“Il paradosso dell’Occidente, paladino della libertà ma sostenitore di chi la nega”. Conte, il futuro della democrazia e la crisi globale

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Di Rosa Bianco.

Stamattina il Teatro Colosseo di Baiano ha ospitato un importante evento organizzato dalla Scuola di Educazione Politica. La giornata è stata dedicata al tema “Il futuro della democrazia”, con una Lectio Magistralis tenuta Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle.

L’incontro ha visto anche la partecipazione di illustri relatori provenienti dall’Università degli Studi di Napoli Federico II: insieme al Prof. Franco Vittoria, Direttore Scientifico della Scuola Politica, il Prof. Gianluca Luise e il Prof. Settimo Stallone.

Durante l’evento, sono stati affrontati i principali nodi legati alla democrazia contemporanea, con approfondimenti sulle sfide istituzionali e sulle prospettive future. L’iniziativa ha suscitato grande interesse tra il pubblico presente, che ha avuto l’opportunità di confrontarsi con i relatori su tematiche di grande attualità.

I professori Settimo Stallone e Gianluca Luise dell’ Università Federico II hanno discusso del ruolo dell’Unione Europea nella politica globale. Hanno evidenziato la difficoltà dell’UE a imporsi come attore politico rilevante, soprattutto nei negoziati internazionali, dove prevalgono potenze come gli USA e la Russia.

Si è parlato anche della difesa comune europea e del rischio che l’assenza di un’Europa federale lasci la politica estera in mano ai singoli Stati. Altro tema centrale è stato il crescente scollamento tra cittadini e politica, con i social media che spesso distorcono il dibattito pubblico.
I relatori hanno anche sottolineato l’urgenza di ricostruire una cultura politica, per ridurre la distanza tra istituzioni e cittadini e rafforzare la partecipazione democratica.

Il prof Franco Vittoria, nel presentare la lectio magistralis di Giuseppe Conte, ha evidenziato la necessità di rinnovare la democrazia rappresentativa, senza metterne in discussione l’esistenza.
Secondo Vittoria, la più grande minaccia attuale è l’alienazione dell’umano, un fenomeno che rischia di indebolire il senso di comunità e la partecipazione attiva dei cittadini. Per contrastare questa deriva, è fondamentale investire nel pensiero critico e nella formazione politica e se i tradizionali strumenti di partecipazione dovessero perdere centralità, sarà necessario individuare nuove modalità, nuovi luoghi, affinché il popolo continui a essere il vero protagonista della vita democratica.

La Lectio del prof. Giuseppe Conte

Analitica e organica è stata la Lectio del prof. Giuseppe Conte, per il quale la democrazia, un tempo promessa di progresso e inclusione, oggi appare stanca, rancorosa, illusa. I sintomi di questa crisi sono ormai evidenti: astensionismo crescente, scarsa rappresentatività, concentrazione del potere esecutivo e il consolidamento di autarchie che sfidano la sua espansione. La narrazione trionfalistica secondo cui, una volta impiantata, la democrazia sarebbe fiorita ovunque si sta rivelando un’illusione. Al contrario, assistiamo a un rafforzamento dei regimi autoritari e a un pericoloso svuotamento della sostanza democratica anche nei paesi dove essa è formalmente in vigore.

Democrazia formale e sostanziale: un bivio cruciale

Il primo nodo da sciogliere riguarda la distinzione tra democrazia formale e democrazia sostanziale. Se la prima si limita a garantire l’esistenza di procedure elettorali e il rispetto delle regole basilari della rappresentanza, la seconda si misura sulla reale partecipazione dei cittadini alla vita politica e sulla qualità delle decisioni pubbliche. Senza una cittadinanza informata, consapevole e attiva, la democrazia diventa un guscio vuoto, esposto a manipolazioni e a derive autocratiche. L’astensionismo e la disillusione, sintomi di una democrazia sempre più distante dai suoi principi originari, non sono segnali da sottovalutare: essi rivelano una crisi di legittimità e di fiducia nel sistema stesso.

La democrazia, per essere tale, non può limitarsi a garantire il diritto di voto: deve creare le condizioni per cui ogni cittadino possa esercitare questo diritto in maniera autentica, informata e libera. Ciò significa garantire non solo libertà di espressione e di stampa, ma anche diritti sociali fondamentali come istruzione, accesso alle informazioni e condizioni economiche che permettano un’effettiva partecipazione. Se le diseguaglianze sociali impediscono a una larga parte della popolazione di avere voce nel dibattito pubblico, il principio di uguaglianza politica diventa un’illusione.

Le torsioni illiberali e il rafforzamento dell’esecutivo

Un altro aspetto allarmante per il prof. Conte è il rafforzamento dei poteri esecutivi a scapito degli organi di controllo democratico. In diversi paesi – dall’Ungheria alla Turchia – governi formalmente eletti democraticamente hanno progressivamente ridotto gli spazi di pluralismo politico, assoggettato la magistratura, limitato la libertà di stampa e represso il dissenso. Il rischio è evidente: la trasformazione delle democrazie in regimi autoritari con una parvenza di legittimità democratica.

