Un occhio al campo, uno alle questioni societari. La stagione del Catania viaggia su questi binari paralleli. Dopo un’estate vissuta sul filo del rasoio, con un futuro in bilico e ancora tutto da scrivere. I problemi (società fortemente indebitata) sono tanti, la speranza (l’avvento di Tacopina) per uscirne è viva. Il tempo dirà, per il momento è meglio concentrarsi sul campo. Anche per regalare motivazioni extra a chi vorrà intervenire per provare a riportare il sereno.
Il campo dice che il Catania ha avuto fin qui un rendimento altalenante, caratterizzato da un’ottima partenza (10 punti nelle prime 4 gare disputate) e da una frenata successiva (5 punti nelle ultime 6 partite). Una frenata dovuta anche alla poca incisività degli uomini di Raffaele. I rossazzurri si sono dimostrati, infatti, poco pungenti nell’area avversaria, finalizzando molto meno rispetto a quanto si riesce a produrre in ogni singola circostanza (in una sola circostanza, contro la Vibonese, il Catania ha segnato più di un gol) Con un percorso ostacolato anche da qualche infortunio che ha sicuramente influito. A tal proposito, l’assenza di Sarao è stata sicuramente determinante, anche se il giovane Pecorino si è fatto sicuramente rispettare trovando la via della rete in due occasioni.
A livello tattico mister Raffaele (non sarà in panchina perché ancora squalificato dopo il brutto gesto commesso nella gara di recupero contro la Vibonese) ha mostrato fin qui molta flessibilità, cercando spesso e volentieri di adattare al meglio il modulo di gioco ai calciatori di volta in volta a disposizione. Il riferimento resta però sempre il 3-5-2, l’abito con cui i siciliani dovrebbero presentarsi anche al Partenio-Lombardi. Con qualche recupero importante a dare maggiore solidità e concretezza in mezzo al campo. In una sfida, quella tra biancoverdi e rossazzurri, che regala sempre emozioni particolari. Da un lato e dall’altro, senza poter essere mai considerata una gara come tutte le altre.