Oggi, alle ore 18, sul Gruppo Facebook dell’Associazione Avionica, sul canale YouTube del Regno di Amataria si terrà la proiezione in anteprima del progetto “Percussegno” curata da Ciro Roca e Andrea Matarazzo. Si tratta di una performance tra suono e pittura di cui sarà rilasciata anche una versione breve, da 90 secondi, sul profilo Instagram del Regno di Amataria, il collettivo artistico fondato da Andrea Matarazzo con altri giovani artisti e performer irpini.
A “Percussegno” partecipano: Ciro Roca, Andrea Matarazzo, Giuliano Severitano, Gianluca Avella, Elena La Sala e Christian Cirignano.
Il tema della performance video è: “Percussione e segno, ascoltarsi contro la solitudine, comunicazione non verbale”.
Si parte dal concetto di sinestesia che gli artisti spiegano così: “La sinestesia è un fenomeno sensoriale/percettivo che indica una “contaminazione” dei sensi nella percezione. Il fenomeno neurologico della sinestesia si realizza quando stimolazioni provenienti da una via sensoriale inducono esperienze, automatiche e involontarie, in un secondo percorso sensoriale o cognitivo. Più indicativo di un’effettiva presenza di sinestesia è il caso in cui il percepire uno stimolo, come quello del suono, provoca una reazione netta e propria di un altro senso, come ad esempio la vista”.
“La nascita di questa performance è da ricercarsi nel bisogno di comunicare che abbiamo noi esseri umani – spiega Ciro Roca – di condividere emozioni e stati d’animo, per potenziarli nel caso essi siano positivi, ridurre la loro dolorosità e rielaborarli nel caso siano negativi. Tutto è nato tra me e Andrea, dall’idea di unire le nostre competenze artistiche. Vivendo in una piccola città del sud Italia con molti preconcetti, in un periodo storico in cui le persone non sono più molto predisposte a comunicare tra loro, un pò per gioco, un pò per cercare di farci capire in un luogo che non comprende l’arte o quantomeno la considera poco, ci siamo ritrovati a cercare un modo per mettere in relazione i nostri due mondi, i nostri due modi di comunicare emozioni, il mio, la percussione, con l’ausilio della batteria, e quello di Andrea, il segno. Proprio perché non ci parliamo quasi più e stiamo spesso e volentieri davanti a schermi in silenzio, o ci diciamo parole, ma comunichiamo poco delle nostre emozioni, quale mezzo migliore dell’arte? Nell’arte si può dire molto più di tante parole, ma senza adoperarle. Certo, bisogna predisporsi in uno stato emotivo empatico e noi ci abbiamo provato. Quello che ci siamo prefissati è da sempre il mio obiettivo nella musica, la cosa che più mi affascina, dà gusto e appassiona”.