Questo fenomeno, identificato dalla politologa Nancy Bermeo come una forma di “autocratizzazione elettorale”, è particolarmente subdolo perché non si manifesta più attraverso i colpi di Stato tradizionali, ma tramite un’erosione lenta e sistematica delle istituzioni democratiche dall’interno. In questo quadro, il rischio maggiore è che la democrazia venga svuotata di senso senza che i cittadini ne percepiscano immediatamente il pericolo.

Il peso delle oligarchie economiche e il capitalismo politico

Se da un lato i governi rafforzano il proprio potere – continua Conte – dall’altro le grandi imprese e i capitali finanziari hanno progressivamente acquisito una capacità di influenza sempre più pervasiva sulle decisioni politiche. Il capitalismo politico, descritto da studiosi come Jeffrey Winters e Thomas Piketty, evidenzia come le élite economiche abbiano catturato il sistema politico, determinando scelte che favoriscono la massimizzazione dei profitti a scapito del bene comune.
Questo fenomeno è visibile nella crescente finanziarizzazione dell’economia, nelle diseguaglianze economiche sempre più marcate e nella riduzione degli spazi di autonomia decisionale degli Stati di fronte ai grandi poteri finanziari. Se il mercato detta l’agenda politica, la democrazia perde la sua funzione primaria: essere uno strumento di equa distribuzione del potere e delle opportunità tra tutti i cittadini.

Il paradosso dell’Occidente e la crisi della governance globale

La democrazia occidentale si trova oggi di fronte a una contraddizione profonda. Da un lato, si proclama custode dei valori di libertà e giustizia, dall’altro sostiene politiche che minano la sua credibilità. Il caso di Israele, citato da Conte come l’unica democrazia del Medio Oriente, pone interrogativi etici cruciali: un governo democraticamente eletto può giustificare violazioni sistematiche dei diritti umani senza perdere la propria legittimità? L’Occidente, nel difendere acriticamente i suoi alleati e nel disattendere principi fondamentali del diritto internazionale, rischia di delegittimare se stesso.
Un discorso analogo vale per gli Stati Uniti, che si sono sempre posti come il faro della democrazia globale, ma hanno sistematicamente rifiutato di sottoporre i propri funzionari e militari alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale. Il boicottaggio delle istituzioni internazionali, anziché rafforzare l’ordine democratico globale, contribuisce alla sua frammentazione e alimenta la sfiducia verso l’idea stessa di diritto internazionale.

Europa: tra difesa e declino democratico

L’Europa, nata come progetto di pace e cooperazione, sta subendo un’evoluzione preoccupante. Le recenti scelte strategiche, che privilegiano il riarmo rispetto agli investimenti in istruzione, ricerca e welfare, rischiano di tradire i principi fondanti dell’Unione. La costruzione di un’Europa militarizzata, anziché rafforzare la sua posizione geopolitica, potrebbe innescare una spirale di insicurezza e conflitto, alimentando ulteriormente le tensioni globali.
Questo processo si inserisce, come sostiene il prof Conte, nel più ampio fenomeno del “paradosso della sicurezza”, secondo cui l’aumento degli investimenti militari da parte di un blocco politico spinge i suoi avversari a fare altrettanto, innescando una corsa agli armamenti che rende tutti meno sicuri. La domanda è: vogliamo un’Europa che si afferma come potenza militare o un’Europa che torni a essere un motore di diplomazia e stabilità?

La democrazia è un processo, non uno stato immobile

La democrazia non è un dato acquisito, ma un processo in continua evoluzione, che richiede vigilanza, partecipazione e capacità di adattamento alle nuove sfide globali. Oggi ci troviamo di fronte a un bivio: accettare una democrazia sempre più svuotata della sua sostanza o impegnarci per rilanciarne i principi fondanti. Questo, in conclusione, significa – per il prof . Conte – ripensare il rapporto tra economia e politica, ridefinire i meccanismi di partecipazione, garantire una reale uguaglianza di accesso alle informazioni e ai diritti, e costruire istituzioni capaci di resistere alle derive illiberali.
La sua Lectio termina cosi, tra gli applausi del pubblico, che ha affollato la sala del Teatro Colosseo a Baiano.
La Scuola di Educazione Politica, diretta dal prof Franco Vittoria, ha confermato ancora una volta il suo ruolo centrale nella formazione e nel dibattito politico, contribuendo a promuovere una maggiore consapevolezza civica e culturale. Se vogliamo che la democrazia abbia un futuro, dobbiamo ripartire dal suo senso più profondo: non solo un metodo di governo, ma un sistema di valori che garantisca libertà, giustizia e partecipazione per tutti.



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