«La scelta dell’Aventino è pregna di tanta ingratitudine nei confronti di un partito con cui si è stati eletti dal ‘95 in poi. Di sicuro alle prossime politiche i protagonisti saranno coloro che hanno svolto un ruolo in queste elezioni regionali. Non tornerà alla ribalta chi non si è visto adesso». L’europarlamentare Fulvio Martusciello, coordinatore provinciale di Forza Italia, risponde alle accuse del compagno di partito e deputato Cosimo Sibilia, e guarda al futuro del partito in Irpinia.
Che bilancio traccia del risultato elettorale di Forza Italia in Campania e in Irpinia?
«Forza Italia ha preso gli stessi voti di Lega e Fratelli d’Italia, nonostante i loro leader, Salvini e Meloni, abbiano speso almeno dieci giorni per fare campagna elettorale in Campania mentre Berlusconi, alle prese con il Covid, non ha potuto muoversi. Gli alleati hanno potuto serenamente costruire le liste in ogni circoscrizione, noi invece abbiamo dovuto attraversare una fase molto tribolata, arrivando a chiudere la squadra all’ultimo momento con tutto ciò che ne consegue in termini di ritardo di avvio della campagna elettorale. Quindi quello di Forza Italia in Campania è un risultato di buon livello, che pareggia quello degli altri alleati. Resta l’insoddisfazione del risultato complessivo del centro destra, dovuto principalmente allo schiacciamento delle quindici liste di De Luca. Quando un avversario va così forte, inevitabilmente si registra la depressione della compagine alternativa».
L’onorevole Sibilia ha parlato di debacle annunciata e ha detto che in Irpinia chi ha votato FI, lo ha fatto perché non conosceva Martusciello (leggi qui l’intervista). Cosa risponde?
«Che Sibilia non perde mai l’occasione di stare in silenzio. Ho fatto il conto di quanto fino ad oggi ha ricevuto da Forza Italia in termini di indennità per gli incarichi elettivi ricoperti per nome e per conto del partito: circa 3 milioni e mezzo di euro, che gli sono fruttati da quando è stato prima consigliere regionale nel ’95, al 2008 che è entrato in parlamento. Basterebbe questo dato per chiedergli di avere più rispetto del partito che lo ha portato ad essere quello che è oggi».
Dall’area Sibilia però l’accusa principale che Le viene rivolta è quella di aver costruito una lista tenendo fuori i riferimenti storici del partito in Irpinia.
«Non comprendo quali siano i riferimenti storici del partito provinciale che non avrei coinvolto, visto che Gambacorta e Di Cecilia hanno collaborato alla campagna elettorale. L’unico che non si è visto è stato proprio Sibilia: basti pensare che nel suo paese, Mercogliano, siamo andati ben sotto la media provinciale. Quindi delle due l’una: o il parlamentare irpino di Forza Italia non ha voti, oppure non ha fatto votare per il suo partito. Altri riferimenti storici non ne conosco. Di contro, e colgo l’occasione per ringraziarli, i quattro candidati, i migliori possibili, hanno fatto di tutto, si sono spesi come leoni. Chi ha a cuore il partito, vota per esso al di là delle candidature. La scelta dell’Aventino è solo pregna di tanta ingratitudine nei confronti di un partito da cui si è ricevuto tanto. C’è anche da dire che in una provincia in cui la lista animalista riesce addirittura ad eleggere un consigliere regionale per il solo motivo che è alleata di De Luca, è evidente che non è il simbolo il riferimento dell’elettore ma la coalizione. Ad Avellino, più che in altre province, abbiamo sofferto questo fenomeno».
Con il senno del poi, anche alla luce dei mal di pancia di alleati come la Lega, Forza Italia ripunterebbe sulla candidatura di Caldoro?
«Nelle condizioni in cui abbiamo affrontato questa campagna elettorale, Caldoro era il miglior candidato possibile. A lettura dei dati, ognuno cerca di portare acqua ai propri ragionamenti. Io preferisco restare una persona leale e corretta sempre, e a Caldoro va il mio ringraziamento per essersi battuto tanto nonostante una campagna elettorale totalmente condizionata, per i più svariati fattori, dalla gestione dell’emergenza Covid. Quello che è accaduto qui, è accaduto anche in Veneto, Liguria, Puglia. Zaia, Toti, Emiliano al pari di De Luca, dopo aver gestito l’emergenza, sono diventati dei fenomeni elettorali».
Ora c’è da riorganizzare il partito. Da dove ripartono gli azzurri in Irpinia?
«Di sicuro non si torna indietro. Non si può immaginare che l’opera di rinnovamento messa in campo possa essere accantonata. Va riorganizzato il partito con l’energia e l’entusiasmo che c’è stato nella fase della campagna elettorale. Ci sarà ancora spazio per chi ha a cuore un progetto moderato. Abbiamo un leader, che è Silvio Berlusconi, un vice presidente che è Antonio Tajani che restano i nostri riferimenti. Insieme ai livelli nazionali si avvierà la fase di riorganizzazione forti del fatto che, come riportato anche da Corsera, con tutte le leggi elettorali possibili il centro destra vince le elezioni politiche e Forza Italia resta la forza decisiva. Questo a dimostrazione di quanto siamo indispensabili a questo Paese. Di sicuro alle prossime politiche i protagonisti saranno coloro che hanno svolto un ruolo in queste elezioni regionali. Non si pensi che chi ha scelto di non dare il suo contributo, poi possa tornare alla ribalta».
C’è ancora in ballo il secondo turno di amministrative ad Ariano Irpino. La Carità ha detto no ad apparentamenti. E’ la strada giusta?
«La Carità è espressione di un mondo civico che ha a cuore solo ed esclusivamente il bene di Ariano. Se questa è la sua scelta, è corretta. Non è in gioco una vicenda politica ma il futuro di una comunità. Questa è la partita vera a cui Forza Italia dà il suo contributo».