Sabino Morano ha infiammato la platea dei militanti leghisti irpini riuniti questa sera al circolo della stampa di Avellino: ha messo nel mirino il governatore De Luca, l’intera deputazione irpina presente nel consiglio regionale (colpevoli di aver ridotto la Campania ad ultima regione d’Italia, “e l’Irpinia sta pure peggio”) e ha brindato alla rielezione di Trump perché è nella sua scia che si deve combattere, e vincere, quella che è “una battaglia di civiltà contro chi vorrebbe stravolgere il modello di vita in cui siamo nati e cresciuti”.
Dopo la nomina annunciata nei giorni scorsi, questa sera Morano è stato ufficialmente incoronato vicecommissario provinciale dal senatore del Carroccio Gianluca Cantalamessa, nel corso di una riunione “interna” convocata per organizzare insieme a quadri dirigenti, militanti e simpatizzanti, le prossime iniziative da mettere in campo per riorganizzare il partito in provincia di Avellino e per prepararsi alla “guerra” delle imminenti elezioni regionali. Dopo le indicazioni tecnico-organizzative, il senatore ha lasciato il microfono prima alla segretaria cittadina, Maria Elena Iaverone, e poi a Morano: “Voglio innanzitutto rispondere agli ‘amici’ che stanno dicendo che io avrei cambiato di nuovo partito – ha esordito Morano –, per dire loro che si sbagliano. Perché quando nel 2019 lasciai la Lega non lo feci per entrare in un altro partito, ma perché in quel momento la Lega aveva fatto una scelta che negava le motivazioni per le quali ero entrato. Ci ero entrato nel 2018 quando aveva sposato l’onda moralista seguita alla prima vittoria di Trump. Ed è stato quello il momento in cui la Lega è passata dal 4 al 34 per cento. Poi, quando ha fatto scelte che andavano nella direzione opposta, e cioé quando ha aderito e sostenuto il governo Draghi, non me la sono sentita di rimanere. Oggi torno perché la Lega ha ripreso una posizione più adeguata, anche rispetto alle scelte di Salvini in Europa. Oggi con la nuova vittoria di Trump nasce una nuova grande opportunità: quella di riportare il primato della politica al centro delle scelte. Questa è la sovranità. Questo è quello che è mancato in questi anni. E lo abbiamo visto anche nelle nostre realtà”.
IN CAMPANIA LA POLITICA MANCA DA DIECI ANNI
“Se oggi la Campania è l’ultima regione d’Italia lo si deve al fatto che qui non c’è più politica da 10 anni. La Regione è guidata da un gruppo di amministratori senza visione e senza logica; che stanno insieme solo per la perpetuazione di un potere personale. E non è un caso se in queste ore non riescono a gestire i loro gruppi nel consiglio regionale; perché ormai i gruppi fanno capo a De Luca e non ai partiti. Il risultato di questa assenza di politica è che siamo gli ultimi della nazione”.
IRPINIA MESSA PEGGIO DEL RESTO DELLA CAMPANIA: SCHIAFFI IN FACCIA OGNI GIORNO
“E l’Irpinia sta ancora peggio rispetto al resto della Campania: in questi anni abbiamo assistito ad uno scippo continuato in tutti i settori, a partire dalla sanità… uno scempio che si è consumato nel silenzio imbarazzato e imbarazzante di una deputazione regionale di Ascari. L’Irpinia, che storicamente è stata una provincia che ha comandato non la Regione, ma l’Italia, oggi prende gli schiaffi in faccia tutti i giorni. Proprio per colpa dei suoi rappresentanti regionali. Una cosa vergognosa. Ecco perché questo è un momento fondamentale… Oggi, in vista delle Regionali, abbiamo la possibilità di mandare a casa questi gruppi che gestiscono il potere da 10 anni”.
IL POTERE DELLA CULTURA: “SIAMO L’AVANGUARDIA CHE DIFENDE IL MODELLO DI VITA TRADIZIONALE”
“Alle loro macchine elettorali collaudate dal decennio di gestione del potere, dovremo reagire con un’organizzazione militante, coinvolgendo anche l’associazionismo culturale. E quest’ultimo è un aspetto fondamentale, perché non possiamo fare finta che non sia in atto una battaglia di civiltà. La partita non è contro un avversario politico normale, ma contro un avversario che vuole stravolgere completamente il modello di vita in cui siamo nati. Quando Trump vinse nel 2016 scrissi che quella era una battaglia dei poteri. Questa volta non dobbiamo fermarci alla dimensione politica normale, oggi siamo chiamati ad un’azione metapolitica forte; noi dobbiamo essere l’avanguardia che difende il modello di vita tradizionale. Questo è il ruolo al quale siamo chiamati nel mondo, e che dobbiamo svolgere anche nei nostri territori”. Morano si è quindi rivolto direttamente agli amici in platea, elencando e ringraziando le delegazioni arrivate dalla Valle del Sabato, da Solofra, Lioni, Roccabascerana, Cervinara, dalla Valle Ufita, da Montefredane, Calitri, Altavilla, Villamaina, dal Mandamento Baianese… “Già si sente una tensione forte, che è quella delle battaglie politiche a cui saremo chiamati. Noi queste battaglie non solo le combatteremo, ma le vinceremo pure”.