In Campania sono pochi i posti letto Covid. Da qui la decisione, da parte della Regione, di sospendere i ricoveri programmati sia medici che chirurgici presso le strutture ospedaliere pubbliche e le attività ambulatoriali negli Enti del Servizio Sanitario Regionale in indirizzo. In sostanza, nel primo caso, rimane la possibilità di effettuare solo ricoveri con carattere d’urgenza non differibili. Sospensione valida per tutti i ricoveri programmati ad eccezione di quelli per pazienti oncologici, medici e chirurgici. Nel secondo, invece, la sospensione è valida per tutte le prestazioni ad eccezione di quelle recanti motivi di urgenza, nonché di quelle di dialisi, di radioterapia e oncologiche – chemioterapiche.
Disposizioni che portano la Fp Cgil a fare una serie di considerazioni.
“103 posti letto al Moscati e 58 alla Asl. Questo ci chiedeva la Regione qualche giorno fa – si legge in una nota a firma di Licia Morsa, Segretario Generale della Fp Cgil di Avellino – da attivare in tempi brevissimi vista la pressione, soprattutto nell’unico Pronto Soccorso attivo ad Avellino, con la capacità potenziale di ricoverare una cinquantina di Covid. La scelta di dove allocarli ricadeva in capo ai direttori generali. Si partiva dalla palazzina Covid dell’Azienda Ospedaliera Moscati, che, nel frattempo in piena emergenza organizzativa, era stata costretta a chiudere Malattie Infettive trasferendo tutto il personale nella struttura Covid satura per i ricoveri ordinari e in subintensiva”.
“Tralasciamo il fatto che nessuno si aspettasse un ritorno così repentino del Covid, e su questo ci sarebbe molto da dire – prosegue Morsa. Nel frattempo, si è scatenata la bagarre su dove e come sistemare questi posti letto. Sono arrivati altri soldi, ma rimane il fatto che gran parte del personale impiegato è a tempo determinato, utilizzato e spostato come pedine su una scacchiera pazza e senza logica. Dopo l’emergenza probabilmente verrà congedato con onore e chissà se si vedranno mai i concorsi banditi completati, eliminando i precari in sanità. Inoltre preme dire che non servono solo infermieri, ma anche e soprattutto Oss, e che, nella provincia di Avellino, un concorso per tali figure è doveroso, come del resto per altri profili professionali”.
Situazione, quella relativa al numero di posti letto Covid in provincia di Avellino, ancora tutta in divenire. “Dalle nostre parti – continua il Segretario Morsa – si usa parlare con le carte e i numeri alla mano. In questo momento alla Asl, con attuali 0 posti Covid, stanno cercando il modo di attivare i posti letto. Vedremo, tuttavia, se a Sant’Angelo dei Lombardi oltre alla cardiologia aprirà pure la terapia intensiva e se il Frangipane si trasformerà di nuovo in Covid Hospital con ennesimo nastro tagliato. Al Moscati invece uno “spiffero” ha rivelato le intenzioni possibili, probabili, date per certe della direzione strategica, di trasformare il Landolfi in Covid”.
Da parte sua, la FpCgil continuerà a mantenere alta l’attenzione. “Non abbiamo spazio per spiegare tutte le implicazioni, ma è una decisione che ci può anche stare. Quello che ci preoccupa, però, è che, alla fine, sempre dalle nostre parti, sembra che le cose succedano all’improvviso e senza la possibilità di organizzare e governare i processi – sottolinea Morsa. Abbiamo la sindrome dell’emergenza o forse da noi la sanità e i suoi servizi vivono in funzione di interessi e logiche che la fanno funzionare male? Vengano assunti Oss, tecnici e tutto quello che serve, venga riorganizzata la rete sociale e sanitaria territoriale, lo si faccia con coraggio e noi saremo al fianco delle istituzioni preposte. A differenza di oggi dove, per l’ennesima volta, ci troviamo, nostro malgrado, a dover prendere atto che di fronte ad un’emergenza la nostra risposta sarà stata efficace solo grazie al personale sanitario che ha messo le solite pezze ad un sistema che ha spifferi da tutte le parti, come le finestre delle degenze del Landolfi”.