Hiv, la rimborsabilità della PrEP un passo per la prevenzione

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A 40 anni dall’annuncio dell’identificazione del virus per la prima volta, l’infezione da Hiv è un tema di cui è bene continuare a parlare. Un passo avanti in termini di prevenzione è stato compiuto recentemente con l’approvazione da parte di AIFA della rimborsabilità del trattamento per la profilassi pre-esposizione (PrEP) di persone Hiv negative, a base di emtricitabina e tenofovir disoproxil. Il medicinale è indicato per la profilassi pre-esposizione al fine di ridurre il rischio di infezione da Hiv-1 sessualmente trasmessa in adulti e adolescenti ad alto rischio.

Si è riflettuto sulla portata di questa approvazione durante la conferenza “Una nuova era nella prevenzione dell’Hiv: la rimborsabilità della PrEP storico passo avanti nella lotta contro l’infezione” promossa da Viatris Italia e svoltasi nei giorni scorsi a Milano, con la partecipazione di esponenti del mondo clinico, istituzionale e delle associazioni.
L’evento è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione epidemiologica dell’Hiv in Italia e nel mondo, sui progressi ottenuti finora nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione, nonché sull’importanza della collaborazione tra i diversi attori in campo – istituzioni, società scientifiche, associazioni, aziende – per raggiungere l’obiettivo auspicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di una generazione libera dall’Aids.

«Ritengo che la rimborsabilità della PrEP possa avere un impatto positivo. In primo luogo, l’offerta della terapia per prevenire l’infezione da Hiv a carico del Servizio Sanitario Nazionale, gratuita al cittadino, ci permetterà di evitare dei contagi e contenere la diffusione del virus, in particolare in fasce di popolazione a rischio, con una ricaduta positiva in termini di salute pubblica», ha dichiarato il prof. Stefano Vella, docente di Salute Globale, Università Cattolica (UCSC), Roma. «Inoltre, l’impatto in termini economici della profilassi pre-esposizione rispetto al trattamento di una persona Hiv positiva è decisamente inferiore, permettendo anche un risparmio a beneficio della sanità pubblica».

In Italia l’Hiv rappresenta ancora oggi un problema di salute pubblica, come testimoniano le 1.770 nuove diagnosi annue nel 2021, pari a 3 nuovi casi per 100.000 (dati Epicentro ISS, Istituto Superiore di Sanità, Infezione da Hiv e Aids). A questo si aggiunge il dato relativo ai casi sommersi, con una quota in crescita dal 2015 di persone che giungono tardivamente alla diagnosi di sieropositività.

«Dal 1983, anno della prima identificazione del virus, abbiamo fatto innumerevoli passi avanti in ambito Hiv e la rimborsabilità della PrEP rappresenta lo step più recente di questo percorso», ha commentato il dott. Andrea Antinori, direttore UOC Immunodeficienze virali all’INMI Spallanzani di Roma. «L’efficacia della PrEP è da tempo confermata: se guardiamo al modello australiano, l’incidenza di Hiv osservata in un lasso di tempo di tre anni è stata inferiore del 92% rispetto all’incidenza prevista in assenza di PrEP (almeno 20 per 1.000 persone/anno). Si stima che, con un’aderenza del 100%, l’incidenza si azzeri in almeno 5.000 persone/anno».

30 giugno 2023

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