Idee Resistenti. Vernicefresca, il teatro che continua in remoto – IL CIRIACO

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Rossella Massari

Questo spazio quotidiano di creatività si chiama “Idee Resistenti” per due motivi: anche nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19 è necessario resistere, esercitare la creatività e applicarsi a ciò che ci piace aiuta la mente a orientarsi in una direzione diversa: quella del futuro. Se avete voglia di inviarci le vostre Idee Resistenti scrivete a: eventi@ilciriaco.it.

L’Associazione Vernicefresca Teatro ha affrontato in maniera “resistente” il periodo della quarantena realizzando una serie di video contrassegnati con l’hastag #dontstopmenow con lezioni di dizione e public speaking a cadenza settimanale e letture di fiabe.

 

Rossella Massari e Arianna Ricciardi nello spettacolo “Donne che corrono”

La compagnia, fondata nel 2013, è oggi composta da: Rossella Massari, Massimiliano
Foà, Francesca Niespolo, Arianna Ricciardi, Gerardo De Blasio, Nicola Mariconda, Danilo Berardino. Dal 2017 è riconosciuta dalla Regione Campania . È residente ad Avellino dove produce spettacoli per festival e teatri su tutto il territorio nazionale e ha anche una sede a Napoli. Presidente dell’Associazione è Rossella Massari con cui abbiamo scambiato parlato di questo periodo così particolare per il mondo del teatro e dell’arte in generale.

Rossella Massari, come hai vissuto la quarantena?

Ho vissuto la quarantena come un momento di raccoglimento, vivendo da sola ho avuto molto tempo da dedicare ai miei pensieri, è stata un’occasione per lasciare andare qualche cattiva abitudine, ho avuto molto tempo da dedicare allo studio. Non sono mancati i momenti di profonda tristezza e sconforto, ma ho sempre cercato di non trasformare la solitudine in isolamento, anche a distanza ho nutrito e rafforzato i legami che ritengo fondamentali, ho ri-trovato delle persone che avevo perduto nella corsa quotidiana. Molti hanno definito questo un tempo sospeso ma per me non è stato così, la vita e i suoi riferimenti si sono capovolti, tutto ha cambiato forma e colore, questo tempo è stato una grande scoperta, la vita continua a scorrere e sono grata di non aver affrontato la malattia. Shakespeare fa dire a Gonzalo all’inizio del secondo atto de La tempesta  “ Vi scongiuro, mio sire, siate allegro. Anche voi avete, come noi tutti, un motivo di gioia. Essere scampati vale assai più di ciò che si è perduto. Il nostro dolore è cosa normale. […] Della nostra salvezza, voglio dire, quasi nessuno può vantarsi, tra milioni. E perciò saggiamente, buon signore, bilanciate il dolore col conforto”

Che significato ha il teatro per voi di Vernicefresca?

Vernicefresca Teatro

 “Il teatro ha la funzione di riflettere il mondo che lo circonda, il territorio in cui nasce, la società che lo nutre e muove. Oggi che bisogna mettere tutto in discussione, bisogna reinventarsi nelle pratiche e nei modi, la nostra funzione resta la stessa raccontare storie, dar voce al nostro tempo, alle nostre fragilità come esseri umani. Non crediamo di poter dare soluzioni ma abbiamo il dovere di raccontare la vita e il suo fermento. È importante in questo momento portare il teatro fuori dal teatro, una pratica sempre esistita, e al momento sembra l’unica possibile. Bisognerà riorganizzare il lavoro, ripensare le modalità di produzione, rinnovarsi, come? Lo scopriremo solo attraverso la pratica.

Cosa ti ha insegnato questo momento e cosa pensi abbia insegnato agli altri?

“Questo tempo mi ha confermato l’importanza dei legami, è la cosa che più mi manca e mi è mancata è: la relazione con l’altro, la presenza dell’altro. Mani, sguardi, incontri, sorrisi, braccia tese, contatto umano tutte cose che forse prima davo per scontato, oggi ne riscopro la forza, il valore. Sono passata, da un giorno all’altro, da una vita dinamica, ricca di incontri, piena di attività ad una vita rilassata, calma, piena di quiete e di silenzio con cui ho dovuto fare i conti, da una vita di corsa ad una vita in corsa, perché la vita non si ferma mai, continua a scorrere”.

