Idee Resistenti. La playlist di Francesco Venga, classica ma non solo – IL CIRIACO

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Francesco Venga

Questo spazio quotidiano di creatività si chiama “Idee Resistenti” per due motivi: in quarantena è necessario resistere, esercitare la creatività e applicarsi a ciò che ci piace aiuta la mente a orientarsi in una direzione diversa: quella del futuro. Se avete voglia di inviarci le vostre Idee Resistenti scrivete a: eventi@ilciriaco.it

Francesco Venga

Oggi vi proponiamo una playlist veramente particolare, quella che ha preparato per noi il M° Francesco Venga (biografia in fondo all’articolo), viola del Quartetto Felix di cui ci siamo occupati su queste pagine in occasione dell’uscita sul prestigioso periodico musicale Amadeus del primo disco del Quartetto Felix di cui fa parte insieme con: Marina Pellegrino, Vincenzo Meriani e Matteo Parisi.

Francesco Venga ha la capacità di unire il rigore dello studio con una straordinaria ironia e a uno spirito giocoso che gli consente di avvicinare la musica senza pregiudizi di generi o di epoche; non è raro infatti che egli esca dagli ambienti accademici che sono parte della sua professione per frequentare locali dove si suona rock, elettronica e tutto quanto possa stimolare la sua curiosità musicale senza limiti.

Tutto ciò è riflesso nella playlist che segue, accompagnata da ricordi, aneddoti e considerazioni gustose e stimolanti. Come sempre i video sono alla fine dell’articolo.

  1. Jordi Savall – Regents Rant (tradizionale scozzese) da The Abergeldie Castle Set (The celtic viol II, 2010)

“Desideravo vedere dal vivo Jordi Savall da una decina di anni, almeno. Prima del delirio mi sono imbattuto quasi per caso in un suo concerto per viola da gamba sola. Ero al Teatro della Pergola, a Firenze, il 16 febbraio. Sala piena, pubblico in religioso silenzio. Solo una luce che illuminava il leggio di Savall. Manco le note di sala si riusciva a leggere, tanto è vero che lo stesso girava pagina, annunciava i pezzi e attaccava a suonarli. Una roba incredibile. Un essere mitologico metà autorità indiscussa della musica antica ed etnomosicologia, metà dj/popstar. Uno dei ricordi più belli del pre-quarantena”.

  1. She Past Away – Durdu Dunya (Disko Anksiyete, 2019)

“Gli She Past Away avrebbero dovuto suonare al Traffic a Roma l’altro ieri, “aperti” dai campani Ash Code (che di recente hanno organizzato un home concert per raccogliere fondi da destinare al Cotugno). Ho lasciato il promemoria su Calendar per tutta la quarantena, cancellandolo solo il giorno stesso, perché andava in conflitto con una Zoom call. Non mi ricordo come li ho conosciuti, probabilmente in una playlist di Spotify. Loro sono una delle mie ultime fisse.  Suonano dark wave come se fossimo negli anni ’80, con il muro di Berlino che magari scricchiola ma sta ancora in piedi, con l’Avellino in serie A, i jeans a vita alta e tutto il resto. E invece sono attivi (solo) da una decina di anni, sono più digitali che analogici e non cantano in inglese, francese o tedesco, ma in turco. E infatti sono turchi. Oscuri quanto basta, perché il periodo è quello che è”.

  1. Ennio Morricone – Marcetta popolare  (Bianco, Rosso e Verdone, 1982)

“Non ho mai amato particolarmente Carlo Verdone, ma la quarantena ha sovvertito un po’ tutti gli schemi e quindi adesso Verdone mi piace e mi fa pure ridere. Quindi mi sto vedendo piano piano tutta la filmografia e sto ascoltando il suo podcast. Bianco, rosso e verdone è un film pazzesco (che naturalmente non avevo mai visto). Mi piace come rappresenta la nostra Italia per quel che è, con tutte le sue contraddizioni che vengono fuori anche o soprattutto in questo periodo. Morricone mi sembra che condivida questa weltanschaung verdoniana e nella sua colonna sonora c’è tantissima ironia, soprattutto in questa Marcetta in cui al tema affidato al flauto risponde una chitarra blues, che viene progressivamente coperta da un trombone che suona il primo inciso dell’Inno di Mameli. Chapeau illimitato per Morricone, che non fa il verso all’Inno, ma solo a noi, che ci ricordiamo di essere italiani solo il 25 aprile, magari non per amor di patria, ma per fare casino e basta”.

