Farmacia sociale, accoglienza ai senza tetto e lotta alla violenza di genere: un impegno per la ripartenza – IL CIRIACO

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Di Carmine Montanile*

Mentre oggi ci stiamo impegnando in maniera concreta per non essere sopraffatti dall’emergenza sanitaria, non dobbiamo assolutamente perdere di vista altre criticità che, pur essendo meno evidenti della dirompente pandemia, possono segnare, in futuro, in maniera drammatica e profonda, il destino di una comunità. Mi voglio riferire alle urgenze assistenziali, sociali e relazionali che in breve tempo si impadroniranno della nostra quotidianità. E’ indispensabile adottare la stessa strategia finora utilizzata contro il Coronavirus con i test di screening sul territorio, cioè quella di anticipare il problema, non di inseguirlo. E’ quindi necessario non farsi trovare impreparati anche di fronte a questa ulteriore minaccia, che si manifesterà drammaticamente con il trascorrere dei giorni. L’Amministrazione si dovrà far carico di coinvolgere tutti i soggetti del Terzo Settore, che già oggi possono garantire maggiori professionalità per gestire i bisogni (assistenziali, educativi, ma anche sanitari) delle persone e programmare quegli interventi che domani saranno necessari per lavorare sulla ricostruzione. L’emergenza sanitaria presto o tardi lascerà lo spazio a quella sociale per cui sarà necessario adoperarsi in un’opera di ricomposizione delle relazioni, anche di fiducia, nel recupero di quelle autonomie che le persone fragili avranno nel frattempo perduto, nel reinserimento sociale di quelle persone che più fanno fatica e nella gestione di quelle piccole e grandi emergenze sociali nate proprio tra le mura di quelli che riteniamo essere i posti più sicuri, cioè le mura domestiche. All’Amministrazione rivolgo l’invito accorato di liberare quelle risorse economiche necessarie a sostenere le persone non solo in questo momento di disagio ma anche nella fase post emergenza. Bisogna quindi aiutare le famiglie in affanno, costruendo una rete di solidarietà in grado di realizzare tutta una serie di interventi che mettano i meno abbienti in condizione di affrontare dignitosamente questi momenti di grande criticità. Suggerirei all’Amministrazione di avviare iniziative concrete nei confronti di chi ha maggiori difficoltà, realizzate nella convinzione che in un tempo estremamente difficile per ciascuno, la solidarietà rappresenta un valore fondamentale. Nell’ottica di quanto appena riferito si potrebbe realizzare, in locali idonei, individuati dall’Amministrazione, (il Centro Sociale, o i locali dell’ex ECA, La Casina del Principe, o altri che ritenga più idonei) un progetto che, organizzato in un’unica sede, può dare veramente una luce di speranza a tutta la comunità.

LA FARMACIA SOCIALE

Non si tratta di una Farmacia in senso stretto ma di una struttura erogatrice di prestazioni che supera i tre modelli tipici di una farmacia e cioè quello tradizionale, il commerciale e quello dei servizi. Si tratta di un nuovo progetto organizzativo che in un certo senso oltrepassa quelli classici, sintetizzandoli e non prevaricandoli. La farmacia sociale ha in definitiva come unico obiettivo la comprensione e la soddisfazione della complessità dei bisogni dei cittadini, amplificati dall’emergenza epidemiologica

RACCOLTA E DISTRIBUZIONE DI FARMACI

Consiste semplicemente di un servizio di raccolta e distribuzione gratuita dei farmaci e/o dei cosiddetti campioni dei farmaci. Cioè di quelle formulazioni di medicinali che vengono gratuitamente lasciati ai medici dagli Informatori Scientifici del Farmaco.   Si può pensare di organizzare un sistema di raccolta periodica presso gli Ambulatori dei Medici, con tempi e modi concordati, con il coinvolgimento dell’Ordine professionale. Con decreto del Ministero della Salute del 13 febbraio 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale n. 80 del 6/4/2018, sono state individuate le modalità che rendono possibile la donazione di medicinali per uso umano non utilizzati a Enti del Terso Settore. Chi può effettuare le donazioni? Farmacie, parafarmacie, grossisti e le imprese titolari di A.I.C., i loro rappresentanti locali, i loro concessionari per la vendita e i loro distributori. Quanto ai destinatari, devono presentare alcuni requisiti: disponibilità di un magazzino atto a conservare adeguatamente i medicinali, presenza di un responsabile medico che proceda a individuare i medicinali che possono essere accettati e di un farmacista, iscritto all’Ordine, cui spetta la presa in carico, verifica, custodia e distribuzione dei medicinali donati. Sempre al farmacista spetta verificare l’integrità del confezionamento, lo stato di conservazione e la validità, oltreché la rispondenza alle disposizioni del decreto stesso, e la registrazione dei medicinali presi in carico in un’apposita banca dati. Infine, possono essere donati i farmaci per uso umano dotati di AIC, (etici, SOP e OTC), compresi i campioni gratuiti e quelli di importazione parallela. Ovviamente i farmaci devono essere legalmente detenuti dal donatore, non scaduti, correttamente conservati e con confezionamento primario e secondario integri. E’ possibile un’eccezione per i farmaci non commercializzati «per imperfezioni del confezionamento secondario che non ne modifichino l’idoneità all’uso». Ma è utile ricordare che, ai sensi della legge vigente, «non possono essere oggetto di donazione i medicinali da conservare in frigorifero a temperature controllate, i medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope e quelli dispensabili solo in strutture ospedaliere o in strutture a esse assimilabili», nonché quelli «oggetto di provvedimenti restrittivi emanati dall’Agenzia italiana del farmaco».

