Il mistero Nello Pizza e il Mago Battista

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Di Franco Festa

Occorre un luogo isolato. Lontano, molto lontano. Un luogo senza barriere, senza filo spinato, dove il campo largo del centrosinistra possa liberamente pascolare. L’importante è che l’eco delle loro parole, delle loro finte discussioni, dei loro bisticci e delle loro riconciliazioni, non arrivi fino alla città. Quando la politica è ridotta a rumore di fondo, a chiacchiere vuote, a conciliaboli segreti, allora siamo a un passo dalla fine. Ci diranno, naturalmente, che non abbiamo capito nulla, che stanno lavorando per il bene della città. Allora partiamo da un esempio concreto, il mistero Nello Pizza, segretario del PD. Che il Pd sia ridotto a un luogo di scontro, in cui pochi “padroni” segnano in modo indelebile i propri seguaci con il marchio dell’eterna riconoscenza e la promessa di finanziamenti pubblici a misura, che ogni forma di democrazia interna sia cancellata, che insomma il disordine sia la norma, è ormai un fatto oggettivo, riconosciuto da tutti. Eppure, a leggere la stampa, c’è da restare basiti. Nell’ultima settimana Nino Sanfilippo, da poco approdato, dopo lungo vagabondare, al Pd, area Schlein, ha elevato un monumento a Pizza, invocando che sia fatto santo subito: la stessa area che fino a qualche mese fa ne chiedeva a gran voce, con Gengaro, le immediate dimissioni. Ida Grella, invece, vicina al Presidente Buonopane e all’ex senatore Enzo De Luca, ha inondato le sue dichiarazioni di lagrime per la perdita di ogni forma di democrazia nel PD, mettendo alla gogna Nello Pizza. Chi è allora costui, davvero? Lo conosciamo come un uomo amabilissimo, di sincera sensibilità culturale, di innata gentilezza. Eppure, nel ruolo che gli è stato assegnato, in politica, sembra che diventi un altro. Un novello angelo protettore, secondo un’ala neo redenta del partito, un angoscioso e autoritario mister Hide, secondo altri; semplicemente un uomo di Maurizio Petracca, secondo altri ancora. Come vedete, il centrosinistra vola altissimo. Questo è il quadro, questi gli attori in campo, a pochi mesi dalle elezioni. Un quadro triste, una rappresentazione mediocre con interpreti di terza fila sulla scena e i capocomici che tramano nell’ombra, mentre il macigno delle lotte interne al Pd blocca tutte le strade. Gli altri, nel frattempo, le associazioni, Sinistra italiana, il movimento 5 stelle, fanno convegni anche interessanti, ma in cui non si decide nulla, o si riposizionano, o attendono. L’unica molla che spinge tutti, in questa fase, sembra sia la difesa di piccoli interessi, la conquista di piccole posizioni. Dateci tempo, dicono i più avveduti e intelligenti in mezzo a loro, la politica è anche questo, ma alla fine ce la faremo a tornare alla luce con un programma serio per la città e un candidato credibile. La verità, invece, è che essersi ridotti solo a questo schema, in cui la discussione a puntate sui temi della città è diventato un alibi per rinviare sine die ogni scelta sul candidato sindaco, per non decidere e per nascondere pesanti divisioni interne, è una sconfitta per tutti, specie per chi era nato contro questo modo di intendere la politica. E per uscirne non serve un atto di buona volontà, serve il mago di Arcella.


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