Avellino – «Le persone mantengono le distanze, rispettano le regole. Sono l’ancora di salvataggio della città. Forse anche grazie a questo il virus è circolato poco ad Avellino». Pietro Vietri, titolare dell’omonima tabaccheria a Corso Vittorio Emanuele e presidente provinciale della Federazione italiana tabaccai, traccia un bilancio di quanto accaduto dall’inizio dell’emergenza Covid. Dalla sua attività al centro di Avellino ha potuto osservare il comportamento delle persone lungo il salotto buono della città, quello più affollato soprattutto dal 4 maggio. Un comportamento che definisce esemplare. A questo si aggiunge il contributo del Comune di Avellino.
«Si è instaurato un rapporto di fiducia tra la città, l’attuale sindaco e consiglio comunale, ma per intero, a prescindere dalle distinzioni tra maggioranza e opposizione – spiega Vietri. Devo dire che la città ha risposto bene in questi due mesi, intanto le attività stanno cercando di riaprire». Tra le iniziative messe in campo dall’ente di piazza del Popolo spicca, naturalmente, l’utilizzo dei test rapidi per effettuare le verifiche sulla popolazione. «Il sindaco ha aiutato la città con lo screening, è stato possibile capire come e se il virus circola ad Avellino. Anche io mi sono sottoposto al test, ripetuto per una seconda volta perché, dopo un certo lasso di tempo, va rifatto. E’ una cosa importante, anzi consiglio a chi non lo ha fatto di sottoporsi, soprattutto nel caso di attività a contatto con gli utenti, come nel mio caso».
Avellino, come il resto dell’Italia, è entrata nella fase due. Ora, oltre allo screening sulla popolazione, servirà mettere in campo azioni per far ripartire la città, a cominciare dal commercio. La Giunta Festa ha già deliberato le prime iniziative a sostegno delle attività commerciali.
«La delibera prodotta dall’assessore Nargi, dopo il confronto con le associazioni di categoria, è un qualcosa di importante – spiega Vietri – perché viene data la possibilità alle attività commerciali di usufruire degli spazi pubblici senza ingombro economica. E’ una possibilità da non sottovalutare perché consente di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel».
I due mesi che la città si è lasciata alle spalle sono state indubbiamente duri per gli avellinesi e i commercianti. «Noi tabaccai siamo stati tra le categorie privilegiate perché abbiamo potuto continuare a lavorare», ammette Vietri, ma il resto della città «non è stata lasciata sola. Ho potuto constatare come l’amministrazione sia stata vicina a tutti, anche i consiglieri, sia di maggioranza che opposizione. Naturalmente, in questo momento, chi rappresenta la città sono il sindaco e la sua giunta. Sto notando un grande impegno, come in questi giorni per liberare le aree verdi, cosa che non è stato possibile fare fino a poco fa perché le imprese erano ferme».
Quanto visto durante i due mesi di emergenza e i primi segnali che arrivano dalla fase 2, lasciano ben sperare per il futuro. «La città sta cercando di tornare allo splendore iniziale, o meglio a quell’accenno che si era cominciato a vedere, devo dire, grazie a questa amministrazione. Ad esempio, durante il mese di agosto dello scorso anno ho visto un importante incremento di persone in città». Probabilmente non si potrà arrivare più ai numeri della scorsa estate perché le prescrizioni di sicurezza non lo consentiranno. Le persone, intanto, hanno ripreso a frequentare il Corso principale, ma non sono mancate polemiche per presunti affollamenti, ma chi come Vietri vive, per lavoro, il Corso tutta la giornata può scattare una fotografia più obiettiva su quanto accade.
«Il comportamento delle persone, per lo meno a Avellino, è sempre stato corretto – spiega. Qualcuno parla si assembramento lungo il Corso, ma è un qualcosa di molto relativo. Siamo una città di 60 mila abitanti, il Corso principale è la strada tipica del passeggio, come accade in tutte le altre città, è chiaro che rispetto ad altre strade può sembrare che ci siano troppe persone, ma in realtà non è così. Inoltre bisogna sempre tenere presente il territorio e la città nel suo complesso».
Il problema, eventuale, in realtà c’è stato solo a inizio settimana, quando dopo due mesi di clausura, le persone hanno potuto riassaporare una parvenza di libertà. «Era inevitabile dopo tutto questo tempo chiusi in casa, ma sia per il Corso che in altre zone della città le persone si sono sempre comportate in maniera esemplare, mantenendo le distanze e rispettando le regole. Sono state e sono l’ancora di salvataggio per la città, forse per questo il virus è circolato poco».