Se sei un’amante della montagna e del trekking e hai dovuto fermarti dall’attività a lungo, ad esempio per il lockdown, il consiglio degli esperti è ricominciare ad allenarsi con gradualità. Il rischio, per chi fa trekking, è di ritrovarsi senza forze prima ancora di intraprendere la via del ritorno.
Ecco i consigli di una grande esperta, Lorella Franceschini (nelle foto), vicepresidente nazionale del Cai (Club alpino italiano) e istruttrice della scuola nazionale di alpinismo del Cai.
In montagna con ancor più responsabilità
Al ritorno in montagna, attenti alle trappole euristiche. Che non sono tranelli disseminati da qualcuno in vena di pessimi scherzi, ma processi mentali (guidati da intuito e improvvisazione) – ben conosciuti dagli alpinisti esperti – che finiscono per minare la sicurezza di trekking e scalate.
«Anche se si conosce molto bene una zona o un sentiero», spiega Lorella Franceschini, «alla ripresa dell’attività bisogna considerare che possono essere cambiate le condizioni ambientali, perché magari durante il lockdown la natura ha ripreso il sopravvento in alcuni punti, e che sono di certo cambiate anche quelle di forma personale».
L’invito è quindi quello di usare la massima prudenza e di riprendere con gradualità: per la propria incolumità e anche per rispetto nei confronti degli uomini e delle donne del Soccorso alpino, che in molti casi durante l’emergenza per il Covid-19 sono stati messi a dura prova a fianco della Protezione civile per assistere le popolazioni delle zone montane.
Perché è importante la prudenza
Dopo la lunga inattività, soprattutto se si è messo su qualche chilo di troppo (che con lo zaino in spalla si farà sentire ancora di più), programmare escursioni meno impegnative di quelle alle quali si era abituati è quindi il primo passo per ricominciare.
«Alla ripresa dell’attività escursionistica è poi meglio evitare di darsi una meta, ma ragionare sempre sulle ore di cammino che si possono sostenere. Anche se non si è ancora arrivati al “solito” rifugio o in vetta a un’amata montagna, decidere a un certo punto di arrestare la salita e ridiscendere a valle non è una resa, ma una mossa responsabile», osserva la nostra esperta.
«E per riuscirci la volta successiva, specie se si può fare trekking solo nel weekend, è bene dedicare almeno un paio di training settimanali al lavoro cardiovascolare: tapis-roulant o ciclosimulatore indoor, corsa o anche solo camminata veloce outdoor sono la miglior soluzione per recuperare il prima possibile forma e resistenza dopo la pausa forzata».
Le raccomandazioni da seguire
Nell’estate post-quarantena il desiderio di spazi verdi potrebbe portare tra le vette anche tanti nuovi frequentatori della montagna.
A loro, come a tutti gli altri, vanno le raccomandazioni finali di Lorella Franceschini: «Informarsi sempre sul meteo prima di partire e avere l’attrezzatura adeguata, avendo ben presente che in montagna la temperatura può scendere in brevissimo tempo, paiono indicazioni superflue, ma che vengono ancora troppo spesso disattese. Come confermano i report del Soccorso alpino, in cui si arriva a leggere di persone recuperate sui sentieri con ai piedi infradito o scarpe con i tacchi a spillo».
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Articolo pubblicato sul n. 18 di Starbene, in edicola e nella app dal 26 maggio 2020