Il Prefetto pronto a convocare i vertici di ArcelorMittal. Il sindacato: “Ritirare i licenziamenti”

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Una serie di tavoli e incontri per trovare una soluzione alternativa alla chiusura dello stabilimento ArcelorMittal di Luogosano ed evitare il taglio di 70 posti di lavoro. Sarà il Prefetto Rosanna Riflesso, sollecitata dal sindacato al termine del tavolo di stamattina che ha visto la partecipazione anche di diversi sindaci della provincia e dell’onorevole Gianfranco Rotondi, ad aprire le trattative con l’azienda che, nei prossimi giorni, dovrebbe essere convocata presso la sede del Palazzo di Governo.

“Il nostro auspicio è che si possa trovare un nuovo investitore e che, ancora prima, l’azienda ritiri i licenziamenti, fermando la procedura di mobilità. Non è possibile immaginare di aprire un confronto con un fucile puntato contro i lavoratori”, tuona il sindacato. Per la vertenza ArcelorMittal si è aperta stamane una settimana decisiva che potrebbe, dopo il primo passaggio in Prefettura, arrivare nei prossimi giorni anche sul tavolo del Governatore Vincenzo De Luca. In questo senso diventa decisiva la mediazione dei consiglieri regionali Maurizio Petracca, Vincenzo Ciampi e Vincenzo Alaia, presenti al presidio di questa mattina. Mercoledì mattina alle 9.30, a Luogosano, è inoltre prevista una seduta straordinaria del consiglio provinciale fortemente voluta dal Presidente Rizieri Buonopane. In quella sede sarà approvato un documento che dovrebbe rimarcare e rilanciare l’impegno congiunto e condiviso delle istituzioni.

Difficile immaginare che l’azienda possa fare un passo indietro, e rivedere la decisione di chiudere lo stabilimento dell’area industriale di San Mango sul Calore, specializzato nella trasformazione di acciaio zincato in preverniciato per il mercato delle costruzioni ed elettrodomestico. La posizione della multinazionale indiana è fin troppo chiara, e non sembra lasciare aperti molti spiragli. Il sindacato auspica in ogni caso il ritiro dei licenziamenti per avviare ogni tipo di trattativa in un clima meno teso. L’ipotesi di una cessione resta aperta, ma la strada è tutt’altro che agevole: non sarà infatti semplice trovare un altro imprenditore interessato ad investire in un’area industriale che presenta più di un problema di logistica e di collegamenti.



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