SERVIZI TELEMATICI

La pandemia da Covid-19 ha profondamente modificato l’approccio al sistema sanitario, oggi per evitare l’assembramento preso gli studi dei Medici di Medicina Generale, si fa sempre di più riferimento alla trasmissione telematica delle ricette; lo stesso vale per la prenotazione delle visite specialistiche o gli esami strumentali. Progresso ed innovazione tecnologica che spesso sono “maldigeriti” dai nostri pazienti anziani, che oltretutto essendo fragili, hanno maggiore necessità di approcciarsi ai servizi assistenziali. Allora si può pensare ad una postazione telematica con operatori preposti che, una volta raccolto il consenso informato, possano inoltrare ai medici le richieste di cui hanno bisogno gli utenti, effettuare prenotazioni di visite specialistiche od esami di laboratorio e/o strumentali, sviluppando anche un servizio di consegna a domicilio dei farmaci stessi.

ACCOGLIENZA AI SENZATETTO

Si può prevedere inoltre un servizio di accoglienza ai senza tetto- una sorta di dormitorio- riservato a quelle persone che oltre a vivere in condizioni di emergenza sanitaria sono costrette a passare la notte in postazioni di ripiego. La nostra storia recente ci racconta della morte di nostri concittadini avvenuta per il freddo; persone che vivevano in situazioni di estrema indigenza e che, dopo aver perso tutto, non hanno avuto altra possibilità se non quella di trovare rifugio in strutture abbandonate.

VIOLENZA SULLE DONNE

L’isolamento preventivo e forzato che oggi contraddistingue le nostre vite, mette in luce i bisogni delle persone più fragili (anziani e disabili), aumenta i conflitti interpersonali e stressa finanche i rapporti più stabili quali possono essere quelli familiari. Ora noi sappiamo, è cognizione consolidata, che in condizioni di particolare “affaticamento” psicofisico e di minore possibilità di accesso alle comuni attività di salvaguardia della fragilità sociale, possono aumentare il rischio di abuso e violenza domestica su donne e bambini che rappresentano gli obiettivi più fragili ed indifesi. L’emergenza del COVID-19 che ci impone momenti restrittivi importanti, con l’obbligo di rimanere quanto più possibile a casa può, quindi, esporre drammaticamente i bambini e le donne a subire violenza da parte di un membro della famiglia che, sfruttando le restrizioni del COVID-19, avrà modo di esercitare maggiore potere e controllo. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ci ricorda, infatti, che la violenza contro le donne resta uno dei maggiori problemi di salute pubblica globale e tenderebbe ad aumentare durante ogni tipo di emergenza, inclusa l’epidemia del COVID-19. A livello globale, 1 donna su 3 ha sperimentato almeno una volta violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner. L’OMS riporta gli ultimi dati pubblicati da Axios che indicano come la prevalenza della violenza sulle donne sia triplicata durante l’emergenza del COVID-19 rispetto all’anno scorso. Rispetto a questo dato allarmante ritengo necessaria da parte dell’Amministrazione mettere in atto una serie di misure di sicurezza, supporto psicosociale e servizi di assistenza che diventano essenziali per salvaguardare le vittime di abuso e violenza domestica. Anche in questo caso la “Farmacia Sociale” può svolgere un ruolo di fondamentale importanza ma, per raggiungere obiettivi concreti e positivi, occorre una perfetta organizzazione, anche strutturale, che tenga conto di bisogni e finalità. E’ necessario che l’Amministrazione disponga non solo di spazi e personale, ma anche di case-rifugio, delle residenze temporanee, quindi delle dimore protette ed anonime ove la donna possa recuperare la propria serenità. L’attività si svilupperà mediante servizi di accoglienza telefonica, nel pieno rispetto della privacy, incontri con personale qualificato per un adeguato supporto psicologico, individuazione del percorso di recupero e, perché no, anche la possibilità di realizzare un reinserimento che non sia solo sociale, ma anche lavorativo mediante la partecipazione a corsi organizzati da Agenzie o Istituzioni, cercando di valorizzare la capacità e/o le attitudini individuali.

*Consigliere Comunale del gruppo “Laboratorio Avellino”

 

 



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