i festiani chiedono una resa incondizionata, Nargi cerca i numeri per andare avanti – Corriere dell’Irpinia

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I festiani aspettano che la sindaca sottoscriva formalmente le loro proposte programmatiche. Perché la questione è seria, si tratta di sancire una intesa sul futuro della città. La cosa non è liquidabile con una dichiarazione di buone intenzioni. Solo quando ci sarà la firma di Laura Nargi i consiglieri festiani firmeranno a loro volta i decreti di nomina, formando così la nuova giunta e sbloccando l’impasse politico-amministrativa. Nargi dovrà fare esattamente ciò che chiede l’ex sindaco, Gianluca Festa, il leader vero della maggioranza, che ha dalla sua 14 consiglieri.

I festiani hanno definito un rigido protocollo per superare la crisi: una programma bis e sette assessori in giunta. Vogliono salvare almeno la forma. Anche la sindaca però vuole mantenere un profilo alto, la fascia tricolore glielo impone, e soprattutto gli conviene. Prende tempo, ma non sembra avere alternativa: può governare solo con i voti di Festa. Almeno per il momento.

Una maggioranza diversa la può costruire dopo un delicato e certosino lavoro di mediazione. Nargi parte dai sei consiglieri di Siamo Avellino. A loro se ne potrebbero aggiungere altri quattro: Rino Genovese (Patto Civico), Gerardo Melillo (Forza Avellino), Geppino Giacobbe e Sergio Trezza (Moderati e Riformisti)

Certo, Genovese ultimamente ha usato toni abbastanza duri nei confronti della sindaca. Ma per salvare la città ci vuole buon senso, o anche sagacia politica. Stesso discorso per il Pd. I dem ci pensano. Nell’ultimo consiglio comunale hanno dato un segnale garantendo il numero legale. E perché no? Il Pd potrebbe andare in soccorso di Nargi. Almeno altri tre voti: Luca Cipriano, Enza Ambrosone, Nicola Giordano. Tonino Gengaro potrebbe non accettare. Amalio Santoro e Antonio Bellizzi di Con Gengaro sindaco diranno quasi certamente no. E poi c’è Antonio Aquino dei 5stelle.

Ora, non è che i dem vogliano salvare Nargi, piuttosto affondare Festa. Sanno che se si andasse al voto in primavera, se Nargi non dovesse trovare una nuova maggioranza, molto probabilmente Festa sarebbe di nuovo sindaco di Avellino, vincendo alle urne senza problemi. Insomma via Tagliamento sperando in tempi migliori, intanto garantirebbe una risicatissima maggioranza a Nargi: o meglio il numero legale, permettendole di approvare le delibere in seconda convocazione.

L’allora sindaco Paolo Foti è andato avanti così per un pezzo. Nargi potrebbe farcela per un po’, il tempo necessario per far scadere il termine entro il quale una sfiducia al sindaco o le sue dimissioni porterebbero al voto entro la prossima estate, il tempo utile per far fallire il blitz di Gianluca Festa, per impedire il voto subito.
Il Pd infatti non è pronto oggi, il risultato delle urne potrebbe deludere. Meglio trattare, salvare il salvabile, salvare Nargi, per ora. Poi si vede. Insomma non un inciucio: Festa fa paura.

E allora tutti i non festiani uniti nella maggioranza della sindaca, a sostenerla contro il nemico comune. Si tratta di un sacrificio utile alla causa di tutti. Non servirebbe a vivacchiare, sarebbe una formidabile strategia contro l’ex sindaco, contro la sua prepotenza politica. Non sarebbe abbastanza per amministrare in modo efficace, con lungimiranza, in maniera seria la città, non sarebbe il tutti insieme contro Festa utile a fare scelte strategiche, straordinarie, coraggiose, necessarie. In questo caso, per la sindaca Nargi i conti non tornerebbero comunque.



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