Valle Ufita. Non è passata la delusione, e la rabbia, per il mancato appuntamento, che avrebbe dovuto esserci oggi, dei soci azionisti di Industria Italiana Autobus. Che avrebbero dovuto immettere nuovi capitali per far ripartire in modo, definitivo, la fabbrica metalmeccanica. 25 milioni di euro, questa la somma. Come sappiamo è saltato tutto e l’incontro è stato rimandato a data da destinarsi.
La certezza, almeno fino ad ora, è costituita invece dalla convocazione per il primo marzo, prevista alle ore 15, che le organizzazioni sindacali hanno ricevuto per andare a discutere al Mimit di Roma, alla presenza del sottosegretario al Made in Italy Fausta Bergamotto.
Intanto le rsu dello stabilimento flumerese si sentono prese in giro dai vertici dell’azienda e, certamente, non si aspettavano che la questione della ricapitalizzazione fosse rinviata. Dice Lello Colello, della Uilm:”Mi aspettavo un risultato diverso da quello che è stato. È inutile dirlo, la delusione è tanta. Ad oggi assume un ruolo cruciale la riunione al Ministero di mercoledì prossimo. La Uilm incalzerà il governo. Perché è arrivato il momento che, tutte le parti in causa, si prendano delle responsabilità affinché il nostro stabilimento diventi il polo di eccellenza degli autobus”.
Giovanni Garofano, della Fismic:”Sicuramente la situazione è molto delicata in quanto i soci sembra che si becchino tra loro. Intanto la società ha molto debiti accumulati. Tutto questo è grave perché stanno giocando sulla pelle dei laboratori. Nell’incontro di Roma, il governo dovrà uscire allo scoperto e dire cosa vuol fare. Questo stabilimento è in una zona Zes dove nascerà la Ferrovia. Quindi una zona strategica. Si si deve convincere Finmeccanica che, oltre a produrre autobus, ovviamente, è pensabile affiancare altre produzioni”. Quindi Silvia Curcio, nei giorni scorsi impegnata al congresso nazionale della Fiom. La “pasionaria” di valle Ufita sottolinea come si stia vivendo “in un clima surreale”. Che, sia quaggiù ma anche a Bologna, sede della Bredamenarini,” per questo monta la rabbia”.
E continua:” Mentre gli altri si prendono ancora tempo, nonostante tanti autobus da produrre( circa 700, ndr) qui a Flumeri e alla Bredamenarini ci sono 600 lavoratori e lavoratrici molto preoccupati per il proprio futuro, a cui è legato anche quello delle proprie famiglie”. E aspettare altre due settimane , evidentemente, accentua il loro stato d’animo.
“Che qualcuno dovrebbe gestire- continua la rsu della Fiom-, perché i lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di essere rassicurati e confortati, non possono essere lasciati soli in attesa che si decida il loro destino. È necessario che il capitano non abbandoni la nave e i passeggeri”.
Senza dare notizie alle tute blu. “Da tempo le notizie di quello che accade lo leggono sulla stampa o grazie ai delegati sindacali che, con senso di responsabilità cercano di alleviare le preoccupazioni: ma mai dall’azienda”. Anche per la Curcio sarà “fondamentale ” l’incontro al Ministero. E si augura che, quel giorno, possano “essere presenti le istituzioni territoriali di Campania ed Emilia Romagna, insieme ai vertici dell’IIa, tutti i sindacati e le rsu dei due stabilimenti”.
E lancia, per ultimo, una raccomandazione.” Sarà utile- conclude Silvia Curcio- evitare di continuare ad esacerbare gli animi, la lotta per difendere ciò che abbiamo conquistato con tanta fatica e, spesso, con tanta sofferenza non ci spaventa “.
Giancarlo Vitale
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