“Il Pd è uno solo ed è quello che può garantire altri cinque anni di buon governo”: il Ministro De Micheli lancia la squadra irpina – IL CIRIACO

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«Il Pd è uno solo, con le sue regole, la sua lista e la sua capacità di poter garantire ai campani altri cinque anni di buon governo». Paola De Micheli arriva ad Avellino per lanciare la lista del Pd irpino. Ospite insieme al vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola dell’ex candidato sindaco Luca Cipriano, affiancata commissario provinciale del Pd Aldo Cennamo e dai quattro candidati irpini Rosa D’Amelio, Maurizio Petracca, Michelangelo Ciarcia e Antonella Meninno, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sveste l’abito istituzionale dopo un saluto all’esterno con il Prefetto Paola Spena, ed indossa quello politico quando difende le scelte del Pd campano sulle candidature in Irpinia: «il Pd è uno solo. Ha le sue regole, i suoi organismi, i suoi dirigenti e la sua lista che in Campania è forte e competitiva. I nostri candidati, nella loro vita politica o in quella professionale, hanno già dimostrato di essere capaci di mettersi a disposizione delle persone. In questi cinque anni la Campania ha fatto passi in avanti incredibili, non solo sulle infrastrutture ma anche riappropriandosi di tanti segmenti industriali e di strumenti utili per il miglioramento della qualità della vita delle persone, è evidente che il Presidente De Luca merita una riconferma. Dare fiducia alla lista del Pd e ai suoi candidati, significa garantire altri cinque anni di crescita alla Campania, che ha dei problemi come tante altre realtà del Paese, ma è tra quelle regioni che ha dimostrato di saper fare salti di qualità più velocemente di altre. Il Pd è stato la spina dorsale della qualità amministrativa dei cinque anni passati a sostegno del presidente De Luca. E vogliamo continuare a garantire ai campani lo stesso livello di lavoro e dedizione alle persone. Le ragioni per cui si fanno le cose, determinano la qualità stessa degli atti compiuti».

Inevitabile un passaggio sulla “grande opera” che l’Irpinia, in particolare la Valle Ufita, attendono con ansia. «Sull’Alta Capacità, stiamo rispettando il cronoprogramma annunciato quando sono stata a Grottaminarda per il confronto sulle possibilità legate alla Stazione Hirpinia. Stiamo rispettando la tempistica dei lavori, nonostante il Covid- dice il Ministro- E’ in assoluto l’infrastruttura più strategica per il Sud e va completata prima di tutte le altre. Sull’Alta Capacità ci giochiamo non solo una parte importante del piano Italia Veloce, ma anche uno degli strumenti più potenti di lotta alle diseguaglianze in un’area che ha doppiamente bisogno, perché è a Sud ed è zona interna, e quindi siamo certi che l’infrastruttura determinerà gli effetti economici che abbiamo previsto nel nostro piano finanziario. In Campania investiremo 16 miliardi e la parte del leone la fanno proprio le ferrovie, perché il collegamento su ferro è sostenibile sul piano ambientale, sociale e del trasporto merci». E sui sequestri di diversi tratti autostradali, molti dei quali eseguiti dalla Procura di Avellino nell’ambito dell’inchiesta sulla strage del viadotto di Acqualonga, De Micheli assicura «stiamo definendo con il concessionario il piano di interventi dopo i sequestri effettuati dalle Procure. Come abbiamo fatto in altre zone di Italia, quando il programma sarà predisposto lo illustreremo alla cittadinanza e agli operatori economici con una riunione in Prefettura». In mattinata poi la direzione nazionale del Pd che ha stabilito la linea da tenere al referendum costituzionale. Come confermato dal segretario Nicola Zingaretti i dem voteranno sì al taglio dei parlamentari. E De Micheli motiva il suo sì «Nilde Iotti negli anni ‘80 raccontava che il numero dei parlamentari definito dalla Costituente, si basava anche sul fatto che si veniva fuori da una dittatura ed era necessario garantire tutta una serie di processi democratici a cui il Paese non era più abituato. Ma raccontava anche che le cose sono cambiate, i luoghi della democrazia nel corso del tempo sono aumentati. C’è la Regione, ci sono i consigli comunali, abbiamo la possibilità di rappresentare i territori in maniera molto più ampia di prima. Credo che il sì al referendum rappresenti l’inizio di una serie di riforme, non il punto di arrivo di un riformismo che il Pd esercita da un decennio per rendere più efficiente e modernizzare la seconda parte della Costituzione».



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