Il Corriere dell’Irpinia, giornalismo e democrazia

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Nel 1923, poco dopo la marcia su Roma, l’insigne meridionalista avv. Guido Dorso fondò il Corriere dell’Irpinia, che sarà per un secolo il punto di riferimento di tutti gli uomini liberi e democratici della nostra Irpinia.Con il Corriere dell’Irpinia inizia una vera e propria fase nuova del giornalismo di denuncia e di impegno concreto, contro le malefatte dei governanti di allora e di oggi. Guido Dorso, figura adamantina e di specchiata onestà, ma anche di principi granitici, dalle colonne del Corriere lanciava strali e di invettive contro coloro che emarginavano di fatto le zone del Mezzogiorno d’Italia ed in particolar modo dell’entroterra meridionale. Per l’insigne avellinese la questione morale era un elemento fondante per la crescita della nostra terra, senza della quale non avremo potuto avere una generazione di uomini con la schiena dritta, non inclini a qualsivoglia forma di compromesso o di corruzione.

La concezione dorsiana trovò un forte anelito in figure di grande spessore politico e culturale come il liberale Pietro Gobetti e il comunista Antonio Gramsci e, seppur con i dovuti distinguo, il dialogo tra Gobetti e Dorso negli anni si fece sempre più serrato e ricco di idee e di contenuti per un riscatto reale del nostro Mezzogiorno. Si trattava di quello stesso territorio che il meridionalista Giustino Fortunato definiva “sfasciume pendulo”: le infrastrutture come strade, ponti, ferrovie, servizi pubblici, acquedotti, scuole, stentavano in uno stato lungamente embrionale, tale da determinare quel conseguente ritardo storico. “Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, – sottolineava dai banchi del Parlamento, il Fortunato – nessuno più mette in dubbio.”
Attraversata la temperie fascista e la seconda guerra mondiale, grazie ai contributi di personaggi di grande calibro, ma di orientamento culturale diverso come Fiorentino Sullo, Giovanni Barra, Filippo de Jorio, Biagio Agnes, Antonio Aurigemma, Vincenzo Cannaviello e Fausto Grimaldi, si riaccese la discussione politica e il Corriere dell’Irpinia continuò il suo percorso di giornale indipendente, animando un dibattito libero e informato, spina dorsale della democrazia, attraverso il confronto di idee, di questioni e di punti di vista alternativi in modo da fornire al lettore tutte le informazioni necessarie per una visione completa della politica e dell’attualità. Parimenti proseguì con il suo ruolo di sentinella dei fatti e degli accadimenti provinciali, restando sempre equidistante dai poteri politici del momento, ma offrendone una analitica e obiettiva testimonianza diretta.

Da Febbraio 2023 per volontà del Direttore Gianni Festa, il Corriere dell’Irpinia è transitato dalla forma di quotidiano a quello di settimanale, diventando una vera e propria rivista di approfondimento culturale, sociale e economico.
Dato per vero il postulato “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” di Antoine Laurent Lavoiser, scienziato del ‘700, iniziatore della chimica moderna, rifacentesi al filosofo Democrito, riportato da Gianni Festa nel suo articolo sul Corriere dell’Irpinia on web del 5 febbraio 2023, l’informazione e il giornalismo, ad essa vocato, sono cambiati e non di poco con la rivoluzione digitale. Con il web, lo smartphone, le App che sono diventati invasivi e pervasivi in tutti gli strati della società, assistiamo ad una deflagrazione continua di notizie, tale che la stampa cartacea mondiale sta vivendo una crisi epocale e la stessa televisione stenta a tenere il passo, per la rapidità in cui vengono riportate e “consumate” le notizie. E cosi “Ruit hora” ( è giunta l’ora), come concludeva Guido Dorso il suo editoriale sul primo numero del memorabile Corriere dell’Irpinia, di riprendere la voce del più longevo giornale irpino e di andare controcorrente, proponendo una rivista settimanale, che ospiti un dibattito culturale vivo, attento e non supinamente condiscendente, proponendosi come presidio di civiltà e di democrazia, in vista dell’avanzamento delle destre al governo in Italia e in più parti nel mondo, dove è in atto una vera e propria crisi dei valori planetaria.

Oggi in Italia con il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata, il meridione rischia di essere massacrato, mentre invece è necessario ora più che mai dare voce e forza ad una identità storica e geografica smarrita, dimenticata, mai pienamente valorizzata dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. A questo scopo il Corriere dell’Irpinia ha lanciato nel numero del 1 aprile 2023 l’ APPELLO a tutti i MERIDIONALI a sottoscrivere il MANIFESTO PER IL SUD, contro: l’autonomia differenziata, la trasformazione del reddito di cittadinanza in MIA, il dimensionamento scolastico, la proposta delle gabbie salariali è i ritardi nell’utilizzo al Sud dei fondi del PNRR. Per sottoscrivere il MANIFESTO PER IL SUD si può inviare una e-mail a: provincia@corriereirpinia.it oppure telefonare alla Redazione, al numero 0825-557903
Qualche giorno fa passando a salutare l’amico Dentice Pantaleone, imprenditore che si occupa di stoccaggio e trattamento di rifiuti, che ha “salvato” e recuperato opere d’arte, sculture, quadri, disegni, giocattoli, documenti destinati al macero e poi pazientemente li ha catalogati, conservati e rivalutati, allestendo il “Museo dell’arte ritrovata”, in luminosi locali della sua omonima azienda a Pianodardine (AV), egli ci ha mostrato la copia n. 52 dell’anno III del Corriere dell’Irpinia, datata sabato 26 dicembre 1925, che custodisce orgogliosamente, insieme a altro materiale editoriale d’epoca. Ebbene è stato un tuffo al cuore e insieme una grande emozione poter toccare con mano un “foglio” cosi illustre, che aveva la sua Redazione e Amministrazione in Via Trinità n. 37 ad Avellino e leggere nello spazio Abbonamenti “Italia e Colonie: Annuo L. 20! Da allora tempo ne è passato, ma lo spirito democratico del “Periodico settimanale dell’Irpinia” è rimasto invariato. Lunga vita al Corriere dell’Irpinia e a coloro che ne fanno vivere le pagine, in un costante anelito di libertà e di etica!

Rosa Bianco e Fiore Carullo


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