  1. Golfers featuring Idontexist – Non Perderti (Atypical, 2020)

“Loro sono miei amici, sono avellinesi ma soprattutto suonano bene. Angelo Ferrante, che quando rappa si fa chiamare Idontexist, è un poeta, ma anche un visionario nonostante sia giovanissimo. Ho scelto questo pezzo per due motivi: il primo è per quel verso, che sembra così tristemente attuale: Ora che starmene a casa non vuol dire più sentirmi a casa. Il secondo, mi si conceda la piccola marchetta, è che c’è un piccolo cameo violistico del sottoscritto alla fine della traccia”.

  1. Francesca Michielin featuring Giorgio Poi – LEONI (FEAT Stato di natura, 2020)

“Lei canta davvero bene, ma la cosa notevole è che il suo timbro si sposa benissimo con la voce elegante ed educata di Giorgio Poi. Lui, che un mio caro amico ha definito il re Mida dell’indie, ancora una volta tocca qualcosa e lo trasforma in oro.  E questa canzone è una pietra preziosa. Ed è uscita proprio in questi giorni. Una canzone tutta da cantare in macchina col finestrino abbassato e il vento fra i capelli, appena si potrà”.

 

 

 

Biografia di Francesco Venga 

Avviato agli studi musicali da giovanissimo, ha conseguito presso il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino i diplomi di violino e viola con il massimo dei voti. Dal 2011 al 2017 si è perfezionato come violista con il M° Bruno Giuranna presso l’Accademia “W. Stauffer” di Cremona e presso l’Accademia Chigiana di Siena, dove gli è stato conferito il diploma d’onore nel 2013.
Nel 2017 si diploma in Musica da Camera presso l’Accademia di Santa Cecilia, nella classe del M° Carlo Fabiano, con il massimo dei voti e la lode, in qualità di membro del Quartetto Felix.
Ha suonato in formazione da camera con musicisti come Salvatore Accardo, Rocco Filippini, Franco Petracchi, Bruno Giuranna e Antonio Meneses.
E’ stato premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali ai quali ha partecipato come solista o camerista (Concorso “M. Antonelli” di Latina; Concorso “Rospigliosi” di Lamporecchio; Concorso “Mirabello in musica”, presidente di commissione M° Bruno Canino).
Nel settembre 2015 ha vinto il concorso bandito dalla Fondazione Petruzzelli di Bari per il ruolo di viola di fila. Nel settembre 2017 ha vinto il concorso per concertino delle viole presso l’Istituzione Sinfonica Abruzzese. In seguito alle idoneità conseguite in audizione dal dicembre 2015 collabora con il Teatro di San Carlo come professore ospite e dal gennaio 2019 con l’Orchestra Regionale Toscana, in qualità di prima viola.
Hanno scritto per lui compositori come Dusan Bogdanovic e Angelo Gilardino, con i quali ha revisionato gli stessi spartiti a lui dedicati, editi da Doberman-Yppan e Bèrben.
Nel 2017 l’etichetta Stradivarius pubblica Intersezioni, disco in cui in qualità di membro dell’Opera Reading Ensemble, suona l’Elogio della filosofia in forma di decalogo, opera-rieding con musiche di Rosalba Quindici e Giulia Lorusso e testi di Rosario Diana. La stessa Rosalba Quindici gli ha dedicato Rami come cristalli, per viola e ensemble, presentato in prima assoluta al Festival 5 Giornate per la Nuova Musica di Milano del 2015, insieme all’Ensemble Zenit 2000.
Parallelamente all’attività concertistica, dal 2011, con il conseguimento del diploma abilitante in didattica strumentale, si dedica all’attività didattica nelle scuole secondarie.
Suona una viola Eva e Christo Marino del 2014.

 



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