Glossite: cos’è, sintomi, cause, cure

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Senza di lei, sarebbe impossibile mangiare, parlare, deglutire e assaporare i cibi. La lingua è il supereroe della bocca, fondamentale per l’esperienza del gusto, essenziale per la produzione del linguaggio e capace di compiere una vasta gamma di movimenti che facilitano addirittura il processo digestivo. Ma anche i supereroi hanno i loro punti deboli e possono ammalarsi. «Sotto il termine “glossite” rientrano diverse forme di infiammazione, acuta o cronica, che possono coinvolgere la lingua: a volte cambia l’aspetto ma in assenza di sintomi, in altri casi possono comparire dolore e bruciore ma senza variazioni evidenti», descrive il professor Claudio Vicini, otorinolaringoiatra al Primus Forlì Medical Center e al San Pier Damiano Hospital di Faenza.

In sostanza, nella glossite la lingua può farsi “vedere” ma non “sentire”, oppure può farsi “sentire” ma non “vedere”.


Quali sono i sintomi della glossite

La glossite romboidea mediana e la glossite migrante (più nota come lingua a carta geografica) sono gli esempi più frequenti di una lingua asintomatica ma alterata nell’aspetto: nel primo caso compare una chiazza liscia centrale, leggermente rialzata, mentre la seconda è caratterizzata da macchie rosa scuro o rosse circondate da bordi bianchi o giallastri, che possono ingrandirsi o rimpicciolirsi in pochi giorni dando l’impressione di muoversi sulla lingua.

«Pur preoccupando i pazienti, si tratta di condizioni benigne e assolutamente innocue, che non sono accompagnate da fastidio», racconta l’esperto. «Un altro esempio è la glossite atrofica, dove il dorso della lingua perde la sua naturale ruvidezza e appare liscio, sostanzialmente appiattito. Anche in questo caso, il paziente non avverte dolore».

Più rara, ma sempre asintomatica, è la lingua villosa nigra, una patologia innocua spesso causata dalla proliferazione eccessiva dei batteri nel cavo orale che possono far apparire la lingua nera, come una sorta di “pelliccia” scura. «Tutto il contrario vale per la sindrome della bocca urente, che non è caratterizzata da evidenti lesioni locali, però determina un bruciore orale diffuso, oltre a formicolio o intorpidimento della lingua, del palato, delle labbra e delle altre superfici mucose della bocca», spiega il professor Vicini.

Anche le comuni afte determinano una glossite, in questo caso circoscritta: «Queste piccole ulcerazioni possono comparire sulla superficie linguale dorsale, inferiore o laterale, provocando dolore mentre si parla, si mangia o si deglutisce, perché muovendosi la lingua urta contro la dentatura».

Quali sono le cause della glossite

Nella maggior parte dei casi, le cause di glossite sono fisiche: gli esempi più comuni sono l’ingestione di cibi troppo caldi, che determinano un trauma termico, oppure morsi accidentali e protesi dentarie mal adattate (o denti scheggiati) che possono provocare irritazione.

«Altrettanto frequenti sono le cause chimiche, come il fumo di sigaretta e l’alcol: soprattutto quando se ne abusa, c’è il rischio di infiammare la mucosa orale, compresa quella della lingua», avverte il professor Vicini. Ma la glossite può anche essere determinata da una carenza alimentare, in particolare di ferro o vitamina B12, due elementi essenziali per l’integrità della mucosa linguale.

«Meno evidenti sono invece le cause della sindrome della bocca urente, che spesso compare fra le donne in epoca post-menopausale, inficiando pesantemente la qualità di vita», ammette l’esperto. «Anche in questo caso possono c’entrare delle carenze nutrizionali, come vitamina B12, acido folico, ferro e zinco, ma non è una regola fissa. A volte possono avere un peso fattori psicologici come ansia, stress e depressione, che rischiano di influenzare la percezione del dolore e favoriscono l’insorgenza di questa sindrome, ma in molti casi le cause restano sconosciute».

Quando c’è un’infezione

Talvolta la glossite può essere causata dal mughetto, un’infezione fungina provocata dal lievito Candida albicans e caratterizzata dalla formazione di chiazze bianche o giallastre sulle mucose della bocca.

«Anche la lingua può essere coinvolta con una sensazione di bruciore, dolore, arrossamento e disagio durante il consumo di cibi o bevande», tratteggia il professor Vicini. «Mentre nei bambini è abbastanza comune, anche in assenza di fattori predisponenti, fra gli adulti il mughetto è più comune nelle persone con un sistema immunitario compromesso».

Come si fa la diagnosi di glossite

Quando la glossite non si auto-risolve e dura più di 48 ore, è bene rivolgersi al medico di medicina generale, che può arrivare a una diagnosi certa osservando aspetto, colore, consistenza e presenza di chiazze o lesioni sulla lingua, ma anche raccogliendo i sintomi riferiti dal paziente oppure prescrivendo qualche esame del sangue.

«In caso di dubbio, il medico può rimandare a una visita specialistica da odontoiatra, otorinolaringoiatra o dermatologo, che nelle situazioni dubbie possono ricorrere anche all’agobiopsia della lingua», aggiunge l’esperto. «Raramente ci si arriva, perché questo esame è riservato solo alle situazioni in cui si sospetta un carcinoma orale, per fortuna non così frequente».


Quali sono le cure per la glossite

Nei casi di glossite temporanea, che si risolve nell’arco di uno o due giorni, all’inizio si può tentare con qualche risciacquo con un collutorio alcalino per contrastare l’acidità del cavo orale che spesso accompagna dismicrobismi e alterazioni ulcerative locali.

«Una valida alterativa possono essere i risciacqui con acqua tiepida e bicarbonato di sodio: basta scioglierne un cucchiaino da caffè all’interno di un bicchiere», riferisce il professor Vicini. «Nel frattempo, curiamo attentamente l’igiene orale ed evitiamo il fumo di sigaretta, l’alcol e le pietanze troppo speziate per non irritare ulteriormente le mucose».

Se invece il problema persiste, medico o specialista prescriveranno la terapia più appropriata, come una supplementazione alimentare in caso di carenze, farmaci antimicotici in presenza di mughetto o cortisonici topici per trattare le afte.

«Nella sindrome della bocca urente, infine, si è scoperto che la capsaicina, il principio attivo del peperoncino, è in grado di modulare l’attività delle fibre amieliniche del gruppo C, le terminazioni nervose che veicolano il senso del dolore», conclude il professor Vicini. «Esistono trattamenti a base di capsaicina che possono aiutare a ridurre il fastidio, ma tutto va sempre prescritto dal medico dopo una visita attenta e una diagnosi confermata».

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