La biografia di Giuseppe Panico è piena di montagne russe: brividi di paura trasformati in euforia. Grazie ad amore e voglia, quella di riuscire. L’essenza del calcio: la possibilità di rivalsa; l’opportunità di esser scaldati dalla luce in fondo al tunnel e la bellezza di poter sorridere ancora. E far sorridere.
Basta un sorriso, la storia di Giuseppe Panico
Un’infanzia difficile. Una vita che, ben presto, lo ha messo dinanzi a strade tortuose. Panico, classe ’97, nato ad Ottaviano, all’età di sette anni vede stravolgersi la propria vita. Si trasferisce a Sezze dalla sua famiglia adottiva. “Sono stato costretto a diventare subito un piccolo uomo, ma loro mi hanno salvato. Sono la cosa più preziosa” – dirà a Gianluca Di Marzio -.
Senza piangersi addosso, però, ama dire che “con un sorriso passa tutto”, lo stesso sorriso che è possibile vedergli in volto quando gioca. La stessa espressione facciale che lo caratterizza quando entra in campo, perché “è come se mi liberassi di tutti i pensieri che ho, riesco a rilassarmi e a divertirmi”.
Una parte imprescindibile della sua vita. Eppure, inizia “tardi” a calcare i campi. Ma quando il talento e la felicità nel far qualcosa vanno a braccetto, riuscire in ciò che si desidera diventa solo diretta conseguenza.
Il “no” della Lazio, Genoa e il Mondiale U20 da protagonista
Ad 11 anni arriva il provino con la Lazio: “Non mi presero”. Senza arretrare di un centimetro, coltivando la sua passione più grande, la tristezza del rifiuto divenne gioia.
All’età di 14 anni arriva la chiamata del Genoa. Lì, le aspettative cambiano totalmente. Al primo torneo in maglia rossoblù, Giuseppe segna al Manchester City. Un’emozione incontenibile, che non sarà l’unica. Lavorando e divertendosi, con il grifone trova continuità. Si alterna tra U17 e Primavera, fino ad arrivare alla convocazione, da sotto età, per la Viareggio Cup. Ma a Genova, i traguardi non finiscono. Gasperini, allenatore della prima squadra, lo nota e decide di farlo esordire in Serie A. Contro il Sassuolo.
Panico, con il Genoa, conquista anche la convocazione al Mondiale U20. Ed è uno dei protagonisti del terzo posto azzurro. Condivide il campo con talenti generazionali, come: Pessina, Orsolini, Dimarco, Mandragora. Segna due volte nel corso della competizione, contro Giappone e Francia. Segna il rigore decisivo nella finale terzo e quarto posto.
La Serie B e la promozione con la Carrarese
Conclusa l’esperienza nel settore giovanile, non tardano le chiamate dalla Serie B: prima due stagioni al Cesena, dove trova difficoltà; poi a Cittadella, ma nonostante due ottime stagioni non riesce ad imporsi come vorrebbe.
Arriva il Novara, in Serie C, ed una grande annata. Ne susseguono tante esperienze, difficili o ricche di soddisfazioni. Come quella dello scorso anno a Carrara, dove Giuseppe a suon di gol contribuisce alla storica promozione della Carrarese in Serie B.
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