Sono le parole della nipote Maria a risuonare in una cattedrale gremita nel corso della celebrazione dei funerali di don Enzo De Stefano, per anni vicario della diocesi di Avellino “Mio zio era un pastore autentico, un prete dalla fede profonda e insieme un uomo di azione, sempre pronto a rimboccarsi le maniche per aiutare chi aveva bisogno. La sua missione era quella di aggregare i giovani e risollevare gli animi”. Franca ricorda come “Era capace di creare un forte senso di appartenenza in tutte le comunità, è stato per tanti giovani un secondo papà. Malgrado ciò trovava sempre il tempo per la sua famiglia, ha benedetto le nozze dei miei genitori, ha battezzato i nostri figli, salutato le nostre partenze, c’è sempre stato nei momenti difficili, capace di offrire conforto con le sue parole. ‘Non ti preoccupare, hai capito? ripeteva e nel sentire la sua voce era davvero come se ci mostrasse le cose da un diverso punto di vista”. Ricorda come “spesso si isolasse, come se portasse con un sè un peso che non poteva condividere. Era il segno della profondità del suo impegno e della serietà con cui affrontava le sfide. Il suo amore ha toccato le vite di tanti e ha lasciato un’impronta profonda nelle nostre vite. Non ti dimenticheremo”.
Il vescovo Arturo Aiello celebra il rito insieme ai sacerdoti della diocesi e al vescovo di Nola Francesco Marino, ricorda la sofferenza che è stato chiamato ad affrontare, la sua capacità di essere un parroco autentico, modello a cui guardare. Cita i versi dell’Ave Maria di De André, gli stessi pronunciati il giorno del suo insediamento “Gioia e dolore hanno confini incerti. Mentre i fedeli piangono la morte del parroco amico, i parrocchiani la morte del pastore, mentre noi vescovi non nascondiamo il nostro dolore, don Enzo gioisce perchè può contemplare nella grazia dello Spirito Santo i misteri del Vangelo. Del resto l’addio è per i cristiani un ritornare a Dio”. E ricorda come la morte è sempre accompagnata dalla speranza della Resurrezione “perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. In prima fila ci sono i ragazzi dell’Azione Cattolica e della parrocchia cattedrale di Avellino che hanno condiviso gioie ed emozioni con don Enzo. Ma sono tantissime le associazioni presenti, dall’Archeoclub al Circolo dei Cattolici Giorgio La Pira. Presente anche il sindaco Laura Nargi che gli ha voluto rendere omaggio.
Tra i tanti messaggi di cordoglio, c’è anche il ricordo della comunità di Manocalzati. Era il 1 ottobre 1978, quando don Enzo veniva nominato parroco della parrocchia di S. Marco. I fedeli lo ricordano “costantemente vicino ai suoi fedeli nel drammatico periodo post sisma, caratterizzato da sofferenze e difficoltá. A lui si devono l’arrivo delle suore operaie, la riapertura al culto della nostra chiesa madre ( il 22 giugno 1991, una delle prime della nostra diocesi), la missione gerardina, la missione redentorista e tante altre. Nel settembre 1999, Don Enzo lasció la nostra comunitá, dopo 21 anni di ministero al servizio di tutti, ma i suoi legami con Manocalzati sono rimasti sempre ben saldi, infatti non perdeva mai l’occasione per ricordare “gli anni piú belli” trascorsi a Manocalzati. Anche i manocalzatesi hanno continuato a portarlo nei loro cuori ed a tenerne vivo il ricordo”.
