“La scelta del prefetto Piantedosi come ministro sarebbe un segnale importantissimo per questa terra”. A sottolinearlo con forza Franco Gabrielli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, venerdì in visita al santuario di Montevergine, in occasione della presentazione del volume “Naufragi e nuovi approdi, dal disastro della nave Concordia al futuro della Protezione civile”, Baldini e Castoldi. Il sottosegretario ha visitato il santuario e il museo e si è detto incantato dei tesori custoditi nelle sale, ribadendo il legame forte con Mamma Schiavona. “Ho avuto il privilegio di avere l’abate come Virgilio che mi ha illustrato le bellezze del santuario. E’ un monastero che ha una storia e una tradizione”. E sull’idea di Piantedosi di come ministro agli interni: “Sarebbe una soluzione di altissima livello. Per la conoscenza che ho del prefetto Piantedosi e delle sue qualità sarebbe un bel segnale per questa terra e per il paese. Se i ministri del nuovo governo avranno lo spessore di Piantedosi sarà un messaggio forte per l’Italia. Ma naturalmente è una decisione che spetta al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica”. E a chi gli chiede se non sia il caso di raccomandarsi a Mamma Schiavona per il nuovo governo, “in queste cose più che nell’intercessione divina dobbiamo confidare nella nostra forza e intelligenza”. Quindi spazio al confronto in cui Gabrielli ha ricostruito la tragedia della Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio, il 13 gennaio 2012. “Una tragedia da non dimenticare – spiega – ma anche una lezione di cui fare tesoro”. Dai primi momenti della crisi fino alla messa in sicurezza della nave ed al recupero del relitto, quando, all’epoca Capo del Dipartimento della Protezione Civile, fu nominato Commissario delegato dal Governo con il compito di gestire la drammatica situazione nel mar Tirreno. “La Protezione Civile – spiega – ci restituisce la qualità di una democrazia. E’ necessario che torni ad essere efficace e non un rompicapo di competenze. Nel 1992 ci siamo dati la più avanzata legge di protezione civile in Europa, poi stravolta dal riordino delle competenze. L’idea dell’uomo solo al comando, voluta sia dal governo Prodi che da Berlusconi, è una maledizione. Poichè quell’uomo solo al comando diventa anche il capro espiatorio, da sacrificare se qualcosa va storto. Con la Costa Concordia cercammo di dimostrare che era possibile cambiare il modo di affrontare le emergenze, andare al di là dell’idea dello stato di eccezione permanente”. Inevitabile il riferimento al momento che vive il paese: “Viviamo un quadro internazionale difficile sullo sfondo di una preoccupante escalation di violenza con riverberi sul profilo dell’economia e ricadute sul piano sociale. Ma il paese è forte, le elezioni rappresentano sempre una dimostrazione di salute e democrazia. Speriamo che quanto prima si possa giungere a una definizione del governo. Il dissenso a priori non serve a nulla, dobbiamo evitare la delegittimazione dell’avversario”. Una parentesi anche al ruolo delle aree interne: tra gli altri, il presidente dell’associazione Svimar, Giacomo Rosa, che ha portato la sua testimonianza su questo tema come su quello della Protezione civile.
Ad accogliere Gabrielli l’Abate di Montevergine e Assisi Riccardo Luca Guariglia e il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio, che non hanno nascosto la loro emozione: “Si tratta di momenti importanti per la crescita della nostra comunità, che confermano il ruolo del santuario di Montevergine come riferimento culturale”. A partecipare al confronto anche il presidente Donatori Nati Polizia di Stato Claudio Saltari. In mattinata, al santuario, la raccolta di sangue promossa dall’Associazione dei Donatori Nati della Polizia, di cui Gabrielli è presidente. Presenti volontari della Regione Campania e la Sezione di Avellino.
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