Il momento della verità si avvicina a grandi passi. L’elettore è come il torero nell’arena: è scontato che ammazzi il toro, anche se molti sperano in un miracolo e che stavolta sia il toro ad uscirne vincitore. Ma il miracolo non ci sarà per l’insipienza dei leader del Centro-sinistra a cominciare da Letta per finire a Conte passando pe Calenda, Renzi e i vari cespugli che si dicono di centro-sinistra. Si combatte perché la destra non faccia cappotto e conquisti la maggioranza dei due terzi che le permetterebbe da sola di cambiare la Costituzione, senza possibilità di referendum. Prepariamoci, quindi, ad un cambio di regime esaminando, seppur in modo sintetico, il suo programma.
La Meloni, espressa dal partito di maggioranza relativa, sarà la nuova Presidente del consiglio, per la prima volta, donna. Salvini se ne è fatta una ragione, puntando al Ministero degli Interni. Per gli altri Ministeri ci sarà bagarre perché, contrariamente a quanto si asserisce da più parti, la coalizione non è coesa. Spuntano fuori nomi come quelli di Tremonti, di Nordio, di Pera, La Russa, la Santanchè e perfino del pregiudicato Berlusconi, già precedentemente espulso dal Senato per la legge Severino, che andrebbe ad occupare lo scranno più alto.
Già si è cominciato a parlare di Presidenzialismo E quello della Meloni non è come quello francese, con pesi e contrappesi, ma si ispirerebbe a Orban (Ungheria) e a Morawieck (Polonia), più assolutisti e antidemocratici. Berlusconi ha già anticipato la richiesta delle dimissioni di Mattarella, in caso di approvazione.
In campo fiscale si instaurerebbe la flat tax (al 16% secondo Salvini o al 23% secondo Berlusconi); l IVA al 15% (per la Meloni solo sulla plusvalenza rispetto all’anno precedente). Il costo si aggirerebbe sugli 80 miliardi. Poi la pace fiscale, il blocco delle cartelle esattoriali e naturalmente una serie di condoni; l’aumento del contante (3.000 euro per la Meloni 10.000 per Berlusconi; l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro (Berlusconi), la revoca della legge Fornero (Salvini); l’aumento degli assegni familiari, la riduzione dell’imposta sulla casa e nessuna imposta di successione. Proposte fantasiose, contrastanti, irrealizzabili, che se approvate causerebbero una voragine dei conti pubblici e concreti pericoli di finanziamento della Sanità e della Scuola pubblica.
E ancora abolizione del reddito di cittadinanza; no al salario minimo; respingimento dei migranti attuando un blocco navale; no alla cittadinanza per i bambini che hanno fatto un percorso scolastico formativo (ius sholae) e che sono nati in Italia; rinegoziazione del PNNR già in orso di realizzazione; rapporti amicali con la Russia di Putin e più conflittuali con l’Europa, anche se la Meloni (in quattro lingue!) cerca di smorzare le preoccupazioni della Comunità.
E’ un programma illiberale di una destra illiberale che si avvierebbe ad instaurare un nuovo regime, certamente non fascista, perché l’Italia ha ormai acquisito gli anticorpi al fascismo, ma sicuramente autoritario e antidemocratico. Del resto nel simbolo di F.d.I. compare ancora la fiamma tricolore da cui traggono le origini e movimenti che si ispirano al fascismo e al nazismo sono presenti in paesi europei e perfino in Italia (Casa Pound) e Germania.
Prepariamoci a tempi duri!
di Nino Lanzetta
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