Export per le imprese italiane: la Campania riparte dall’agroalimentare

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Il calo delle esportazioni per effetto della pandemia vede molte regioni italiane in difficoltà. Emilia Romagna, Veneto e Toscana sono le più colpite per via del maggiore peso dell’export sull’economia regionale, dove sono stati duramente coinvolti settori strategici come moda e automotive. La situazione è diversa in regioni come la Campania, dove il Pil proviene per circa il 90% dal mercato interno e il 34% delle aziende esportatrici opera nella filiera Alimentare, meno colpita dal lockdown e della contrazione dei consumi. Ecco come l’eccellenza agroalimentare può aiutare la Campania a ripartire puntando sull’estero.

 

Export Campania: trovare i partner giusti

In un mondo dove l’economia è globalizzata e la ricchezza di un paese e delle sue regioni interne dipende anche dalle esportazioni, la pandemia non poteva che riverberarsi anche sull’export. Trovare nuovi partner commerciali, e soprattutto individuare quelli giusti, può rivelarsi strategico per ripartire, iniziando dai settori in cui la domanda non ha subito flessioni significative, come l’agroalimentare, dove la Campania si è sempre distinta positivamente. Se conoscere i volumi di vendita di un ipotetico partner è fondamentale, non è sufficiente per stringere un sodalizio commerciale. Bisogna anche informarsi su quale sia il modello di business che i potenziali partner adottano, come si promuovono e quale sia la reputazione del brand. Nella pratica raccogliere dati e notizie non è sempre facile, rendendo difficoltoso selezionare i partner migliori, esistono però alcune aziende come iCribis attraverso le quali si possono ottenere le informazioni utili per fare una scelta oculata e trovare un valido partner commerciale. Condividere poi con i propri partner gli obiettivi e la stessa impronta strategica è fondamentale per una relazione proficua e duratura.

 

L’Agroalimentare per ripartire

Con una crescita del +5,5% nel 2019, l’export del settore agroalimentare in Campania ha generato un valore pari a 1,7 miliardi di euro. Nonostante il periodo difficile, i prodotti alimentari hanno sempre continuato a circolare e il loro carattere di bene primario fa sì che la domanda non si affievolisca. Se non è possibile viaggiare e incontrare i partner commerciali esteri, resta immutata la possibilità di coltivare la relazione a distanza sfruttando i potenti mezzi offerti dalla tecnologia.

È importante mantenere vivo l’interesse per i prodotti campani così da assicurare il volume delle esportazioni anche nel 2020, soprattutto ora che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha accettato la proposta della Campania di arricchire la lista dei prodotti agroalimentari tradizionali, e la regione può contare su altre 20 specialità per dare un nuovo slancio alle esportazioni. Tra le new entry troviamo salumi come la salsiccia rossa di Castelpoto e diversi ortaggi, come la melanzana lunga di Napoli, il pomodoro cannellino flegreo e il peperoncino friariello nocerese, ma anche specialità dolciarie come le Pasticelle di Acerno, e il vino cotto.

 

 

 


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