Giustizia e dintorni, stalking e maltrattamenti: una livella

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Gerardo Di Martino

Si riparte ragazzi. Mi sono chiesto quale potesse essere l’argomento più adatto per iniziare la nuova stagione.

Ho pensato che non c’è molto da pensare, in realtà: maltrattamenti e stalking. Oggi l’imperativo inevitabile. Procure e Tribunali ne sono pieni. Assurdo.

Certo, c’è chi si felicita per un nuovo caso. A partire dai giornalisti per arrivare agli stessi avvocati, per carità: chi ha mai sostenuto il contrario…

Su questa proliferazioni di denunce, c’è chi ci guadagna, chi ci mangia e chi si crogiola.

È complicatissimo oggi discutere, ma anche solo scrivere, di questo argomento. Il 99% della nazione se ne tiene alla larga o, al più, caldeggia social post e discussioni mainstream.

E perché mai? Vi parlo, ovviamente, come avvocato, non certo come genitore separato.

Siamo finiti nel gorgo. Abbiamo conseguito l’effetto esattamente contrario allo scopo: non c’è più la possibilità di separare gli innocenti. Tutti colpevoli. E basta!

Polizia e carabinieri corrono ad arrestare. Pubblici ministeri e giudici sbattono dentro, condannano e chiudono la partita. E hanno la loro ragione, sia i primi che i secondi.

Perché se l’aria che tira è questa, su 100 casi, o 1000, certo non si potrà pretendere di individuare l’uno che ucciderà o colpirà. Dunque è più che naturale che nessuno di loro, oggi, si assuma la responsabilità di ritenere il contrario.

E ma il problema sta proprio in questo. Enorme: l’aria che tira! È la nostra società alla deriva, e con noi i mass media, purtroppo.

Bisognerebbe prendere il toro per le corna e ripartire dall’esperienza. Occorrerebbe comprendere che la caccia alle streghe, da sempre, ha finito per essere una barbarie.

Forse oggi abbiamo sostituito le streghe con gli stregoni. Ma non cambia molto. La capacità, ed il coraggio, di piegare il futuro arriva, in ogni caso, dalla ragione.

Un abbraccio a tutti.



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