Festa: “Casa Comunale, nessuna trattativa con i palazzinari”. E sul mercato: “Non accetto zone franche” – IL CIRIACO

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Gianluca Festa

Avellino – Il Consiglio Comunale ha dato il via libera al piano di alienazione dei beni, tra cui una metà di Palazzo di Città e l’ex Patria e Lavoro, anche se non sono mancate le polemiche dai banchi dell’opposizione, ma il sindaco Festa prova a tagliare corto: «La Casa Comunale la vogliamo vendere alla Guardia di Finanza, così evitiamo anche che possa arrivare il palazzinaro di turno, come ripete sempre qualcuno della minoranza». Intanto continua a tenere banco la vicenda mercato in città. Il Comune ha avviato il secondo step di indagini ambientali e, se l’esito dovesse essere positivo, l’ente potrebbe inviare una richiesta al Tar per anticipare l’apertura senza aspettare l’udienza del 14 ottobre.

La cessione di una parte del patrimonio comunale servirà a garantire ossigeno alle casse del Comune. Ieri, però, in Aula l’opposizione ha contestato il piano di alienazione, sollevando perplessità sulle quotazioni di alcuni beni, ma anche sulla reale possibilità che alcuni possano essere venduti, tra cui Casa Comunale e Patria e Lavoro. «Capisco la frustrazione di alcuni consiglieri comunali e mi rendo conto che è complicato vedere un’amministrazione che funziona, solida e che va avanti secondo una propria idea di città – spiega Festa. Metteremo a posto i conti anche vendendo i beni. Riguardo a Palazzo di Città è evidente che un Comune che passa da 550 dipendenti a meno di 350 non ha più bisogno di questi spazi e, per evitare che venga il palazzinaro di turno, come direbbe qualche esponente di opposizione, preferiamo interloquire con la Guardia di Finanza per essere garantiti. Quindi mettiamo i conti a posto e offriamo un presidio di legalità all’interno della città. Anche per il Patria e Lavoro, la volontà di metterlo in vendita può consentire di ridare dignità alla struttura e rimetterla in funzione».

Sullo sfondo continua a tenere banco la vicenda mercato con i sindacati di categoria che chiedono un incontro con il Prefetto, ma sono anche pronti a scendere in piazza. «Auguri – dichiara in maniera scherzosa il sindaco. Come ho ribadito ci sono diritti, come quello allo sciopero che è sancito dalla Costituzione, ma ci sono anche i doveri come il pagare i tributi, rispettare la comunità e le decisioni del pubblico. Vado avanti per la mia strada convinto di quanto sto facendo perché sto facendo pulizia all’interno di una situazione magmatica in cui nessuno aveva mai avuto il coraggio di mettere le mani». E non manca una stoccata a qualche rappresentante sindacale: «Se alcuni pensano che il mercato possa rappresentare una zona franca, che ci sia un mondo da poter gestire, allora hanno capito male – precisa Festa. Il pubblico lo governa il sindaco con l’amministrazione. Non ci sono zone franche nella città e non consentiamo alcuni atteggiamenti. Il mercato sarà riaperto secondo il rispetto delle norme, attrezzando l’area e, finalmente, con una condizione molto più tranquilla che non crei disagio a chi vuole lavorare».

A Campo Genova è cominciato il secondo ciclo di indagini sull’eventuale inquinamento ambientale, quello che è stato già scongiurato con il primo step, ma adesso le attenzioni sono puntate sulla falda acquifera sotterranea. Si attende il responso delle verifiche che potrebbe anche portare a una conclusione della vicenda prima del 14 ottobre, giorno fissato dal Tribunale amministrativo per l’udienza. «Se le verifiche daranno risultato positivo, come auspichiamo, una nostra richiesta al Tar potrebbe accelerare l’apertura del mercato – annuncia Festa. Noi lo avremmo già riaperto se i sindacati non avessero presentato i ricorsi. Forse speravano che noi trovassimo il petrolio invece che l’acqua. Sto cominciando ad immaginare che il loro desiderio era che la città potesse avere un presidio da cui estrarre il petrolio. Scherzi a parte se non avessero presentato questi ricorsi, avremmo già aperto. Hanno altri interessi rispetto a far lavorare i loro associati, invece per noi l’obiettivo è garantire e far lavorare le persone perbene che rispettano le regole e consegnare alla comunità un mercato ordinato e ripulito».



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