condizionamenti psicologici, educativi, religiosi, relazionali a cui spesso sono sottoposte le donne, non sorprende che, con l’aiuto di una sostanza che riduce le inibizioni e favorisce il rilassamento fisico e mentale, riescano a lasciarsi più andare al piacere orgasmico. Di fatto è un modo per diminuire le difese e i cari condizionamenti psicologici», osserva la psicoterapeuta.

L’aspetto psicologico, dunque, rimane fondamentale soprattutto per il mondo femminile: «La difficoltà di raggiungere l’orgasmo per una donna può dipendere da molteplici fattori, ma di certo non credo sia risolutivo assumere una droga per provarlo. Penso piuttosto che le donne dovrebbero acquisire un’autostima erotica, ossia la consapevolezza positiva della propria sfera erotica, imparando a far emergere i propri bisogni e desideri – prosegue l’esperta – Per facilitare una vita sessuale attiva e appagante, le donne dovrebbero partire da una conoscenza di base della loro anatomia, della fisiologia del piacere, dell’influenza che sulla loro sessualità hanno le componenti affettive e relazionali. Il piacere sessuale non è un dato di fatto e come tutti i piaceri della vita, è fonte di scoperte, di crescita, di benessere che accompagnano tutte le fasi della nostra esistenza. Pensarsi come persone in diritto di godere del proprio corpo e della sessualità, e considerarsi esseri orgasmici. Per provare piacere è in primis necessario concederselo, pensare di meritarlo», conclude la sessuologa.

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