Si torna in piazza per la seconda volta nel giro di pochi giorni e nel mezzo di due Dpcm, il secondo arriverà nelle prossime ore, che terrorizzano chi ha un’attività commerciale, un’impresa, un piccolo introito che, così come accaduto a marzo e aprile con il primo lockdown anti Covid, rischia di vedere fallire la propria attività.
Il grido d’allarme è chiaro e risuona forte a pochi giorni dal 40esimo anniversario del sisma: “Fate Presto” è la frase che campeggia sullo striscione ai piedi della manifestazione statica di Piazza Libertà. Non solo commercianti, titolari di bar e pub, di palestre, di associazioni no profit ma anche persone comuni. Tutti insieme per chiedere di allargare le maglie del reddito di emergenza rendendolo universale, sospensione di imposte come la Tari, aiuti immediati ai settori colpiti, velocizzazione del pagamento della cassa integrazione, un maggiore credito di imposta, blocco degli affitti, dei mutui e del pagamento delle utenze, tassazione dei grandi patrimoni, investimenti immediati in welfare e, in particolar modo, in trasporti, istruzione e sanità, screening di massa, tamponi e mascherine gratis, assunzione di personale medico, cura delle patologie diverse dal Covid, miglioramento del sistema di tracciamento dei contagi.
“Qui c’è un pezzo importante di Irpinia, perché la crisi che stiamo vivendo coinvolge tutti. Siamo per entrare- spiega Roberto De Filippis- nel secondo lockdown e le misure adottate dal Governo sono totalmente insufficienti. A partire dalla sanità: se ci ritroviamo punto e capo a distanza di mesi dalla prima ondata, è perché la sanità, già totalmente martoriata, è stata messa un po’ in disparte rispetto alla programmazione economica. Ed oggi ci ritroviamo con ospedali in affanno per il Covid e l’impossibilità di garantire il diritto alla salute per chi soffre di altre patologie. Qui ormai si rischia di morire per infarto perché gli ospedali sono di nuovo al collasso”. Non una manifestazione negazionista, tantomeno contraria ad un nuovo lockdown. “ Se necessario siamo pronti ad affrontarlo, ma il Governo deve fare quello che fino ad ora non ha fatto. Un piano di aiuti universali che raggiunga tutti e che sia a lungo termine, perché di questo passo la crisi economica durerà anni. Chiediamo- prosegue- ristori generalizzati. Siamo nel sud Italia dove c’è anche larga parte di lavoro sommerso, di lavoro nero, di disoccupazione. Categorie che, insieme alle partite iva, vengono messe totalmente in disparte. Per questo chiediamo un reddito di emergenza per tutti. I soldi ci sono e vanno presi tassando i grandi patrimoni esattamente come sta facendo la Spagna con una piccola patrimoniale”.
Fare presto per non lasciare nessuno indietro. “In questa piazza- aggiunge Felice Caputo, uno dei promotori dell’iniziativa- non c’è un movimento che va contro o che esprime solo un legittimo malessere. Siamo qui per fare proposte che riguardano tutti, commercianti, studenti, disoccupati. Non a caso c’è grande parte della società civile unita, per chiedere che non venga lasciato nessuno indietro, né in termini di assistenza sanitaria né economici”.