Esistono due tipologie di persone al mondo: chi nelle difficoltà trova montagne insormontabili e chi, invece, soltanto degli intralci da risolvere. La storia di Antony Iannarilli è fatta di montagne invalicabili che avrebbero intimorito anche Annibale e i suoi elefanti. Ma negli occhi del portiere dell’Avellino, però, queste giganti di pietra, non sono state nient’altro che ostacoli da superare. Il numero 1 biancoverde, con perseveranza, aggiunta alla fame, è riuscito a sconfinare ogni difficoltà messasi sul suo cammino. Ed ora, con lo spirito resiliente di un lupo, è pronto a lottare nuovamente per portare l’Avellino in una categoria che lui stesso, anni fa, si era preso con voglia e forza.
Iannarilli, una storia di resilienza
Gli inizi
La storia calcistica di Iannarilli inizia ad Alatri, diventa portiere perché “non mi andava di correre troppo”. Una decisione arrivata per pigrizia, ma che si è rivelata la più giusta possibile. La carriera del numero 1 inizia dal basso, nel 2011, quando Lotito, patron del club biancoceleste (in cui Antony fa tutta la trafila), lo convoca per fargli una proposta: andare alla Salernitana. Il club granata, in quel momento in Serie D, è un’opportunità per Antony: quella di dimostrare a tutti di poter essere un titolare. Per Iannarilli arriva subito una promozione.
Il terribile infortunio
24 febbraio 2013. La Salernitana gioca al “Porta Elisa di Lucca” contro il Borgo a Buggiano, Iannarilli è il portiere titolare. Al 5′ di gioco, il Borgo attacca: passaggio filtrante dalla trequarti per Candiano; Iannarilli esce in presa bassa al limite dell’area, ma Candiano non si ferma; i tacchetti del giocatore del Borgo si schiantano in maniera atroce contro il torace del portiere. Viene trasportato all’ospedale “Campo di Marte” e operato d’urgenza. Ciò che ne segue è da non credere: milza asportata. Antony ne parlò così: “Sono stato salvato da medici bravissimi, ho rischiato di non tornare a casa. Non sapevo nemmeno se sarei potuto tornare in campo”.
Gubbio, Pistoia e Terni
Quel campo lo ritoccherà, ovviamente. Nella stagione 2014-2015 arriva a Gubbio. Tra le fila dei toscani, Iannarilli trova anche la rete: Gubbio-Grosseto 1-1, al 92’. Una rete che prima di lui, in Italia, da portiere, avevano trovato solo Rampulla e Taibi. L’anno successivo gioca con la Pistoiese, dove vince il premio di miglior portiere della Serie C.
Antony arriva a Terni. Senza ricevere regali, combatte per la titolarità e la guadagna con forza e resilienza. La stessa che ha sempre avuto indosso. Con la Ternana conquista la Serie B in una stagione da 14 clean sheet. Tra tutte le voci di mercato che accostano portieri al club, Antony abbassa la testa e inizia a pedalare fortissimo per mantenere ciò che aveva conquistato sul campo. Resterà lui il titolare degli umbri, fino allo scorso anno: l’ultimo prima di approdare ad Avellino, che ora apprezza un guerriero tra i pali.
Iannarilli, un “1” che fa la differenza: l’uomo in più dell’Avellino
Ad Avellino Iannarilli è arrivato per prendere il posto di Ghidotti. La piazza desiderava un salto di qualità tra i pali. Nonostante alcune difficoltà iniziali arrivate nella gestione Pazienza, con il passare delle giornate, e l’arrivo di Biancolino, Antony si è dimostrato una garanzia nella difesa della porta dell’Avellino.
Lucarelli, suo allenatore ai tempi della Ternana, parlando di lui disse: “Io con Iannarilli mi sento al sicuro”. Vero, anzi, verissimo. Alcuni dati testimoniano proprio questo: 2,67 parate di media; 1.07 da dentro l’area di rigore. Bisogna considerare, però, come molte volte sia stato reso inoperoso: più volte ha chiuso a 0 (Latina all’andata; Picerno al ritorno; Taranto), ma quando sono arrivati “bombardamenti” si è sempre dimostrato solido. Un esempio, le prestazioni migliori della stagione: Sorrento 1-0 (8, otto! parate); Cerignola 1-1 (5 parate, 3 in area) e Latina 0-3 (6 parate, 4 in area).

Ma oltre a quest’abilità tra i pali, dovuta a caratteristiche feline: reattività, balzo e riflessi, Antony ha cambiato l’Avellino anche per la sua capacità con i piedi. Iannarilli consente di costruire dal basso e di ripulire palloni con lanci lunghi. I dati a riguardo sono sbalorditivi. Nella prime 5 di campionato, Iannarilli viaggiava a 17 tocchi di media. Con Biancolino questo dato è incrementato a 23.14. Sorprende anche l’efficacia: 90.5% di passaggi riusciti. Potrebbero sembrare una banalità per un portiere, ma bisogna considerare i 6.29 lanci lunghi di media. 4.68, il 74.4%, sono finalizzati.
In chiusura il dato più solido: 10 clean sheet. Tante volte, il portiere, ha alzato la saracinesca non dando scampo agli offendenti avversari. 28 gare giocate, per un totale di 2520 minuti. Avellino ha conosciuto Iannarilli: un lupo al servizio del branco.