Cosa ti è mancato di più e cosa farai quando tutto sarà finito?

“Rivedrò mia madre. Rivedrò la mia città Avellino che mi è mancata moltissimo, la maggior parte delle persone che amo vivono lì e anche se a distanza di sicurezza potrò finalmente incontrare i loro occhi senza schermi, senza filtri”.

Come vedi la ripresa? Il mondo dell’arte è in subbuglio, sembra essere stato dimenticato dalla politica come se gli artisti non avessero bisogno di lavorare

“Il mondo dell’arte era già prima in enorme difficoltà, la pandemia ha ovviamente fatto emergere con forza e chiarezza tutte le fragilità del nostro mondo lavorativo. Abbiamo bisogno che il nostro lavoro venga riconosciuto, ma ne avevamo bisogno anche prima. Da quando le porte dei teatri si sono chiuse, sul web sono nate molte iniziative di ogni genere, artisti hanno creato attività di ogni tipo per evocare lo spettacolo dal vivo, per non cadere nel silenzio, nell’invisibilità. Questa vitalità darà sicuramente avvio a nuovi linguaggi, ma niente potrà sostituire il teatro, che è per sua natura incontro, non può essere fatto in assenza, non può escludere la partecipazione del pubblico”.

Simbolicamente cosa ti sembra la pandemia, il distanziamento, il virus, sembrano delle metafore in un certo senso, parte di una fiaba, che come tutte le fiabe fa anche un po’ paura?

Ci sono tanti modi di vedere questa emergenza, la natura che si ribella all’uomo, la crisi dei valori, alcuni l’hanno definita come una guerra da affrontare col divano come trincea. Dalle nostre prigioni dorate in cui ci siamo protetti abbiamo saputo della sofferenza degli altri, magari ad un metro da casa, abbiamo sentito di morti senza riti e senza conforto, abbiamo assistito a distanza alla nascita di nuovi eroi. Ma questo accade da sempre nella storia dell’umanità, noi siamo stati i più fortunati. Quello che è accaduto negli ultimi mesi ci rivela l’impotenza dell’uomo, ci dice che non siamo delle divinità, non siamo immortali; questa pandemia ci ha spiazzato, ci ha detto che non possiamo controllare tutto, la paura più grande è che questo isolamento diventi una pratica, eppure abbiamo tutti le stesse paure. Se le tante idee di creare rete, di crescere attraverso le collaborazioni, se veramente ci convincessimo che nessuno si salva da solo, se queste idee potessero oggi diffondersi con la stessa velocità con cui si è diffuso il virus  forse saremmo già salvi”.

Cosa avete dovuto rimandare e cosa farete appena tutto sarà finito?

“Abbiamo cancellato le repliche previste, abbiamo interrotto bruscamente i corsi nelle nostre sedi a Napoli e ad Avellino, rimandando a data da destinarsi il saggio di fine biennio, abbiamo interrotto i laboratori nelle scuole elementari e superiori a Napoli e ad Avellino, cancellato la programmazione estiva, abbiamo rimandato a data da destinarsi i corsi di formazione previsti per gli attori della nostra compagnia. Riguardo a quello che faremo quando tutto finirà è difficile da delineare, la quarantena per le compagnie teatrali non è finita, il distanziamento sociale rende impossibile ogni attività teatrale sia pedagogica che di spettacolo. Abbiamo tenuto vivo in questo periodo il rapporto con i nostri allievi attraverso le piattaforme offerte dal web, abbiamo realizzato dei video-racconti per bambini e ragazzi, che sono diventati supporti per la didattica a distanza, ma questo è servito a mantenere i legami e i rapporti che negli anni abbiamo costruito, non sono una soluzione ma solo una fase di passaggio.Noi possiamo solo augurarci e augurare a tutte le realtà del territorio che come noi si occupano di spettacolo dal vivo di trovare gli strumenti necessari a superare l’emergenza, sperando che questa crisi sia occasione di rinnovamento e di rinascita per tutti. Noi non ci fermiamo, non smetteremo di lavorare a nuove idee, non smetteremo di ri-pensare il teatro”.

Con l’hastag #dontstopmenow sul canale YouTube di Vernicefresca Teatro ci sono lezioni di dizione, e public speaking molto utili per migliorare la propria capacità di parlare in pubblico in ogni situazione 

 

 



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